TUTTE UGUALI, UNA NORMALE STORIA D’AMORE
Si chiama “prosopagnosia” ed è un deficit del sistema nervoso centrale che impedisce di riconoscere i tratti dei volti delle persone. Nel caso di Andrea, la malattia si manifesta essenzialmente in presenza di volti femminili. Per questo per lui le donne sono “tutte uguali”. Letteralmente. Ma può un deficit del cervello vincerla sui sentimenti? Con una prosa leggera e ironica, Gennaro Scarpato racconta, sullo sfondo di una Napoli romantica e suggestiva, una favola moderna da un meraviglioso lieto... inizio. “Tutte uguali. #unanormalestoriadamore” di Gennaro Scarpato (Europa Edizioni) “è una storia speciale. Speciale nel senso più alto del termine, quel senso che sfida retorica e quotidianità e diventa una stella guida nella ricerca dell’amore puro” scrive nella prefazione il comico Alessandro Siani. Scarpato, napoletano classe ’94, debutta giovanissimo come attore comico in vari programmi televisivi (Colorado Cafè, Made in Sud). A partire dal 2016 ha intrapreso un percorso teatrale e cinematografico, soprattutto nelle vesti di autore, collaborando con Alessandro Siani, Francesco Cicchella, Pasquale Palma alla stesura di molteplici testi. Debutta al cinema come regista dirigendo il terzo episodio del film San Valentino Stories, di cui è anche sceneggiatore, prodotto da Run Film e Rai Cinema.
1968, UN ANNO SPARTIACQUE
“Il Sessantotto è un evento di storia globale: il primo della storia umana ad accadere simultaneamente ai quattro punti cardinali del mondo, di qua e di là della cortina di ferro, nel sud del sottosviluppo e nel nord dell’opulenza . . . Si scopre allora di appartenere a uno spazio nuovo dove c’è la pace ma anche la minaccia atomica, il boom economico ma anche la percezione delle ineguaglianze su scala mondiale, la prima mondovisione televisiva ma anche il senso di finitezza e precarietà che suscita la Terra vista dallo spazio. È come una breccia che si apre”. Marcello Flores e Giovanni Gozzini raccontano quest’anno speciale, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario, in “1968 Un anno spartiacque” (Il Mulino). È stata la stagione dei giovani: in tutto il mondo i figli del baby boom postbellico, affluiti in massa all’università, rivendicano diritti, affermano istanze di libertà nella sfera personale come in quella sociale, inaugurano nuovi costumi e consumi. Ma il 1968 vede anche l’invasione della Cecoslovacchia, con l’avvio di una fase di irrigidimento sovietico, che sta alla base della crisi del mondo comunista; e poi l’inizio della globalizzazione finanziaria, la rinascita islamica, il primo sgretolarsi dell’identità della classe operaia, l’instabilità crescente in Africa, il diffondersi del terrorismo in molti paesi, mentre emergono nuove forme di impegno, con il costituirsi delle Ong, e nuovi movimenti politici e sociali come il femminismo e l’ambientalismo. Flores ha insegnato nelle Università di Siena e di Trieste. Per il Mulino ha tra l’altro pubblicato “L’età del sospetto” (1995), “1956” (1996), “Il secolo mondo” (2002), “Il genocidio degli armeni” (2006), “Storia dei diritti umani” (2008), “Traditori” (2015), “Il secolo dei tradimenti” (2017). Gozzini insegna Storia contemporanea e Storia del giornalismo nell’Università di Siena. Tra i suoi libri, con Bruno Mondadori: “La strada per Auschwitz” (1996), “Storia del giornalismo” (2000), “Migrazioni di ieri e di oggi” (2006); con Laterza: “La mutazione individualista. Gli italiani e la televisione” (2011).
“CONTRO ROMA”, GLI SCRITTORI RACCONTANO LA CITTA’ ETERNA
“Fisicamente, Roma non è diventata né una grande capitale come Parigi o Londra, né una megalopoli come Rio de Janeiro o il Cairo. È una via di mezzo tra le due cose e ha i difetti così della megalopoli come della capitale senza averne i pregi... L’Italia non si è espressa a Roma; vi si è invece trovata repressa” scriveva Alberto Moravia. Nel 1975 alcuni tra i maggiori scrittori italiani – romani e non – raccontarono i difetti della capitale in un libro di straordinaria efficacia, intitolato Contro Roma. Laterza ha pensato di riproporre alcuni di quei testi e chiedere ancora una volta a degli scrittori di guardare e raccontare Roma. In “Contro Roma” emerge un ritratto illuminante della città, di ieri e di oggi, composto di realtà e di stereotipi.
IL CIELO COMINCIA DAL BASSO” DI SONIA SERAZZI
Rosa Sirace è una che impara a fiorire nel posto che ha, e fiorendo scrive la sua vita di cose piccole su un'agenda: fogli con sopra il numero del giorno, e la carta che tiene il conto ripete quotidianamente che una storia non ha tutto lo spazio e il tempo che vuole. Così Rosa Sirace disciplina fatti, incontri e volti costringendoli sulle righe, e sceglie di essere sincera su quello che c'è intorno: la verità resiste a ogni poco. Allora la figlia di un Visconte operaio e di una Baronessa casalinga si porta in casa il lettore offrendogli un mondo senza imbrogli. Ma nell'offerta qualcosa brucia e qualcosa profuma, poi c'è il cielo, un azzurro modesto che Rosa Sirace insegue sul messale e impara da sua nonna: Antonia Cristallo. E Rosa tutto il cielo che scava lo appende in alto, a cominciare ogni pagina, e spera che bastino le Scritture a far scintillare la terra rivoltata. “Il cielo comincia dal basso” di Sonia Serazzi è un libro che mastica duro cercando il bene, e lo trova. L’autrice è nata a Napoli nel 1971 e vive in un piccolo paese della Calabria. Ha pubblicato Non c'è niente a Simbari Crichi (2004) e il romanzo breve E le ortiche c'hanno ragione (2006).
“L'ANIMALE FEMMINA”, PRIMO ROMANZO DI EMANUELA CANEPA
Rosita è scappata dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per andare a studiare a Padova. Sono passati sette anni e non ha concluso molto. Il lavoro al supermercato che le serve per mantenersi l'ha penalizzata con gli esami e l'unico uomo che frequenta, al ritmo di un incontro al mese, è sposato. Ma lei è abituata a non pretendere nulla. La vigilia di Natale conosce per caso un anziano avvocato, Ludovico Lepore. Austero, elegante, enigmatico, Lepore non nasconde una certa ruvidezza, eppure si interessa a lei. La assume come segretaria part time perché possa avere più soldi e tempo per l'università. In ufficio, però, comincia a tormentarla con discorsi misogini, esercitando su di lei una manipolazione sottile. Rosita la subisce per necessità, o almeno crede. Non sa quanto quel rapporto la stia trasformando. Non sa che è proprio dentro una gabbia che, paradossalmente, si impara a essere liberi. Rosita è la protagonista di “L'animale femmina”, primo romanzo di Emanuela Canepa edito da Einaudi.
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