DONNE E GIOVANI PER RILANCIARE L’ASSOCIAZIONISMO
Il 2018 sarà l’anno delle conferenze per il Consiglio generale degli italiani all’estero. Ci sarà quella dei giovani italiani nel mondo, forse a Palermo – come ha proposto la consigliera Maria Chiara Prodi – e quella delle donne in emigrazione, inserita nell’ambito dell’Anno europeo del patrimonio culturale. Le donne italiane all’estero sono state protagoniste dell’Assemblea plenaria del Cgie (dal 22 al 24 novembre alla Farnesina), con una celebrazione della prima Conferenza delle donne in emigrazione, svoltasi nel 1997. “Se si parla di competenze nel restauro, di musica, di teatro, di educazione, le donne ci sono”, ha commentato l’eurodeputata Silvia Costa. Quello che bisogna “individuare meglio è il ruolo importante che le donne hanno avuto e continuano ad avere nell’aspetto del dialogo interculturale e interreligioso – ha continuato l’eurodeputata -. Il 2018 sarà l’Anno europeo del patrimonio culturale, ma sarà anche l’anno dedicato al valore del patrimonio e le donne sono, con la loro mediazione, un grande patrimonio dell’umanità”. Si configura quindi una collaborazione tra il Parlamento europeo, in cui Costa è membro della Commissione Cultura, e il Consiglio generale degli italiani all’estero, per inserire il ruolo delle donne in emigrazione nelle celebrazioni del prossimo anno. “La donna è produttrice di cultura, è creatrice di bellezza e fa parte del patrimonio dell'umanità”, ha commentato Silvana Mangione, vicesegretaria del Cgie. Partendo da due punti, “le testimonianze delle donne, che rappresentano il patrimonio più prezioso, e le reti delle donne in Italia e all’estero”, Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all'estero e le Politiche migratorie della Farnesina, dà quattro indicazioni di percorso che potrebbero portare a un più ampio coinvolgimento delle donne in emigrazione. “Il primo è l’importanza di inserire la donna nella trasmissione dello slogan ‘Vivere all’italiana’ – ha detto Vignali -; continuare poi a sviscerare il tema della nuova mobilità e ci piacerebbe vedere questo tema anche in una prospettiva di genere”. La terza indicazione è “inserire il tema delle donne nella Conferenza dei giovani italiani nel mondo” e, infine, “coinvolgere le donne per rilanciare l’associazionismo italiano nel mondo”. Sulla nuova mobilità, invece, ci sono “elementi importanti da cogliere”, ha commentato Vignali. Prima di tutto, commenta il direttore generale per gli Italiani all'estero e le Politiche migratorie della Farnesina, “parlare di fuga di cervelli è fuorviante. Esiste un flusso che riguarda laureati e iper-specializzati, ma c’è una maggioranza in movimento che fa parte di un altro tipo di mobilità”. Secondo Vignali c’è un “problema di mancato riconoscimento del merito che porta la gente ad andarsene” mentre tra gli elementi di stabilità ci sono “le difficoltà di chi emigra, i rischi di sfruttamento, la voglia di tornare”. L’obiettivo, ha sottolineato Vignali, è “trasformare questi flussi da unidirezionali a circolari, per recuperare l’investimento che abbiamo fatto sulle persone e recuperare delle personalità professionali arricchite”
VIGNALI (DGIEPM): ABBIAMO BISOGNO DI VOCI DAL TERRITORIO
Dalla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero “ci aspettiamo un dibattito franco e concreto, che aiuti a orientare anche le scelte dell’Amministrazione”. Lo ha detto a 9Colonne il direttore generale per gli Italiani all'estero e le Politiche migratorie del ministero degli Esteri, Luigi Maria Vignali, a margine della plenaria del Cgie alla Farnesina. Vignali pone l’accento sull’importanza di una “consapevolezza del fenomeno degli italiani all’estero. L’Amministrazione ha bisogno di voci dal territorio e la riforma della rappresentanza deve dare efficacia a queste voci, deve consentire alla comunità di esprimersi, deve rappresentare i suoi bisogni, le sue esigenze”. Con il Cgie ci deve essere “un’interlocuzione costante – conclude Vignali - volta al miglioramento dell’offerta dei servizi per le nostre collettività all’estero”.
