Undici tracce inedite, un grande progetto che mette insieme acustica ed elettronica, pop e musica d’autore: è il nuovo lavoro di Filippo Graziani. Figlio dell’indimenticato Ivan, l’eclettico cantautore Targa Tenco (ricevuta due anni fa con l’album d’esordio, “Le cose belle”), presenta a 9colonne il suo secondo album di inediti dal titolo “Sala Giochi” che uscirà il 16 giugno per Farn Music, distribuito da Universal Music Italia. Questi i brani contenuti nell’album: "E' vero o no", "Appartiene a te","Il mondo che verrà", "Tutto mi tocca", "Mettici vita", "La parte migliore", "Esplodere", "Credi in me", "Vicini e lontani", "Vorrei", "Dove è il mio posto". Alla batteria c’è il fratello Tommy ed il booklet è curato dal grande illustratore Tanino Liberatore.
Filippo, ascoltando “Sala Giochi” si ha l’impressioneche quando componi, lo fai come se ti trovassi dentro ad un videogame anni ottanta...
Proprio così. In Sala Giochi ho voluto dare un luogo fisico alle canzoni. I sapori che ho scelto per condire i miei brani sono stati quelli che respiravo nella mia adolescenza anni 80-90: i suoni dei videogame, che sono presenti nel disco, sono protagonisti assoluti. Come in quell’epoca in cui la fantasia la faceva da padrona.
In Sala Giochi descrivi però un mondo attualissimo, quello travolto dalla paura del terrorismo e dalla psicosi collettiva. Qual è l’àncora di salvataggio alla quale possiamo aggrapparci?
Non ho dubbi: l’amore ci salverà. Amore nel senso più ampio e nobile del termine, che è poi anche sinonimo di amicizia. Nel disco ho voluto esaltare la sicurezza che i rapporti fondati sull’amore sono in grado di infondere.
Con il tuo nuovo lavoro hai voluto scrivere una sorta di romanzo in musica…
‘Sala Giochi’ è un racconto, è una storia che segue tappe ben precise. C’è l’idea di un percorso. Ed è stato bello che molte persone, ascoltando i miei brani, lo abbiano intuito anche più di me. Non a caso Il Mondo Che Verrà, Dov’è il Mio Posto e Mettici Vita sono i titoli di alcune canzoni contenute nell’album.
Pensando ad un disco in cui sono stati messi insieme film, giochi, musica e suoni, qualcuno potrebbe accusarti di aver voluto fare un lavoro molto ambizioso…
Ben venga questa critica. Gli anni ottanta erano anche un po’ anni barocchi, ridondanti, pieni di tante cose. Però in questo disco parlo anche di altro: come il dolore, la rabbia, la frustrazione che si vive oggi. ll mio è un progetto bio-musicale, pensato e realizzato in un luogo bucolico per eccellenza come le colline romagnole. Non c’è nulla di artefatto o di elaborato.
Due anni e mezzo a comporre a casa da solo: un lavoro enorme. Cosa hai provato in quei giorni così intensi dal punto di vista creativo?
Sono sensazioni indicibili. E divertenti, al tempo stesso. Mi sono lasciato trasportare dalla musica. E’ lei la mia musa ispiratrice. Il testo viene di conseguenza. Le cose hanno iniziato a prendere forma da un’idea musicale, che poi ho tradotto in versi.
L’eredità musicale che tuo padre ti ha lasciato emerge in questo tuo nuovo lavoro. Ti rivedi un po’ in lui, nel suo stile di fare musica?
Eh no, non mi sento di avere la sua straordinaria dialettica musicale. Ma qualcosa della sua cattiveria acustica e dell'impostazione tecnica della chitarra, forse mi avvicina a lui. E ne vado molto fiero.
Qual è, oggi, il sogno nel cassetto di Filippo Graziani?
Mi piacerebbe molto scrivere musiche per la colonna sonora di un film. Sto aspettando solo l’occasione giusta.
Progetti in cantiere?
Stiamo preparando i live per questa estate. In un tempo ragionevole ho in programma di uscire con un nuovo, grande lavoro. State tranquilli: stavolta non vi farò aspettare tanto!
(© 9Colonne - citare la fonte)