DELEGAZIONE TRENTINA IN MISSIONE IN SUDAMERICA
(NoveColonneATG) Roma - È stata all'insegna del lavoro, dell'economia e dello spirito di iniziativa - che sovente caratterizza i trentini - la prima di una serie di visite istituzionali che il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha inaugurato il 24 settembre in Cile. A capo di una delegazione della quale fanno parte la consigliera Lucia Maestri, il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner e il presidente dell'Unione famiglie trentine all'estero, Mauro Verones, il governatore trentino ha infatti visitato a La Serena l'azienda La Alpina fondata e gestita dalla famiglia Erler, originaria della Valle di Cembra. Un vero e proprio gioiello che si sviluppa su diversi ettari attrezzati in stabilimenti e coltivazioni intensive di ortaggi. Ad accogliere la delegazione trentina, nel frattempo completata dalla presenza del Console onorario Aldo Albasini Broll, del Consultore Omar Daud Albasini, del presidente del Circolo trentino a La Serena, Tullio Albasini, tre generazioni Erler che nel tempo hanno saputo costruire una realtà imprenditoriale importante. Dal primo nucleo del mobilificio che ancora oggi sponsorizza la squadra di calcio de La Serena si è passati ad una grande fabbrica che dà lavoro a circa 200 dipendenti. Altrettanti trovano impiego invece nell'agroalimentare dove la famiglia Erler ha deciso di puntare per diversificare il business. Ed è qui che si sono messi in campo importanti investimenti in macchinari e soluzioni d'avanguardia per la coltivazione di carote (gli Erler riforniscono tutti i supermercati cileni) e la lattuga (di grande effetto la tecnica di coltivazione idroponica adottata). Quella dei Erler è una bella storia di emigrazione di successo, per nulla scontata se si considerano le condizioni di partenza tutt'altro che favorevoli. Chi partì negli anni Cinquanta ricevette dei lotti in pieno deserto, con un terreno con livelli di salinità elevati e pozzi non funzionanti. La vicinanza al fiume Elqui rappresentava un potenziale vantaggio, ma in ogni caso mancavano i macchinari e persino le case. I primi anni di colonizzazione furono quindi molto duri malgrado gli aiuti, ma col passare del tempo il progetto si rivelò buono e la maggior parte delle famiglie riuscì a produrre derrate alimentari da smerciare nei centri vicini. Oggi le condizioni generali sono di gran lunga migliorate, anche per merito di un forte investimento sulla scolarizzazione.
TRENTO IN CILE: CERIMONIA PER I 25 ANNI DELLA SCUOLA DE GASPERI
(NoveColonneATG) Roma - "Ovunque essa si trovi, la scuola è il luogo in cui impariamo a dare il meglio, otteniamo gli strumenti migliori per affrontare il futuro e cominciamo a renderci conto che è bello ricevere, ma anche dare". Lo ha detto il governatore del Trentino Ugo Rossi intervenuto a conclusione della cerimonia organizzata nella scuola italiana Alcide De Gasperi a La Serena (Cile) per ricordare il percorso fatto in oltre un quarto di secolo di vita dell'istituto scolastico che la Provincia autonoma ha sostenuto in diversi suoi progetti. L'ultimo, in ordine di tempo, la realizzazione del polo scientifico. La visita della delegazione trentina - oltre a Rossi erano presenti anche la consigliera Lucia Maestri, il presidente di Trentini nel mondo Alberto Tafner, quello dell'UFTE, Mauro Verones, il console onorario Aldo Albasini Broll - è iniziata proprio dai nuovissimi laboratori di matematica, fisica, chimica e biologia dove i ragazzi, alcuni giovanissimi, hanno offerto un'efficace presentazione dei loro programmi di studio e delle tecniche impiegate. A fare gli onori di casa la presidente della fondazione scuola, Caterina Pezzani in Callegari ed il preside, Carlos Slomp, presenti fra i tanti anche Franco Dalbosco (console onorario nella regione di Coquimbo), Pablo Albasini (console onorario della