VIGNALI (DGIEPM): DALLE RISORSE ALLE EMERGENZE, SERVE CONFRONTO
“E’ assurdo prescindere da un rapporto di condivisione con il Cgie, abbiamo bisogno di chi ci orienti nei servizi, per svilupparli, per capire cosa fare, cosa fare meglio e cosa fare diversamente, abbiamo bisogno di una voce degli italiani all’estero che ci aiuti a una distribuzione più equilibrata delle risorse – poche - di cui disponiamo”. Lo ha detto il direttore generale per gli Italiani all'estero e le Politiche migratorie del ministero degli Esteri, Luigi Maria Vignali, intervenendo alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina. “Abbiamo bisogno di comprendere i carichi di lavoro delle nostre sedi – ha continuato Vignali -, di chi ci aiuti a comprendere le nuove richieste degli italiani all’estero, le loro sensibilità”. Secondo Vignali c’è bisogno di un “Cgie che ci accompagni nei percorsi di formazione e di cambiamento con stimoli, idee e un confronto permanente” soprattutto su due temi, “la digitalizzazione dei servizi e la nuova mobilità, che è un tema ineludibile”. “Abbiamo bisogno anche di stimoli e di un confronto serrato sulle situazioni di emergenza, di crisi”, ha continuato Vignali facendo riferimento “al Venezuela, ai cittadini che stanno vivendo le attese legate alla Brexit, ma anche alle emergenze in Zimbabwe, o in Sudafrica che vive una stagione di pericoli”.
SCHIAVONE: RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA E’ UN TEMA SENTITO
“Il tema della riforma degli organismi di rappresentanza è un tema significativo e delicato perché da un anno, da quando abbiamo iniziato effettivamente i lavori di questo Consiglio, abbiamo assunto l’impegno di avviare un processo di riforma dei Comites e Cgie, alla luce di quanto sta succedendo in Italia, per cercare di rendere più efficaci questi organismi di rappresentanza di primo e secondo livello”. Così Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, aprendo alla Farnesina la plenaria del Cgie. “Nella proposta, soprattutto per quanto riguarda la riforma del Cgie, è previsto un lavoro stretto tra questo Consiglio e i 18 parlamentari eletti all’estero che ci rappresentano alla Camera e al Senato – ha continuato Schiavone -. È un tema sentito, non obbligato ma sentito: nella discussione dovremmo sforzarci di portare a compimento queste proposte”. “Abbiamo sempre lavorato in maniera armoniosa, la discussione ha recepito le istanze dei Comites, degli enti di organizzazione presenti sul territorio e di singole persone – ha concluso Schiavone -. Quanto è proposto è di per sé una riscrittura di come pensiamo debba essere questa rappresentanza negli anni futuri”.
NEL 2018 LA CONFERENZA STATO-REGIONI-PA-CGIE
“Il MAECI ha avviato con il CGIE un tavolo tecnico, per coordinare la preparazione della prossima Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome -CGIE, organo previsto dall’art.17 della legge 198 del 1998, che ha il compito di ‘indicare le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche del Governo, del Parlamento e delle Regioni per le Comunità italiane all’Estero’. Il Governo sostiene con convinzione l’utilità di tale tavolo tecnico – e si impegna a mantenerne la costanza - per i benefici che possono derivarne per le nostre comunità all’estero e per agevolare il reinserimento dei connazionali che intendano ritornare in Patria”. E’ quanto si legge nella relazione di governo sulle politiche per gli italiani all’estero, presentata all’Assemblea Plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina. “Come si è visto nei lavori del tavolo tecnico di questi giorni, il suo approccio fattuale favorisce l’emergere di nuove idee e i contatti diretti e operativi necessari per attuarle – continua la relazione -. L’obiettivo è di avviare l’organizzazione della Conferenza in modo che questa possa essere convocata dal Presidente del Consiglio dei Ministri auspicabilmente fra la fine del 2018 e l'inizio del 2019. Riteniamo rilevante per il successo dell’iniziativa il coinvolgimento dei protagonisti dell’associazionismo italiano nel mondo e a livello nazionale. In tal modo sarà possibile completare il quadro dei vari attori della società civile e istituzionale chiamati a produrre un contributo importante per rafforzare la dimensione e l’articolazione delle politiche rivolte alle nostre Comunità all’estero”.
