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direttore Paolo Pagliaro

«IO PREMIER? UN ONORE
MA NON PER FORZA»

Per Matteo Salvini fare il premier “sarebbe un onore” ma “non smanio. Il problema non sono io: io mi metto a disposizione, se mi rendessi conto che per aiutare questo Paese ci sono anche altre persone che possono dare una mano per carità di Dio, non sono io a dire di no”. Il leader della Lega è uno dei candidati principali a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio, insieme a Luigi Di Maio, e in due diversi passaggi televisivi, prima a TeleLombardia e poi a Rainews24, spiega che un conto è stato l’accordo con il Movimento 5 Stelle per le presidenze delle Camere, mentre “per il governo sarà un altro paio di maniche”. Nulla si può dare ancora per scontato dunque, in particolare proprio la riedizione in chiave di governo di un’asse Lega-M5S, anche se Salvini spende comunque una buona parola per il leader grillino: “Ha dimostrato di saper essere affidabile, hanno fatto quello che avevano detto. Di Maio sa mantenere la parola”. E Berlusconi? Con lui, assicura, “i rapporti non sono mai stati così buoni”. Nel frattempo comunque Salvini sta preparando la sua proposta da presentare al Colle in occasione delle consultazioni: "Andrò dal presidente della Repubblica con i nostri dieci punti più importanti, e non posso cambiare il mio programma per andare al governo”. Tradotto: chi vuole allearsi con la Lega dovrà rispettarne i capisaldi del programma. Che sono l’abolizione della legge Fornero, la riduzione delle tasse attraverso la flat tax e un nuovo approccio limitativo dell’immigrazione: “tutti coloro che non sono in regola – ha detto Salvini – vanno riaccompagnati a casa loro”.

(Sis)

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