regione di Atacama), Omar Daud Albasini (consultore in Cile). "Vi ringrazio a nome della delegazione per l'accoglienza calorosa che ci avete riservato e che ci fa davvero sentire a casa - ha commentato il presidente Rossi - ma vi giunga per il nostro tramite anche il grazie di tutti i trentini, perché se oggi possiamo considerarci una terra prospera, lo dobbiamo anche a chi ha cercato all'estero le condizioni per migliorare la propria situazione, senza mai dimenticare la terra d'origine". Rossi ha parlato di sacrificio, impegno, lavoro duro, ma anche di intelligenza e capacità di mantenersi uniti nel ricordare le proprie radici. "Anche oggi ci avete dato prova di quell'attitudine di saper ringraziare al territorio che vi ha accolti, senza dimenticare da dove siete venuti. Aver scelto poi di investire in questa scuola è prova di lungimiranza perché è qui che si costruisce integrazione e prospettiva verso il futuro".Nell'istituto Alcide De Gasperi, nato nel '91 anche grazie ai contributi della società Italo trentina, del Circolo trentino e della Provincia autonoma di Trento, studiano oggi 640 ragazzi (il 40 per cento di origine italiana). Negli anni sono sorti il polo umanistico, il complesso sportivo, la biblioteca (che custodisce, come ha ricordato Caterina Pezzani, l'archivio trentino con tutti i documenti che testimoniano 66 anni di emigrazione trentina in Cile) e, da ultimo il polo scientifico intitolato a Galileo Galilei, in parte finanziato dalla Provincia. "Questa scuola - ha aggiunto Ugo Rossi - ha anche il merito di saper valorizzare due lingue e due culture. L'averla intitolata ad un grande trentino invita inoltre ad impegnarsi a favore della comunità, come Alcide De Gasperi ha saputo fare. Vi auguro di ottenere qui dentro tutti gli strumenti che vi permetteranno di raggiungere il vostro successo personale, ma al tempo stesso di saperlo mettere a disposizione degli altri".
TRENTO-CILE, ROSSI: CONFRONTO SU PERCORSO REGIONALIZZAZIONE
(NoveColonneATG) Roma - “Abbiamo visitato la nostra comunità trentina per ritrovarla, sono venuti negli anni cinquanta in Cile e quindi siamo passati a salutarli. Vogliamo mantenere le relazioni molto strette con loro e attraverso di loro evidentemente con il Cile”. Così il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, al termine di un incontro avvenuto nella casa del parlamento a Santiago con il presidente del Senato cileno, Andrés Zaldívar Larraín in occasione della missione in Sudamerica di una delegazione trentina che ha preso il via dal Cile e proseguirà in Argentina. “La visita a questo palazzo che rappresenta le istituzioni democratiche del Cile è stata anche l’occasione col vicepresidente e col presidente del Senato per affrontare temi che riguardano lo sviluppo dei nostri paesi- ha aggiunto Rossi - e credo che ci siano molti punti in comune: la grande incertezza culturale che c’è rispetto al valore della democrazia e al fatto che la politica riesca a dare delle risposte positive ai cittadini. C’è un po’ di incertezza in Italia e anche in Cile. Abbiamo parlato anche molto della nostra esperienza locale, del nostro territorio, che è un territorio piccolo, ma che fa della possibilità del regionalismo una delle sue cose più importanti e anche su questo ci siamo scambiati delle esperienze”. “Noi siamo un’autorità locale ma con molte competenze, siamo eletti dai cittadini e il nostro consiglio provinciale fa le leggi su molti aspetti della vita dei cittadini, tranne quelle che sono riservate allo Stato, la giustizia evidentemente, il fisco, l’ordine pubblico e i temi della difesa” ha continuato Rossi. “Per il resto – ha concluso - tutto viene deciso sul territorio: questa esperienza di autonomia e di autogoverno è uno dei temi di cui abbiamo parlato perché abbiamo saputo che anche in Cile si sta cominciando un percorso di regionalizzazione”.