RAPPRESENTANZA ALL’ESTERO: LA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE
“Nel corrente esercizio finanziario lo stanziamento sui capitoli relativi ai Comites è stato pari rispettivamente a Euro1.254.243,00 sul capitolo 3103 e Euro 67.252,00 sul capitolo 3106. Per quanto riguarda il cap. 3103, in aggiunta i contributi per le spese di funzionamento, abbiamo destinato complessivamente euro 209.726,5 per la realizzazione di progetti specifici promossi da 30 Comites. Lo stanziamento sul capitolo 3131 relativo alle spese per il funzionamento del CGIE, grazie all’integrazione disposta dalla legge di assestamento n. 157 del 3 ottobre 2017, è stato complessivamente pari a Euro 607.479”. E’ quanto si legge nella relazione di governo sulle politiche per gli italiani all’estero, presentata all’Assemblea Plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina.
VOTO ESTERO: AVVIATA LA MACCHINA INFORMATIVA
Per quanto riguarda “la nuova normativa elettorale e il prossimo rinnovo del Parlamento italiano, la legge 3 novembre 2017, n. 165, delinea per il territorio nazionale un sistema elettorale misto: 232 seggi alla Camera e 116 seggi al Senato sono assegnati in collegi uninominali con formula maggioritaria. I restanti seggi sono assegnati con metodo proporzionale. La nuova Legge – le cui modifiche sono state volute dal Parlamento e rispetto alle quali il Governo non ha espresso parere - non altera invece l’impianto del voto all’estero previsto dalla 459/2001, anche se apporta alcune modifiche con riguardo alla presentabilità di candidature nella circoscrizione Estero e in Italia, nonché di accesso alla rappresentanza dei candidati che siano espressione della minoranza linguistica slovena. E’ inoltre ampliato il termine per l'opzione dei temporanei per l'esercizio del diritto di voto all'estero”. E’ quanto si legge nella relazione di governo sulle politiche per gli italiani all’estero, presentata all’Assemblea Plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina. “La rete delle Ambasciate e dei Consolati italiani organizza le operazioni che consentono l’esercizio del diritto di voto per corrispondenza da parte dei connazionali residenti all’estero – si legge ancora -. Il numero di questi ultimi si attesta, al 31.12.2016, a 4.973.942 (dati del Ministero dell’Interno). A seguito delle modifiche introdotte dalla Legge n. 52/2015, come noto potranno votare per corrispondenza anche i cittadini italiani che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano in un Paese estero nel quale non sono residenti per un periodo di almeno tre mesi, nel quale ricade la data di svolgimento della consultazione elettorale. Lo stesso beneficio si applicherà agli appartenenti alle Forze Armate e di Polizia che si trovano temporaneamente all’estero per svolgere missioni internazionali”. “La campagna informativa sull’AIRE, che abbiamo già lanciato, le istruzioni dirette a sensibilizzare la rete sull’importanza di un costante aggiornamento degli schedari consolari, la possibilità di avvalersi di fondi integrativi ove per assumere appositi digitatori, rappresentano utili iniziative cui daremo nuovo stimolo anche in vista delle preparazioni del processo elettorale all’estero – continua la relazione di governo -. L’aggiornamento delle posizioni anagrafiche ed il loro allineamento con l’AIRE rappresentano infatti attività propedeutiche ai fini della corretta impostazione degli elenchi a utilizzare a fini elettorali. Con l’approssimarsi della scadenza naturale della legislatura, procederemo a diramare prossimamente prime istruzioni alla rete degli Uffici all’estero, al fine di: acquisire i preventivi di spesa, onde individuare il fabbisogno finanziario complessivo, in vista della richiesta da presentare al Ministero dell’Economia; informare i connazionali residenti all’estero circa la possibilità di esercitare sin da ora l’opzione per il voto in Italia (Legge 459/2001, art. 4, comma 1), dandone comunicazione scritta alla rappresentanza diplomatico-consolare del luogo di residenza entro il 31 dicembre; fornire indicazioni in materia di pubblicità dei dati contenuti negli schedari consolari a fini elettorali, autentica delle firme di sottoscrizione delle liste dei candidati e rilascio di certificati di iscrizione negli elenchi degli elettori delle sedi”.
