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GIORNO DEL RICORDO, NAPOLITANO “NON DIMENTICHIAMO LE SOFFERENZE”

GIORNO DEL RICORDO, NAPOLITANO “NON DIMENTICHIAMO LE SOFFERENZE”

Roma, 10 feb - “Questa cerimonia cade in un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune”: così, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, aprendo il suo discorso al Quirinale per il “Giorno del ricordo” in memoria delle vittime delle Foibe, torna sulla vicenda di Eluana Englaro, sulla quale dopo la notizia della morte della donna, aveva invocato “il silenzio che un naturale rispetto umano esige da tutti”. Riguardo al “Giorno del ricordo”, Napolitano afferma che “la memoria che coltiviamo innanzitutto è quella della dura esperienza del fascismo e delle responsabilità storiche del regime fascista, delle sue avventure di aggressione e di guerra”. La consapevolezza di questa responsabilità, ha affermato il presidente, trova la sua “espressione più alta” proprio nell’articolo 11 della nostra Costituzione, “là dov’è sancito il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”. Questo, sottolinea Napolitano, ci fa ricordare “le sofferenza inflitte alla minoranza slovena negli anni del fascismo e della guerra, ma non possiamo nemmeno dimenticare le sofferenze, fino a un’orribile morte, inflitte a italiani assolutamente immuni da ogni colpa”. Il capo dello Stato si è detto “lieto dei chiarimenti avuto il 31 gennaio scorso dal presidente sloveno”, riferendosi alle modalità in cui vengono ricordate le sofferenze dei profughi istriani, fiumani e dalmati: “Non possiamo non sentirci vicini - ha detto Napolitano - a quanti hanno sofferto comunque di uno sradicamento a cui è giusto che si ponga riparo attraverso un’obiettiva ricognizione storica e una valorizzazione di identità culturali, di lingua, di tradizioni che non possono essere cancellate. Nessuna identità può essere sacrificata o tenuta ai margini nell’Europa unita che vogliamo far crescere anche insieme alla Slovenia e alla Croazia democratiche”. Sui rapporti con la Slovenia, il capo dello Stato ha inoltre sottolineato che “le nuove generazioni non possono lasciar pesare sull’amicizia tra i nostri paesi le colpe e le divisioni del passato. Spetta ad esse fare opera di verità e di giustizia nello spirito della pace e dell'integrazione europea, sempre rendendo omaggio alla memoria delle vittime e al dolore dei sopravvissuti con lo sguardo più che mai volto al futuro”.

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