TRENTINO-CILE: LEGAMI RAFFORZATI
(NoveColonneATG) Roma - "Abbiamo tante cose in comune". Così il presidente del Senato cileno, Andrés Zaldívar Larraín al termine di un incontro avvenuto nella casa del parlamento a Santiago con il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi. Parole che aprono una finestra su quel mondo di storia, emozioni e opportunità che l'emigrazione trentina in Sudamerica ancora oggi rappresenta. Quello con Larraín è stato uno degli incontri istituzionali con cui la delegazione trentina ha concluso la sua breve missione in Cile. Subito dopo la visita al Palazzo della Moneda, è stata la volta del colloquio con il vicepresidente del Senato, Guido Girardi, anche lui di origini italiane. È stata anche qui un'occasione per rimarcare l'importanza dell'esperienza di emigrazione trentina in Cile, che ha saputo produrre risultati di successo a beneficio di tutti, compresa la comunità ospitante. Molti i temi toccati durante la visita, dai cambiamenti socio economici che la nostra società sta attraversando, a tutte le latitudini ormai, alla questione energetica, dalla ricerca alla salute, dall'università all'export, fino alla governance dei territori ed al percorso che anche il Cile si appresta ad affrontare nell'ambito delle proprie riforme. Un argomento, quest'ultimo, affrontato subito dopo anche con il presidente Larraín al quale Rossi, accompagnato dalla consigliera provinciale Lucia Maestri e dal console onorario del Cile, Aldo Albasini Broll ha ricordato la particolarità del Trentino. "La nostra autonomia - ha detto - ci permette di decidere direttamente su tutti i settori che incidono sulla vita quotidiana dei nostri cittadini. Siamo convinti che i cittadini chiedono risposte veloci ai problemi di tutti i giorni, a maggior ragione nel mondo globalizzato che reclama un approccio diversificato che valorizzi le differenze". Di qui la disponibilità del Trentino a mettere a disposizione la propria esperienza per studiare i meccanismi dell'autogoverno. Da ultimo, la delegazione trentina è stata ricevuta nella sede dell'ambasciata italiana a Santiago. A fare gli onori di casa l'ambasciatore Marco Ricci presente anche la console Nicoletta Gliubich. Tra gli ospiti anche un rappresentante di GPI Group, società che si occupa di tecnologie e servizi dedicati alla sanità ed al sociale. Nata in Trentino alla fine degli anni Ottanta, GPI infatti ha aperto una filiale anche a Santiago. Nell'incontro si è parlato soprattutto delle grandi opportunità che offre ancora oggi un paese come il Cile, grande risorsa sotto il profilo di determinate materie prime (ferro e rame in particolare) e della filiera agroalimentare (vino, ortaggi) ma al tempo stesso anche di spazi in cui impiegare professionisti specializzati e sviluppare rapporti di collaborazione di tipo imprenditoriale come pure accademico.
TRENTINI D’ARGENTINA: VIAGGIO ALLA RICERCA DELLE RADICI
(NoveColonneATG) Roma - Si sa ben poco degli alberi se non si osservano anche le loro radici. E sono radici che vanno molto lontano quelle incontrate dalla delegazione trentina nel suo breve viaggio attraverso l'Argentina. Qui il presidente Ugo Rossi, la consigliera Lucia Maestri e i presidenti di Trentini nel mondo, Alberto Tafner e dell'Unione famiglie trentine all'estero, Mauro Verones, hanno incontrato dapprima i soci del Circolo trentino di Cordoba e successivamente alcuni imprenditori che attraverso le generazioni si sono conquistati un ruolo da protagonisti nell'economia dello Stato sudamericano. “La visita in Argentina dei rappresentanti delle istituzioni trentine è iniziata a Cordoba, nel centro che da anni funge da richiamo per i discendenti dei nostri concittadini partiti nel secolo scorso in cerca di fortuna” si legge in una nota. A fare gli onori di casa al Circolo di Oncativo la presidente Sonia e il consultore Gustavo Fabian Cristofolini che ha accompagnato i trentini anche durante le tappe successive. La scelta della prima meta è caduta su Cantieras San Nicolas dove da più di 25 anni la famiglia Pedrotti (originaria di Cavedine) coltiva l'estrazione di un particolare inerte (aridos) utilizzato per calcestruzzi e conglomerati bituminosi. "I nostri nonni sono arrivati qui a metà degli anni Venti - hanno spiegato Irma e Josè - lavorando dapprincipio in agricoltura". Nel 