VENEZUELA: ULTERIORI FONDI PER GLI ITALIANI
“Seguiamo con crescente preoccupazione l’evolversi della situazione politica ed umanitaria in Venezuela. I disagi vissuti della numerosa comunità italiana di oltre 140.000 persone - le cui condizioni di vita risentono pesantemente dell’aggravarsi della crisi economica e sociale in cui versa il paese – sono infatti al centro della nostra attenzione. Abbiamo adottato specifici provvedimenti per tutelare i nostri connazionali più vulnerabili quali integrazione del minimo pensionistico e soprattutto il piano straordinario di assistenza ai gruppi più vulnerabili (del valore di 1 milione di euro) che è servito ad effettuare al 31 ottobre 2017 ben 9740 interventi (il 30% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). A questo si è aggiunta un'ulteriore tranche di 300.000 Euro che il MAECI ha inviato appena due giorni fa in considerazione del particolare aggravamento delle locali condizioni economiche e sociali”. E’ quanto si legge nella relazione di governo sulle politiche per gli italiani all’estero, presentata all’Assemblea Plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina. “Il MAECI ha inoltre deciso di sospendere l’adeguamento della tariffa percepita per i servizi consolari al tasso di svalutazione della moneta venezuelana, onde evitare ulteriori ripercussioni negative sui già provati gruppi vulnerabili della comunità italiana residente nel Paese – si legge ancora nella relazione -. Il MAECI continua inoltre a pressioni sul Governo di Caracas per permettere la fornitura diretta di beni di prima necessità e dei medicinali”.
BREXIT: UN PIANO DI RAFFORZAMENTO DEL CONSOLATO DI LONDRA
"Le incertezze determinate dall’avvio del negoziato Brexit hanno prodotto un repentino incremento della domanda di servizi consolari da parte dei connazionali che vivono nel Regno Unito, in particolare nei settori dell’AIRE, dello stato civile e della cittadinanza. Per tali ragioni la Farnesina sta realizzando un piano di rafforzamento del Consolato Generale a Londra”. E’ quanto si legge nella relazione di governo sulle politiche per gli italiani all’estero, presentata all’Assemblea Plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina. “Le prime immediate misure stanno riguardando il rafforzamento dell’organico dell’Ufficio consolare di Londra, anche ricorrendo allo strumento delle assegnazioni temporanee, per consentire lo smaltimento degli arretrati e una più sostenibile ripartizione dei carichi di lavoro – prosegue la relazione di governo -. E’ stato inoltre disposto un finanziamento straordinario alla Sede per consentirle di impiegare lavoro interinale, per fronteggiare l’emergenza creata dalla ingente numero di pratiche di iscrizioni AIRE. Nel corso della preparazione alla Brexit siamo inoltre pronti ad aprire un Ufficio consolare a Manchester”.
UN TAVOLO INTERISTITUZIONALE CON IL MINISTERO DEL LAVORO
“Confermiamo l’intenzione di sensibilizzare ancora il Ministero del lavoro alla convocazione di un apposito tavolo di lavoro inter-istituzionale ad hoc, con il coinvolgimento di tutti gli attori della società civile, delle istituzioni, del mondo sindacale e delle imprese, per far sì che la questione” della nuova mobilità “venga conosciuta e si possano offrire delle chiavi interpretative per chi decide di partire per l’estero in termine di corretta informazione, oltre che di preparazione - anche linguistica. Al tempo stesso, dovremo ragionare su quelle ‘politiche attive del lavoro’ in grado di facilitare il recupero della cosiddetta ‘mobilità circolare’ e di recuperare all’Italia il bagaglio di competenza, le nuove identità professionali e umane, il valore aggiunto dell’esperienza all’estero”. E’ quanto si legge nella relazione di governo sulle politiche per gli italiani all’estero, presentata all’Assemblea Plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina.
