La settimana a Montecitorio - Numero 46
dal 16 al 20 dicembre
Nella settimana dal 16 al 20 dicembre, ad eccezione del dibattito sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Meloni sul Consiglio europeo, l’Aula della Camera si è dedicata solo alla legge di bilancio, che avrà il via libera definitivo nella serata di venerdì per andare al Senato per la seconda e definitiva lettura. L’ok di Montecitorio arriva con la fiducia dopo un percorso accidentato, con sedute fiume in Commissione Bilancio e polemiche tra maggioranza e opposizioni, soprattutto sull’aumento di stipendio dei ministri non parlamentari, poi saltato e sostituito da un rimborso spese per le trasferte a Roma. Un’altra norma che ha fatto discutere è stata quella che vieta ai parlamentari di svolgere incarichi retribuiti per Stati extra-Ue, giudicata punitiva dal leader di Italia Viva, Renzi, per la sua professione di conferenziere all’estero. Alla fine si è deciso di subordinare questi incarichi a una preventiva autorizzazione e per compensi non superiori a 100mila euro l’anno. In tutto il Governo ha messo in campo circa 30 miliardi, 20 dei quali destinati a rendere strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e la riforma dell’Irpef col passaggio alle tre aliquote. Una delle misure, insieme all’aumento da 30 a 35mila euro della flat tax per i dipendenti, che dovrebbero consentire ai redditi medio-bassi un incremento di quasi 100 euro in busta paga. Rimasto a soli tre euro, infine, l’incremento delle pensioni minime. Oltre alla spending review necessaria per rispettare i vincoli europei (tre miliardi in meno ai Ministeri), spicca anche l’aumento di 1,3 miliardi del Fondo sanitario nazionale, compensato da un anticipo delle imposte differite delle banche e le assicurazioni per il 2025 e 2026, per circa 3,5 miliardi. Altre entrate provengono dal riordino delle detrazioni per i redditi oltre a 75mila euro. Nel passaggio in Commissione è saltato anche l’aumento dei pedaggi autostradali, rimandato al 2026, ed è stata introdotta l'Ires premiale con uno sconto del 4% dell'aliquota per le imprese che accantonano utili e reinvestono in nuove assunzioni a tempo indeterminato, mentre è tornata al 26 per cento la tassazione dei profitti delle criptovalute, dal 42 deciso dal Consiglio dei ministri e si è precisato che la webtax sarà applicata solo alle grandi aziende, con ricavi superiori a 750 milioni di euro, escludendo così le Pmi e l'editoria on line. Rispetto al testo originario è stata cancellata anche la norma che imponeva i revisori del Ministero dell’Economia in enti e aziende che percepiscono contributi pubblici oltre i 100mila euro, sostituita da un rafforzamento dei controlli demandato a un futuro decreto ministeriale. Per contrastare il calo delle nascite, confermato il bonus bebè: mille euro una tantum alla nascita o adozione di ogni figlio ma solo per i nuclei familiari con Isee non superiore a 40mila euro. Altri stanziamenti riguardano il settore dell’automotive (400 milioni), la proroga dell’ecobonus (che però scende al 50 per cento per la prima casa e al 36 per le altre), la metro C di Roma, il bonus elettrodomestici (non più di 100 euro per quelli di classe energetica elevata), le attività extrascolastiche dei figli tra i 6 e i 14 anni per i nuclei con Isee inferiore a 15mila euro, il Ponte sullo Stretto e il credito d’imposta per investimenti nella Zona economica speciale del Mezzogiorno con sgravio del 25 per cento sui contributi dei lavoratori. L’Aula tornerà a riunirsi il 7 gennaio con alcune ratifiche di trattati internazionali, prima di rituffarsi nell’esame del disegno di legge sulla separazione delle carriere dei magistrati.