“QUO CHI?”, GIANNI CANOVA ANALIZZA CHECCO ZALONE
Arriva “Quo chi?”, l’audiolibro scritto e letto da Gianni Canova, critico cinematografico, saggista e ordinario di Storia del Cinema e Filmologia all'Università IULM di Milano (prodotto da Volume Audiobooks). Il saggio analizza il successo dei film di Checco Zalone, la maschera comica più potente dell'Italia contemporanea. "Zalone – sottolinea Canova - ha ridato al cinema la sua potenza sociale. Ha fatto uscire di casa gli italiani e li ha riportati nel buio delle sale e nella luce del cinema". L’audiolibro sarà in vendita su iTunes acquistabile come un prodotto discografico e disponibile anche su audible.it. Volume Audiobooks (www.volumeaudiobooks.com) è una nuova società di produzione ed edizione di audiolibri con distribuzione internazionale specializzata nel genere varia: cinema, teatro, musica, arte, cucina e sport. Tra i prodotti fin qui realizzati l’audiolibro “Fantozzi”, letto dallo stesso Paolo Villaggio, e “I silenzi di Federer”, un saggio del filosofo francese André Scala sul tennista Roger Federer letto dal giornalista e conduttore del TG1 Francesco Giorgino.
“LA CASA DEL COLONNELLO” DI ALVISE LAZZARESCHI
Continua il successo del romanzo "La Casa del Colonnello", opera prima di Alvise Lazzareschi, edito da Rizzoli. Dopo essere stato ospite nel salotto culturale di Casa Sanremo Writers, il romanzo di Alvise sarà presentato domani, sabato 4 marzo, alle 16,30 nella Sala dei Sindaci del Comune di Pontremoli (Massa-Carrara). Questa location è particolare e suggestiva per presentare un'opera letteraria: Pontremoli è, infatti, la sede del prestigioso Premio Bancarella, e il libro sarà presentato dallo storico presidente del Premio, il Professor Giuseppe Benelli. Il romanzo è un omaggio ai monti Apuani, ai paesi e le genti di quei luoghi, ma soprattutto ai cavatori. Nessuno, prima aveva raccontato le cave, e chi ci lavora, in questa maniera, con tutte le emozioni e le tensioni che ne conseguono. E non poteva mancare l’amore, con due storie memorabili: quella tra il colonnello, che dà il titolo al romanzo, e una nobile veneziana, che vissero il loro breve ma intenso amore a Colonnata. La seconda storia d’amore, invece, è quella del giovane Valdemaro, il “filista” della cava, e di Selene, 14 anni, una delle donne che portavano (in testa), dal fondovalle alle cave, i sacchi di iuta pieni della sabbia (rena) che serviva per tagliare il marmo. Bastò uno sguardo per stare insieme tutta la vita.
MATTEO NUCCI RACCONTA LA SUA TOR DI VALLE
È giusto obbedire alla notte”, romanzo di Matteo Nucci edito da Ponte alla Grazie, sarà presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 18 marzo (ore 18): a dialogare con l’autore saranno Antonella Lattanzi e Stefano Gallerani. La location della storia raccontata da Nucci è Roma, e proprio la zona di Tor di Valle, al centro delle cronache per le vicende legate al nuovo stadio della Roma. Una storia ambientata ai margini della città che tutti conosciamo, dove il Tevere crea un’ampia ansa prima di correre verso il mare, e dove vivono uomini e donne che sembrano essersi incontrati solo grazie alle rispettive necessità. Fra baracche e chiatte, uniti dalla gestione di una trattoria improvvisata, mentre si alternano in piccoli lavori nei campi e nella guida dei turisti cittadini attratti dai loro lavori arcaici, essi hanno formato una comunità fuori dal tempo e dal mondo in cui oggi siamo abituati a vivere. Già da qualche anno, hanno accolto un uomo in fuga. Lo chiamano tutti “il dottore”, perché sembra venuto a offrire le sue cure a chi vive lì. Ma hanno anche intuito che quest’uomo, di quasi cinquant’anni, in realtà si è ritrovato fra loro per curare sé stesso. Qual è il suo passato? Quale il dolore che lo ha strappato alla sua casa? Mentre il respiro del fiume scandisce il tempo della lettura, veniamo attratti nella storia della sua vita, di sua moglie Anna e di sua figlia Teresa, delle sue perdite, del suo coraggio, del suo terrore. Accompagnati da racconti di nutrie, di cani, di animali fiabeschi, dai ritmi della natura che si approfondiscono nel cuore della città, conosceremo tutto di questo indimenticabile personaggio, antico e moderno assieme, e apprenderemo di nuovo come solo il dolore possa spingere l’essere umano alla rinascita. Una rinascita che passa per le mani di donne, e attraversa una notte cui è giusto obbedire. Matteo Nucci è nato a Roma nel 1970. Ha studiato il pensiero antico, pubblicando saggi su Empedocle, Socrate e Platone e una nuova edizione del Simposio. Nel 2009 è uscito da Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, “Sono comuni le cose degli amici”, finalista al Premio Strega 2010; nel 2011, il romanzo-saggio “Il toro non sbaglia mai”. Nel 2013 ha pubblicato il saggio narrativo “Le lacrime degli eroi” (Einaudi). I suoi racconti sono apparsi in antologie e riviste (soprattutto Il Caffè Illustrato e Nuovi Argomenti); i suoi articoli e reportage di viaggio escono regolarmente su Il Venerdì di Repubblica.