1980 la famiglia Pedrotti rileva una cava che oggi si estende per circa cinquanta ettari e dà lavoro a 45 persone. Gigantesche le macchine usate per l'attività. Le forniture interessano l'intero mercato nazionale. Subito dopo la delegazione si è spostata sulle rive del grande lago Los Molinos dove su circa dieci ettari si estende un complesso residenziale-turistico gestito dai coniugi Aldo Menicetti e Nora Donini, quest'ultima originaria di Molveno. Altro protagonista di questa avventura imprenditoriale il progettista del complesso, Walter Baitella la cui famiglia è originaria di Madrano (il nonno era partito da solo a 17 anni per raggiungere un fratello già emigrato in Argentina). L'arte dell'accoglienza e lo splendido scenario del lago sono gli ingredienti dell'attività organizzata nella vendita e affitto dei lotti e delle villette particolarmente frequentate in estate da chi ama il nuoto, la vela e la pesca. La terza tappa si è sviluppata nel territorio del comune di Villa General Belgrano, dapprima presso il centro culturale, con il comitato di accoglienza guidato dal sindaco Sergio Daniel Favot che ha proposto canti e una caratteristica cerimonia di benvenuto e scambio di doni. Nell'incontro ci si è soffermati in modo particolare sulla necessità di rilanciare il gemellaggio con il comune di Tuenno, ora confluito nel comune unico Ville d'Anaunia che ha già fatto sapere attraverso il presidente Rossi la disponibilità a riprendere la collaborazione. "Del resto - ha commentato Rossi - è proprio attraverso le relazioni che ci mettiamo in gioco per costruire un futuro migliore". La visita è poi proseguita al centro di formazione agraria, già in passato oggetto di un sostegno della Regione per la costruzione di due aule didattiche. Infine il ritrovo nella sede dell'Associazione italiana che cura una serie di attività (come le lezioni in lingua, il ballo, le proposte culturali) che hanno il merito di mantenere uniti i discendenti dei nostri emigrati. In serata l'ultima tappa, a Colonia Tirolese dove l'intendente Remigio Costa Lauret ha consegnato l'attestato di ospitalità ai presidenti Rossi, Tafner e Verones invitandoli con tutta la comunità dei discendenti trentini ad un momento di festa al quale ha partecipato anche il Console generale d'Italia Marco Matacota Cordella. "Siamo orgogliosi di essere qui - ha detto Rossi - per constatare ancora una volta gli effetti positivi dell'impegno dei trentini anche nei confronti del paese che li ha accolti. Assieme alle due associazioni, la Provincia cerca di mantenere il più possibile i contatti con i propri figli all'estero. Questo per due motivi: anzitutto per la gratitudine che va espressa nei confronti di chi, cercando in un altro paese di migliorare le proprie condizioni ha contribuito a far crescere anche il Trentino; in secondo luogo per il fatto che ci insegnate a non dimenticare le nostre radici spronandoci nel contempo a sviluppare quell'attitudine al contatto con l'altro, al saper stare insieme che permette di guardare al futuro con fiducia".
ROSSI (TRENTO) IN ARGENTINA: RELAZIONI NECESSARIE PER MONDO MIGLIORE
(NoveColonneATG) Roma - “Per noi è un onore e naturalmente un grande piacere essere qui”. Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi oggi a Cordoba insieme a una delegazione di cui fanno parte la consigliera Lucia Maestri e i presidenti di Trentini nel mondo, Alberto Tafner e dell'Unione famiglie trentine all'estero, Mauro Verones. Oggi la delegazione ha incontrato i soci del Circolo trentino di Cordoba e successivamente alcuni imprenditori che attraverso le generazioni si sono conquistati un ruolo da protagonisti nell'economia dello Stato sudamericano. Rossi in un’intervista rilasciata alla tv locale di Villa general Belgrano (Cordoba) ha spiegato le motivazioni della missione in Argentina: “Siamo venuti a salutare i nostri fratelli trentini e a ricordare soprattutto i lori avi che sono venuti qui perché cercavano un mondo migliore. Oggi noi abbiamo una grande responsabilità: cercare di consegnare un mondo migliore a i nostri figli e per fare un mondo migliore bisogna intrecciare relazioni, conoscersi, fare amicizia e aiutarsi. E questo – ha concluso Rossi - lo vogliamo fare anche quando c’è una grande distanza. Anche quando c’è un Oceano in mezzo si può fare”.
