Quando succedono due cose coincidenti, gli psicologi parlano di atti sincronici, e tu non puoi fare a meno di rimanere lievemente a bocca aperta: così giorni fa una qualche rete di digitale terrestre mandava “Will Hunting - Genio ribelle”, quel bel film con Matt Damon che è un genio, appunto, ma lava i pavimenti del MIT di Boston, il prestigioso Massachusetts Institute of Technology. E proprio in quei giorni, la storia di una ricercatrice italiana, fin lì fuori dalla cerchia scientifica pressoché sconosciuta, prendeva la forma di una favola, perché il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che il MIT lo conosce bene anche senza l’aiuto ai più indispensabile del film di Gus Van Sant, compulsava liste di meritevoli, cercava eccellenze italiane, per tentare di colmare il vuoto lasciato da Rita Levi Montalcini, e per questo voleva una donna, una scienziata da nominare senatrice a vita, ed allora l’occhio gli è caduto su Elena Cattaneo, 51 anni oggi, ma 26 quando studiava al MIT, e a differenza di Damon, non dissipava il suo talento, lo metteva a frutto nello studio delle cellule staminali, tanto che il Capo dello Stato la convoca al Quirinale. Cattaneo trasecola, è una signora minuta, aliena alla ribalta, schiva ma determinatissima, e non immagina il motivo della chiamata, lo scopre lì per lì, seduta in una stanza con Re Giorgio davanti che le dice cosa ne pensa, lei, se la nominasse senatrice a vita. Che ne pensa: rimane senza parole - racconta la scienziata - quel po’ che basta a Napolitano per chiederle se desidera un cordiale. Fine della storia, lei accetta, il genio non ribelle viene incoronato come più giovane senatrice a vita della Repubblica. Proveniente da famiglia tutt’altro che di baroni universitari, il padre quadro tecnico della Fiat, la madre casalinga, studia farmacia, poi vola a Boston, poi torna in Italia, finisce – ed è già una mosca bianca – in un laboratorio di trenta metri quadrati, a studiare la capacità che le cellule umane hanno di ricostituire tessuti, in altre parole riparare i guasti. Nel corso della sua ricerca la colpisce in particolare una vicenda che la porta a studiare una malattia molto rara e molto aggressiva, la Còrea di Huntington: «Avevo conosciuto questa donna, Nancy Wexler, una neurologa, la madre morta di Huntington, lei stessa a rischio. Il padre di Nancy, Milton, era uno psicanalista, morto poi nel 2007, che aveva studiato l’Huntington, ottenendo importanti risultati scientifici. Così Nancy prima si dedica alla ricerca sulla Còrea, partecipando a una grande indagine scientifica sulla diffusione della malattia in due villaggi del Venezuela, e poi inizia una campagna per sensibilizzare la popolazione che culmina nella creazione di un’attivissima Fondazione che porta il suo nome. Nancy è una donna con un carisma davvero unico: appena ti vede, chiunque tu sia, ti bacia e ti abbraccia e ti chiede di impegnarti nello studio della malattia che ha ucciso la madre e minaccia lei stessa». Ha spiegato cosa la ricerca le ha trasmesso: “Nella scienza ho trovato tantissimo. Non solo quello che ho fatto con le mie mani. L’attività di ricerca mi ha insegnato che si apprende continuamente e si diventa scienziati giorno dopo giorno. Ed è questo che mi piace della scienza: la tortura continua delle idee, il continuo chiederti dove stai andando, il rimettere in gioco continuamente se stessi”. Ora che Elena Cattaneo sta frequentando il Senato, entrando nello Stato, il dubbio sul fatto che la dedizione allo studio, la ricerca di uno per l’utile di tutti, sia o meno una delle possibili salvezze di un paese agonizzante, dovrebbe essere definitivamente fugato. (Valerio de Filippis)
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