Roma, 6 feb – Il regolamento del Festival di Sanremo dice che: “Le canzoni dovranno essere in lingua italiana, avere una durata massima di 3 minuti e mezzo, non contenere elementi che si pongano in violazione alla legge o lesivi di diritti, e non contenere messaggi, anche indirettamente pubblicitari o promozionali”. È proprio per rispettare quest’ultima norma ed evitare l’esclusione dalla manifestazione, che Simona Molinari, a Sanremo nella sezione proposte, cambierà una parte del testo del brano “Egocentrica”: “non distinguo una Skoda da una Punto da una Fiesta” sul palco dell’Ariston diventerà “non seguo la moda e non sono consumista non distinguo un fuoristrada da un’utilitaria usata”. La ventiseienne napoletana non rinuncerà invece al verso che contiene marche e marchio d’auto, nella versione del brano del disco, in uscita il 20 febbraio. Non è la prima volta che il festival della canzone italiana “censura” parole o temi: Sanremo non è solo una gara canora ma uno dei principali eventi mediatici della televisione italiana e non manca di sollevare ogni anno dibattiti e polemiche. Nel 1997 anche a Loredana Bertè fu imposta una modifica al brano: il testo “La luna”, scritto dall’estroversa cantante con Maurizio Piccoli, che cominciava con “Vaffan... luna”, all’Ariston diventò “Occhiali neri luna”. Diversamente andò per Giorgio Faletti, il suo “Minchia Signor tenente” passò il severo giudizio di critica e giuria, nel 1994. Franco Fanigliulo, uno tra i più originali cantautori italiani degli anni settanta, nel 1979 si presentò al Festival di Sanremo con il brano “A me mi piace vivere alla grande”: il testo subì alcune pesanti vicissitudini censorie. Alcune frasi della canzone vennero infatti, cambiate, e in particolare si ventilò l’ipotesi di vilipendio alla religione per il passaggio “E adesso che Gesù / ha un clan di menestrelli / che parte dai blue-jeans / e arriva a Zeffirelli...”. Nella stessa canzone, a Fanigiulo fecero cambiare “foglie di cocaina” in “bagni di candeggina”. Non va dimenticato nemmeno Luca Barbarossa: il cantautore romano nell’ ’81 dovrà cambiare il titolo di Roma puttana in Roma spogliata per potersi presentare a Sanremo. Infine, non si possono dimenticare le polemiche legate al cantante napoletano Federico Salvatore che a Sanremo portò un testo sull’omosessualità, “Sulla porta”: la canzone subì, a Sanremo, una modifica: il verso “sono un diverso mamma, un omosessuale” fu cambiato in “sono un diverso mamma e questo ti fa male”.
(Gil)
(© 9Colonne - citare la fonte)