TRENTINI IN ARGENTINA, RICORDO DI FALCONE E BORSELLINO
(NoveColonneATG) Roma - "Fare il proprio dovere, ad ogni costo". La frase richiama uno degli insegnamenti più noti di Alcide De Gasperi che il presidente della Provincia autonoma a di Trento, Ugo Rossi, ha voluto ricordare partecipando a Buenos Aires alla conferenza organizzata dall'Archivio nazional de la memoria in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a 25 anni dalla tragica scomparsa. All'incontro, al quale era presente tra gli altri anche l'ambasciatrice italiana Teresa Castaldo, hanno partecipato anche la consigliera provinciale Lucia Maestri, assieme alla delegazione trentina in missione in questi giorni in Sudamerica, ed alcuni dei consultori trentini che il 29 settembre animeranno il più importante appuntamento annuale per l'emigrazione trentina Quello della lotta alla mafia, quindi, diventa il paradigma del rifiuto di qualsiasi forma di inquinamento della democrazia. De Gasperi ne diventa quindi un simbolo, come pure i due giudici perché è proprio attraverso l'esercizio di una giustizia libera che si difende l'ideale democratico. "Ciascuno di noi - ha commentato Rossi - ha un dovere da compiere: quello di essere un cittadino serio, obiettivo che si raggiunge anche rispettando le regole, a partire da quelle semplici, come dare la precedenza ai pedoni sulle strisce o non gettare i rifiuti per strada. È una questione anzitutto culturale, ed è solo facendo crescere questa cultura che anche fenomeni gravi come quello della mafia possono essere debellati". Richiamando la visita effettuata poco prima all'ESMA, il museo sorto nel luogo che fu il più grande centro clandestino di detenzione, tortura e sterminio durante l'ultimo governo militare argentino (1976-1983), Rossi ha quindi aggiunto "Abbiamo visto come dalla tragedia dei desasparecidos l'Argentina abbia saputo consegnare al mondo un grande esempio: non lasciare spazio alla vendetta ma affidarsi alla giustizia ed alle sue regole. Quella stessa giustizia alla quale gli stessi Falcone e Borsellino hanno dato la vita. Solo così possiamo guardare al futuro con fiducia".
BUENOS AIRES-TRENTINO: DUE AUTONOMIE, STESSA VOGLIA DI ESSERE PROTAGONISTI
(NoveColonneATG) Roma - L'appuntamento promosso all'archivio della memoria chiudeva una giornata ricca di incontri importanti per la delegazione trentina che, trasferitasi da Cordoba, è stata accolta a Buenos Aires nella sede della Legislatura dal deputato Octavio Calderon. È stata l'occasione per ricordare il legame molto forte tra Italia e Argentina. "Anche i trentini - ha detto Rossi - hanno contribuito allo sviluppo di questo paese. A modo loro, a volte con timidezza iniziale ma grande senso del lavoro, dell'impegno e dell'affidabilità. E al tempo stesso anche di solidarietà, una caratteristica che contraddistingue anche le iniziative che la Provincia autonoma continua a promuovere attraverso le proprie associazioni". Un piccolo contributo, che viene da un territorio piccolo. "Contiamo appena cinquecentomila abitanti - ha spiegato Rossi - ma l'autonomia speciale attraverso la quale questa comunità si autogoverna potrebbe essere un esempio interessante anche per altri, se vediamo l'autonomia come il modo con cui un popolo può davvero scegliere la sua strada verso il futuro".
Trentini nel mondo, la nuova meta dell'emigrazione: il futuro
La sfida è far sì che ogni volta che si pronuncia la parola emigrazione non si pensi automaticamente al passato, bensì al futuro. È il messaggio più forte uscito dalla due giorni di consulta dei rappresentanti degli emigrati trentini che si è svolta a Buenos Aires alla presenza del presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, della consigliera provinciale Lucia Maestri e dei rappresentanti delle due associazioni del settore, Alberto Tafner (Trentini nel mondo) e Mauro Verones (Unione famiglie trentine all'estero).
DUE GIORNI DI CONFRONTI La capitale argentina giovedì e venerdì ha ospitato la riunione annuale dei "consultori", figure centrali della complessa e ramificata organizzazione che si è sviluppata nei decenni per mantenere e incentivare i collegamenti fra il Trentino ed i suoi cittadini partiti in varie fasi storiche alla ricerca di miglior fortuna.
