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Almoraima, il gruppo salentino alla conquista della Grande Mela

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(4 ago) Un percorso in evoluzione che passa dalle improvvisazioni arabo-orientali alla rumba. Uno stile innovativo, originale e contemporaneo. E poi il flamenco che incrocia sonorità jazz e andaluse. Profumi, passione ed  energia: è questa la musica degli Almoraima,  gruppo multi-etnico del Salento che si prepara, ora, a fare tappa all’Istituto Italiano di Cultura di New York. A promuovere il concerto - in programma lunedì 8 settembre - è l’istituto stesso che ospiterà l’evento e i suoi protagonisti: la band si muove intorno alla figura del chitarrista Massi Almoraima, che compone musiche e testi. Con lui Rachele Andrioli, giovane vocalista di talento che si è unita di recente al gruppo. Non mancheranno  Roberto Chiga (percussionista etnico), Frederick Musarò (violoncellista classico), Marco Bardoscia (bassista jazz) e Rocco Nigro (all’accordion). Il progetto musicale degli Almoraima è nato nel 2007 nel Salento, dall’incontro tra il chitarrista flamenco Massi Almoraima e musicisti di altre culture musicali provenienti da diverse regioni del mondo (Salento, Andalusia, Camargue, Balcani, Pakistan e India). Questa diversità di provenienza ha dato vita a uno stile singolare. I testi e le musiche del repertorio flamenco di Massi Almoraima si incrociano, infatti, con sonorità jazz e andaluse. (PO /Gil)


SCHEDA / IL PROGETTO MUSICALE

Gli Almoraima si caratterizzano per il loro suono originale, ispirato alla tradizione Gipsy. Creano una personale interpretazione delle tradizioni musicali delle varie sponde del Mediterraneo: il sud d’Italia, il sud della Spagna, i Balcani, il Magreb e il Mashrek. E’ una voluta coincidenza che il gruppo prenda il nome dalla striscia di terra Andalusa tra Jerez de la Fronteira, Cordoba e Siviglia. Terra che da sempre ha fornito asilo a rifugiati Sindi del Rajasthan, agli Arabi del Nord Africa, ad Ebrei, e agli Spagnoli di ritorno dal viaggio nelle Americhe, da cui hanno importato nuovi suoni e nuovi ritmi.  

(© 9Colonne - citare la fonte)