“CORPO ESTRANEO” DI ANNAROSA MACRÌ
C'è un otto marzo in bianco e nero, pieno di pioggia e di mimose in “Corpo estraneo” di Annarosa Macrì (Rubbettino, 2017), che segna una svolta nella vita di Bianca, la protagonista della storia. È nel giorno della festa delle donne che lei ricomincia da sola il suo cammino di donna che sola, in fondo, è sempre stata, un “corpo estraneo” che, come una matrioska, contiene dentro di sé altri mille “corpi estranei”, nel matrimonio, nella malattia, nella maternità, nel lavoro. Ma c'è una via d'uscita. "Tutto quello che mi fa soffrire, io lo partorirò", dice Karoline von Günderrode, una delle poetesse più amate da Bianca, che fa la giornalista e sa che "partorire" vuol dire "scrivere". Così Bianca ripercorre, scrivendola, la sua vita di donna a cavallo di due secoli e di due mondi, a partire da un Sud estremo, colto nel momento in cui si fa lambire dal boom economico, che è poi soprattutto boom edilizio, e un Nord investito, siamo in pieno Sessantotto, dalla illusione di una rivoluzione possibile, fino ad arrivare al crollo del secolo breve e del sogno di una possibile felicità, individuale e sociale. Bianca racconta la sua storia attraverso le storie e gli incontri con tante altre donne, che la sollecitano e la interrogano (ogni capitolo ha il nome di una donna), e che rappresentano l'eterna rete femminile di complicità e sinergia che ha sempre caratterizzato il mondo delle donne, che, tra la seconda metà del Novecento e il nostro secolo, ha conosciuto la più profonda rivoluzione culturale della sua storia. Un libro femminista, allora? "No, non sono stata mai femminista – dice Annarosa Macrì – anzi alcune conquiste delle donne nel campo della politica e dell'imprenditoria mi inquietano profondamente, perché, nonostante le belle parole e le buone intenzioni, le donne non hanno saputo costruire un modello di gestione del potere diverso da quello maschile. Forse era impossibile, non lo so. Il mio comunque, è un libro molto femminile e molto contemporaneo, nel quale molte donne potranno leggersi e riconoscersi. Annarosa Macrì, giornalista e scrittrice, ha lavorato in Rai nella redazione calabrese e accanto a Enzo Biagi in molti dei suoi programmi. Ha pubblicato A Berlino un bouganville (1988), Il mercante di storie (2009), Alì voleva volare (2010) e, per Rubbettino, L’ultima lezione di Enzo Biagi (2008) e Da che parte sta il mare (2013, premio Moncalieri per la narrativa).
“IL NUOVO UMANESIMO” DI MICHELE CILIBERTO
Non è un caso che oggi si parli molto di un nuovo Umanesimo: perché l’Umanesimo ridiventa attuale ogni volta che si riapre l’interrogazione sulla condizione dell’uomo e del suo destino. “Il nuovo Umanesimo” è il titolo de libro di Michele Ciliberto, edito da Laterza. Viviamo tempi in cui stanno cadendo gli architravi del vecchio mondo, e non sappiamo che caratteri avrà ciò che, nel bene e nel male, sta faticosamente nascendo. È in questo contesto, di crisi e di trasformazione, che il problema dell’uomo e del suo destino ridiventa centrale. La lezione dell’Umanesimo ritorna così particolarmente attuale. È possibile oggi un nuovo Umanesimo, un nuovo Rinascimento? Infatti, alla radice, esso è sempre stato un’interrogazione sulla condizione umana. Rileggerne i testi è, dunque, un’esperienza preziosa. Affiorano da queste pagine la visione dell’uomo come ‘grande miracolo’ ma anche giocattolo nelle mani degli dei; la concezione del mondo come teatro; la funzione della maschera; l’esercizio della dissimulazione; l’immagine come nuova chiave di accesso alla verità; la renovatio mundi; la ricerca di un nuovo significato dell’uomo nell’universo infinito; la funzione della praxis. Michele Ciliberto, presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento e socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, insegna Storia della filosofia moderna e contemporanea alla Scuola Normale Superiore e dirige la rivista “Rinascimento”. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Pensare per contrari. Disincanto e utopia nel Rinascimento (Roma 2005); Giordano Bruno. Il teatro della vita (Milano 2007); Rinascimento (Pisa 2015). Ha inoltre diretto le opere Giordano Bruno. Parole, concetti, immagini (Pisa 2014) e Croce e Gentile. La cultura italiana e l’Europa (Roma 2016). Per i nostri tipi: Giordano Bruno (1990); Introduzione a Bruno (1996); Biblioteca laica. Il pensiero libero dell’Italia moderna (a cura di, 2008); La democrazia dispotica (2011); Eugenio Garin. Un intellettuale nel Novecento (2011).
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