LE COMUNITA’ ALL’ ESTERO Anche per la comunità trentina, quello migratorio è un fenomeno dalle proporzioni imponenti e dai profondi risvolti culturali, sociali ed economici. “Non c'è continente, in pratica, che non abbia accolto nostri emigrati, anche se è proprio il Sudamerica - in particolare Brasile, Argentina, Cile - a contare il maggior numero di discendenti” ricorda con una nota la Provincia autonoma di Trento. “I rapporti presentati alla consulta, ad esempio da Elton Diego Stolf e Alceu Xenofontes Lenzi (che si dividono gli spazi immensi del Brasile) sono eloquenti, come pure quelli di Laura Vera Righi (Uruguay), di OMar Daud Albasini (Cile), Leonardo Cortes Manica (Messico), Lucia Larentis Flaim (Canada), Luca Dorigatti (Stati Uniti), Gustavo Fabian Cristofolini e Mariano Roca (Argentina): le comunità di trentini all'estero hanno bisogno di essere coinvolte, apprezzano i progetti di interscambio ma soprattutto palesano il rischio che le nuove generazioni perdano il contatto con quel grande patrimonio umano e culturale rappresentato dall'esperienza, quasi sempre difficile e dolorosa, di migliaia di migranti”.
LA NUOVA FRONTIERA DELL'EMIGRAZIONE "La nuova frontiera dell'emigrazione - ha commentato la consigliera Lucia Maestri che ai lavori ha portato i saluti del consigliere Civettini assente per motivi di salute - è proprio quella giovanile. Dobbiamo impegnarci pertanto per dare un forte messaggio: qui ci occupiamo di presente e di futuro, al di là dei momenti dedicati alle tradizioni trentine". Gli Spunti in tal senso non sono mancati, dalla richiesta di incrementare gli interscambi giovanili (negli Stati Uniti sono stati un successo, mentre il Cile chiede ad esempio di allargare i gemellaggi con le scuole, finora assicurati positivamente dai Licei Prati e Da Vinci di Trento e dal Russel di Cles), o lavorare per il riconoscimento dei titoli scolastici fino alla sottoscrizione di nuovi accordi con le università (accanto ai protocollo già promossi) e all'utilizzo di borse di studio.
LE IMPRESE Allo stesso tempo occorre muoversi sul versante delle imprese. La visita della delegazione trentina in questi giorni è servita per toccare con mano non solo la capacità imprenditiva dei nostri concittadini all'estero, ma anche per individuare quali, fra le potenzialità dei paesi ospitanti, concretamente aderiscono alle politiche di sviluppo adottate in Trentino.
IL GOVERNATORE ROSSI "Disponiamo di uno strumento importante - ha detto il governatore Ugo Rossi - che è la rete tenuta viva grazie al lavoro che state facendo assieme alle associazioni. Aiutateci ad individuare pochi ma precisi macro obiettivi che devono entrare a far parte della programmazione di questo settore, ricordando che possiamo disporre di una legge specifica, ancora estremamente attuale". "La competitività - ha aggiunto Rossi - è il frutto di una cultura veicolato dal fattore umano: siamo consapevoli che gli emigrati trentini hanno saputo portare nel mondo l'immagine di un popolo che si impegna, che lavora, che è affidabile. Proviamo a pensare allora a come utilizzare questa rete, che per sua natura è sociale e culturale, anche in chiave economica, ovviamente senza snaturarla". Uno stimolo questo, che del resto arriva da più di un consultore quando si richiama la necessità di sviluppare una rete business, alimentata sì dalla raccolta dati riferiti ai nostri emigrati all'estero, ma al tempo stesso autonoma. “Anche perché - ha ricordato Francesco Fabian Nardelli presidente della federazione degli italiani del sud Argentina - non tutti i trentini che sono qui frequentano i circoli e sarebbe interessante cercare di coinvolgerli tutti". Consultori, insomma, che si riconoscono nel ruolo di "ambasciatori" del Trentino e che alla loro terra di origine guardano con attaccamento, impegno e quell'oggettività che a volte la distanza rende più facile. Probabilmente è questo che ha fatto dire a Luca Dorigatti: "Abito a Palo Alto e vi dico: guardate che la Silicon Valley è in Trentino. Dovete solo rendervene conto, abbandonare la mentalità che tende a lamentarsi sempre ed impegnarsi a mantenere fiduciosi questa visione". (red- 30 set)
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