A chiunque, almeno una volta, sarà capitato di entrare in uno dei punti vendita della catena svedese Ikea, vero e proprio simbolo della globalizzazione dell' habitat domestico e quindi, per buona parte, culturale, ma in pochi risultano in grado di citare su due piedi il nome di qualcuno dei prodotti in catalogo perché, salvo rari casi, si tratta di parole per noi quasi impronunciabili. Diversamente, se si domandasse a un turista straniero se conosce il nome di qualche prodotto italiano, molto probabilmente non farebbe fatica a menzionare pasta, pizza e spaghetti. Un esempio semplice ma significativo che indica quanto la "lingua del sì" sia ancora oggi così radicata nel profondo dei non italofoni. È una delle tante riflessioni emerse mercoledì scorso presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, in occasione della presentazione del portale Vivit-Vivi Italiano (www.viv-it.org). Il portale, frutto del progetto di ricerca finanziato tramite il Firb, Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base del Ministero dell' Università e della Ricerca negli anni 2009-2014, coordinato dall' Accademia della Crusca, costituisce uno dei più ampi archivi digitali integrati di materiali didattici, testi e documentazioni iconografiche e multimediali, specificamente costruito per la diffusione della conoscenza del patrimonio linguistico e culturale italiano, rivolto in particolare agli Italiani all' estero e a quanti, per discendenza o vari interessi culturali, siano legati alla lingua italiana. Il progetto ha riunito cinque Unità di ricerca: oltre all' Accademia della Crusca hanno, infatti, partecipato il Clieo (Centro di Linguistica Storica e Teorica Italiano, Lingue Europee, Lingue Orientali), il Micc (Media Integration and Communication Center) e i centri di eccellenza dell' Università degli Studi di Firenze, l'Università di Modena e Reggio Emilia e l' Università di Padova. Come sottolineato da Mario Panizza, rettore dell' Università degli Studi Roma Tre, intervenuto ad inizio presentazione, "il portale Vivit tocca un tema interessante e centrale per l' attività di ricerca, rientrando nel quadro delle attività promosse dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. È infatti fondamentale investire sulla promozione dell' insegnamento dell' italiano all' estero, insegnamento che finora sul piano accademico internazionale è tra gli obiettivi del nostro e di altri atenei quali l' Università per Stranieri di Siena e di Perugia". "Il settore umanistico - ha aggiunto Panizza - è spesso tenuto ai margini del trasferimento delle competenze italiane all' estero, rispetto ad esempio all' ambito prettamente scientifico e tecnologico, mentre è proprio nel campo umanistico che si deve insistere per trasferire competenze e conoscenze utili sia per gli stranieri che si trovano in Italia ma anche per permettere agli italiani all' estero di recuperare il legame con il nostro Paese". "Vivit rappresenta per l' Accademia della Crusca un marchio di innovazione in linea sia con la vocazione internazionale dell' Accademia sia con le politiche messe in atto dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per promuovere la lingua e la cultura italiana al di là dei confini del nostro Paese": lo ha dichiarato Claudio Marazzini, presidente dell' Accademia della Crusca, precisando come sia possibile "essere internazionali anche esportando la nostra lingua all' estero". "Bisogna smettere - ha aggiunto Marazzini - di demolirne l' importanza dell' italiano, relegandolo sempre in un angolino rispetto, ad esempio, alla lingua inglese. L' italiano è infatti un elemento di fondamentale importanza che ha un grandissimo peso, anche a livello economico, per la bilancia della cultura italiana". È in questo senso che il progetto Vivit intende offrire al pubblico internazionale una rete di percorsi di studio, ricerca e attività didattiche, imperniati sulla lingua italiana, come asse portante per la conoscenza delle principali espressioni della cultura d' Italia e della storia sociale italiana, tenendo conto in particolare della proiezione della realtà italiana nel mondo attraverso le grandi correnti migratorie. Sottolineando l' investimento del portale anche da un punto di vista informatico, il presidente della Crusca ha evidenziato "quanto gli stranieri nel mondo stiano manifestando un forte interesse nei confronti della lingua italiana, capace di risvegliare una coscienza dell' italianità diffusa nel mondo". "In questo senso - ha concluso Marazzini - la classe dirigente deve avere più fiducia nella lingua italiana perché rappresenta un canale diretto con l' universo degli italiani all' estero, ancora profondamente legati a un concetto di italianità che trova le sue più antiche origini in una dialettofonia ancor oggi diffusissima". (11 marzo 2015)
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