Micaela Esdra è un’artista e una persona indipendente (“Recitare è un incredibile momento di libertà interiore”) con un’idea precisa di quella che dovrebbe essere la professione dell’attore teatrale: “A teatro sei sola con i tuoi mezzi, con il cuore e l’anima, a raccontare la tua creatura”. E proprio con anima e cuore Micaela salirà sul palcoscenico e interpreterà una donna dispotica e logorroica nello spettacolo “Alla meta”, ripreso dall’omonima opera del grande drammaturgo austriaco, Thomas Bernhard. La commedia, per la regia di Walter Pagliaro, debutterà il 16 dicembre al teatro Palladium di Roma e rimarrà in scena fino al 23 dicembre. “Il testo affronta il tema del naufragio – racconta l’attrice -, del momento in cui ci si avvicina alla morte e si prende in considerazione tutto quello che è stato”.
LA COMMEDIA “ALLA META” - Tra vecchi bauli e nuovi bagagli, le vite di una madre detestabile e una figlia succube si intrecciano con quella di un ospite inatteso, che diventerà il testimone di un bilancio esistenziale fallimentare. “Questa donna, avvicinandosi ‘alla meta’, prende in esame la sua vita attraverso uno scontro di due mondi: la purezza dell’arte, fatta di poesia, e quella artefatta e artificiosa”. Uno scontro importante che svela forze e debolezze di una donna discutibile: “Ci sembra inverosimile che una madre possa essere così crudele con la figlia, ma io ne ho conosciute molte di donne così, questo non è solo un personaggio letterario, ma potrebbe esistere davvero nella realtà e se siamo oneste con noi stesse, tutte possiamo riconoscerci in esso”. Un testo geniale e inquietante, ironico e cinico che porta in scena una commedia corrosiva. Le scene sono firmate da Sebastiana Di Gesu; la colonna sonora, eseguita dal vivo da Ilario Greco, mette insieme note di Mozart, Beethoven e Ravel; la produzione è dell’associazione culturale Gianni Santuccio. Ilaria Genatiempo e Diego Florio, nel ruolo rispettivamente della figlia e dello scrittore di teatro, accompagnano Micaela Esdra sul palcoscenico. “Sono rimasta subito affascinata da questa donna – dice l’artista – e l’ho raccontata portando dentro il personaggio anche un po’ della mia vita e della mia esperienza”.
MICAELA È UN’ARTISTA A TUTTO TONDO: negli anni ‘60 e ‘70 hanno affascinato le sue interpretazioni a teatro, al cinema, negli sceneggiati televisivi, in commedie brillanti e musicali. Oggi il suo volto non è molto conosciuto dalle nuove generazioni, ma più famosa è la sua voce: Micaela, infatti, è anche una grande doppiatrice. Ha prestato, infatti, la sua voce ad attrici del calibro di Kim Basinger, Juliette Binoche e Winona Ryder, diventando una delle doppiatrici più apprezzate in Italia. “E’ un lavoro bellissimo se si riesce a evitare la routine e mettere davanti a tutto il concetto di creatività”. Un “gioco” lo definisce, anche se molto serio, che consiste “nell’attaccare la voce sulla faccia dell’attore”. Micaela ha avuto la fortuna di lavorare e di essere amata dai più grandi maestri del doppiaggio, da Rita Savagnone e Gualtiero De Angelis. Senza dimenticare Giuseppe Locchi e Ferruccio Amendola (“Non si può immaginare Robert De Niro senza la sua voce”). Ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera, Micaela consiglia di “unire le forze e lavorare in gruppo senza piangersi addosso o nascondersi dietro l’alibi del lavoro che non si trova”. Costruirsi il proprio futuro, insomma, andare avanti per la propria strada e credere in se stessi, proprio come ha fatto lei. (PO / Sip – 15 dic)