OBIETTIVO DIGITALIZZAZIONE DEI SERVIZI
“Continuiamo con determinazione sulla strada dello snellimento delle procedure e dell’innovazione tecnologica nell’erogazione dei servizi. Il nostro obiettivo finale è riuscire a fornire online il maggior numero di servizi, a cominciare dall’iscrizione all’AIRE, senza dimenticare le necessità di chi ha ancora bisogno del contatto personale allo sportello”. E’ quanto si legge nella relazione di governo sulle politiche per gli italiani all’estero, presentata all’Assemblea Plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina. Con riferimento all’AIRE, “abbiamo lanciato lo scorso 2 ottobre 2016 attraverso il sito internet del MAECI ed i social network, la campagna ‘AIRE: 6 buoni motivi per iscriversi’. Si è voluto in tal modo promuovere ulteriormente tra i connazionali l’importanza dell’iscrizione e dell’aggiornamento dei propri dati anagrafici presso gli Uffici consolari – si legge ancora nella relazione -. Abbiamo sottolineato che non si tratta soltanto di un obbligo previsto dalla Legge n. 470/1988, ma che si iscrive all’AIRE gode anche vantaggi concreti, in termini di conoscenza e facilità di accesso ai servizi consolari, voto all’estero, rispetto degli adempimenti fiscali. Al 15 novembre 2017, più di 167.296 utenti attraverso Facebook e 44.326 attraverso Twitter hanno visualizzato la campagna. Il successo della campagna conferma quanto le nostre collettività chiedano di essere informate e coinvolte anche per via telematica, in particolare la nuova mobilità italiana verso l’estero, che va sempre più accompagnata nei suoi percorsi d’integrazione”.
RILANCIARE IL RUOLO DEI PATRONATI
“Le Sedi estere dei Patronati italiani esercitano un importante ruolo di cerniera tra le strutture consolari e le comunità italiane all’estero. La loro capillare diffusione, soprattutto in Paesi di antica e recente emigrazione, consente di fornire assistenza anche a quei connazionali che hanno sporadici contatti con i Consolati o che sono difficilmente raggiungibili”. E’ quanto si legge nella relazione di governo sulle politiche per gli italiani all’estero, presentata all’Assemblea Plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla Farnesina. “Da tempo i rapporti delle strutture dei Patronati con gli Uffici consolari sono generalmente caratterizzati da un clima costruttivo – continua la relazione -. Spesso i contatti avvengono attraverso incontri periodici, dedicati prevalentemente alla diffusione e diramazione di informazioni in materia di lavoro, previdenza sociale ed alle modalità di erogazione dei servizi consolari in favore dei connazionali residenti all’estero. In Europa ed in America Latina, al di là dell’aspetto previdenziale, i Patronati svolgono anche un'opera di informazione e orientamento ai connazionali sulle modalità di presentazione delle varie pratiche consolari, attività che viene esperita in sinergia anche dalle locali associazioni italiane. Da non sottovalutare la preziosa attività di segnalazione di casi specifici di connazionali in difficoltà o indigenti che potrebbero usufruire, dopo il richiesto controllo degli uffici sociali operanti nella nostra rete, di interventi di assistenza diretta od indiretta”.
MANGIONE: IL CGIE RAPPRESENTA TUTTE LE COMUNITA’
Il Consiglio generale degli italiani all’estero è l’organismo di rappresentanza di tutte le comunità italiane che vivono fuori i confini nazionali: una funzione importante, ribadita durante la plenaria - in corso alla Farnesina - e messa nero su bianco nella proposta di riforma approvata da tutti i Consiglieri. “E’ il risultato di più di un anno di lavoro”, ha detto Silvana Mangione, vicesegretario del Cgie per i Paesi anglofoni extra-europei e relatrice della proposta. “Non ci saranno più modifiche da parte del Consiglio” ha spiegato Mangione ricordando orgogliosa che il direttore degli italiani all'estero e delle politiche migratorie della Farnesina, Luigi Maria Vignali, “ha dichiarato in maniera entusiastica che il ministero la fa propria”. La decisione di aprire le consultazioni in tutto il mondo, per arrivare a una proposta unitaria, è stata presa a marzo 2016: “Ne abbiamo parlato nelle nostre commissioni continentali a novembre e si è delineato il primo tracciato del percorso”, ha continuato il vicesegretario del Cgie. “La cosa fondamentale – secondo Mangione - era definire la natura dei due organismi (Comites e Cgie) e in entrambi i casi si tratta di organismi di rappresentanza. Il Comites è organismo di base nella circoscrizione consolare in cui viene eletto mentre il Cgie è l’organismo di rappresentanza di tutte le comunità che vivono all’estero”. Il Cgie quindi “non è solo un tramite, ma una realtà rappresentativa importantissima, alla quale si aggiungono la funzione di organismo ausiliario in determinate condizioni e la funzione di consulenza”. “Quando si parla del Cgie come organismo solo consultivo – conclude Mangione – si minimizzano le sue facoltà. Per questo abbiamo deciso di optare per l’articolato: abbiamo facoltà di proposta e questa è la nostra”.
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