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La fiorente industria
dei documenti falsi

La fiorente industria <br> dei documenti falsi

di Piero Innocenti

(29 marzo 2016) Hanno un bilancio sempre attivo le diverse "aziende" del falso documentale sparse sul territorio nazionale, grazie ad un mercato in continua espansione. Sono sempre di più, infatti, le persone che debbono occultare la propria identità originaria per diversi motivi. Molte, in effetti, sono costrette dalla necessità di sopravvivere (penso ai migranti in fuga da guerre e persecuzioni che vogliono raggiungere altri paesi), altre da quella di nascondersi alla giustizia perché destinatarie di provvedimenti restrittivi o di altra natura, altre ancora per organizzare truffe in grande stile. Fatto sta che sono alcune migliaia, ogni anno, le persone, molte straniere, che vengono denunciate alla magistratura per l'utilizzo di falsi documenti personali. Se, poi, si pensa che vengono scoperti dalle forze di polizia solo una percentuale bassa di tali casi, se ne deduce che il fenomeno è piuttosto diffuso.

Gli ultimi casi sono di pochi giorni fa con l'arresto, a Bellizzi (Salerno), di un algerino che avrebbe falsificato i documenti per conto di cellule di terroristi fra cui gli autori delle stragi di Parigi e Bruxelles. Il secondo episodio a Nola, con cinque persone arrestate, tra cui un vigile urbano e un'impiegata dell'Anagrafe, coinvolte nella contraffazione di alcune centinaia di carte di identità già confezionate con tanto di foto e generalità per la comunità cinese sparsa sul territorio campano. Appena un anno fa, poi, con un'operazione della polizia di Stato di Vercelli che aveva interessato anche altre cinque province, erano finiti in manette nove stranieri ai quali erano stati sequestrati computer e stampanti per la falsificazione di patenti, passaporti e carte di identità.

Insomma, la domanda da soddisfare è in aumento costante e questo spiegherebbe il proliferare, in Italia e in tutta l'UE, di diverse strutture criminali, alcune autonome, altre inserite in organizzazioni più articolate, altamente specializzate nel settore. Un'attività, questa della produzione di documenti falsi, particolarmente redditizia, tenuto conto che a seconda del tipo di intervento richiesto, il costo del documento modificato può oscillare dai 2mila ai 5mila euro (e anche più). Un giro d'affari niente male, dunque, per gli specialisti del settore e , naturalmente, qualche rischio per chi fa uso di tali documenti. E' previsto, infatti l'arresto obbligatorio nella flagranza del delitto ma, si sa, nel nostro paese la detenzione carceraria è diventata sempre più rara. Un mercato che, peraltro, si sviluppa anche nelle pieghe oscure della rete, in quello che viene chiamato "deep web", dove, nel più completo anonimato, si possono acquistare droghe, armi e documenti falsi.

Un buon osservatorio su questo fenomeno è costituito dai controlli sui documenti presentati ai valichi di frontiera. Gli ultimi dati si riferiscono al primo bimestre del 2016 (fonte, Ministero dell'Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza). A cominciare da quelli di polizia di frontiera aerea che hanno registrato ben 494 casi di documenti falsi. L'aeroporto di Malpensa è stato l'ambito in cui si è registrato il maggior numero di casi (149), seguito da Fiumicino (141), Ciampino (37), Bologna (26) e Linate (17). Seguono gli aeroporti di Venezia (15), Napoli (13), Torino (9) e Treviso (4). Relativamente alle cinque principali nazionalità delle persone denunciate alla magistratura( in totale 356) per questo delitto, in testa troviamo gli albanesi (110), seguiti dai siriani (26), dagli iracheni (18), dai nigeriani (15), dai cinesi (13). Quanto alla nazionalità dei documenti quelli italiani sono stati i più numerosi (167 sul totale di 508), seguiti dai documenti greci (51), francesi (33), rumeni (32), spagnoli (28) e svedesi (14). I passaporti sono risultati i documenti falsi maggiormente usati (185), quindi le carte di identità e i permessi di soggiorno.

(© 9Colonne - citare la fonte)