Roma, 21 lug – Quattro ragazzi
aspettano il treno che li porterà a scuola, ricordano avventure del passato,
quando un vento fortissimo li costringe a saltare in piedi e a tenersi per
mano. I tunnel della metropolitana di Londra scompaiono ed ecco una spiaggia
incantata. È così che Peter, Susan, Edmund e Lucy tornano a Narnia in “Il
principe Caspian”, secondo film tratto dalla popolare serie di libri per
ragazzi di C. S. Lewis, presentato oggi a Roma, in uscita il 14 agosto in 700
sale. A fare da ambasciatori del regno magico c’erano il regista neozelandese
Andrew Adamson e i due attori italiani Sergio Castellitto e Pierfrancesco
Favino che nel film interpretano due ruoli da cattivo. A Narnia, infatti, non
regna la pace. Anche se è passato solo un anno nel mondo degli umani da quando
i quattro ragazzi “figli di Adamo e figlie di Eva” hanno abbandonato i troni di
re e regine, tredici secoli hanno cambiato il volto del mondo magico. Il
castello di Car Paravel è in rovina, le creature fatate sono scomparse e un
esercito di Telmarini, uomini bellicosi, ha invaso e conquistato le terre. Toccherà
al principe Caspian (l’attore inglese ventiseienne Ben Barnes, al suo primo
ruolo da protagonista a Hollywood), uno dei Telmarini, legittimo erede del
regno, riportare la pace e restituire le vallate e le montagne alle creature di
Narnia: centauri, minotauri e animali parlanti nascosti dei boschi. A
ostacolarlo nel suo intento il malvagio Miraz (Sergio Castellitto), lo zio
proclamatosi re, insieme al generale Glozelle (Pierfrancesco Favino). I due
attori italiani si sono detti entrambi molto onorati di aver lavorato a
Hollywood “ma – dice Castellitto – la mia identità di attore resta legata alla
mia lingua e alla mia terra”. L’attore e regista di “Non ti muovere”, che è
valso a lui e alla coprotagonista Penelope Cruz i David di Donatello per le
migliori interpretazioni, diventa un cattivo spietato, capace di fare qualsiasi
cosa per i suoi interessi, un ruolo in cui, secondo Castellitto, sono evidenti
“i riferimenti teatrali. Il cattivo è sempre interessante e divertente da
interpretare, soprattutto per la particolare intelligenza che offre molte
sfaccettature al suo carattere”. Interessante per Castellitto è stato anche
“l’incontro di recitazione” con i ragazzi che “hanno portato la scintilla della
giovinezza, difficile da controllare”. Anche Favino, dopo aver interpretato
Cristoforo Colombo nel film “Una notte al museo” con Ben Stiller, diventa
cattivo, ma la sua è una malvagità diversa da quella del suo re, che non ha, a
differenza di lui, possibilità di redenzione. “Il cattivo – dice Favino – deve
essere staccato dal contesto etico, perché un’azione che per me può essere
buona non lo è per altri. Dipende sempre dal punto di vista”. Nel secondo film
la posta in gioco si alza: i ragazzi ricordano di essere stati adulti a Narnia
e sanno essere più saggi, ma anche più impulsivi e coraggiosi, mentre le scene
di cappa e spada diventano più numerose rispetto ai paesaggi e alle magie del
primo film. Un fantasy forse più classico, giudicato “reverentissimo” dal
regista Andrew Adamson, divenuto ormai un esperto di questo genere “capace di
parlare della realtà della vita che ci emoziona e di cui la gente spesso non è
consapevole”, dopo aver diretto il primo capitolo di Narnia “Il leone, la
strega e l’armadio” e, soprattutto, la fortunata serie di Shrek.
(Amo)
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