di Paolo Pagliaro
Tempo fa il grande investitore statunitense Warren Buffet pubblicò sul New York Times un articolo in cui sosteneva che i miliardari sono favoriti da un sistema fiscale iniquo e dovrebbero quindi essere chiamati a dare una mano al risanamento dei bilanci statali. Qualche giorno dopo su Le Monde un altro paperone, Maurice Levy, lanciò un analogo appello. Persino nell’opulenta Germania un gruppo di milionari si disse disponibile a mettere mano al portafoglio per aiutare lo Stato in difficoltà.
Chissà se questo improvviso risveglio della coscienza sociale nei super-ricchi di tutto il mondo ha in parte risarcito Giuliano Amato delle contumelie che a suo tempo gli procurò la proposta di chiamare gli italiani che possono permetterselo a fare un sacrificio una tantum per ridurre a dimensioni accettabili il debito pubblico, che è il terzo più grande del mondo e ci tiene ancorati in fondo al baratro.
“Siamo in una permanente situazione di pericolo sui mercati finanziari” - scriveva l’ex presidente del Consiglio. “Valutiamo se ci conviene questa lenta agonia o se non è meglio usare un po' della ricchezza dei più ricchi per abbassare il debito”.
Le reazioni furono accese, condite di dileggio personale contro un politico rappresentato come quel vecchio Dracula che nel 1992 – per evitare il crack finanziario e permettere alla lira di restare agganciata al sistema monetario europeo - aveva imposto un prelievo forzoso del sei per mille su tutti i conti correnti bancari.
Amato non si scompose e si limitò a osservare che era stata la destra di Quintino Sella a tassare i neo-italiani per ridurre il debito di allora e che altrettanto avevano fatto gli stati membri della federazione statunitense negli stessi anni.
Ma ci sono volute le esternazioni dei super-ricchi per ridare dignità a una parola, patrimoniale, che da noi viene spesso brandita come se dovesse indicare un reato, mentre in paesi come Svezia, Norvegia e Francia è un modo normale per finanziare lo Stato garantendo l’equità fiscale. Non andrebbe dimenticato che noi abbiamo un debito pubblico di 2 mila miliardi e un risparmio privato di 8 mila. (18 lug)
(© 9Colonne - citare la fonte)