“Mi piacerebbe confrontarmi con un ruolo tragicomico. Sento che fa parte di me. Però mi fanno fare il mafioso o l’uomo di ‘ndrangheta: ‘il cattivo’ insomma. Ma la verità è che sono tutt’altro. Amante della battuta e del cazzeggio”. Alessio Praticò ha 32 anni e si è tolto già tante soddisfazioni: a teatro, al cinema, in televisione. E’ stato uno dei protagonisti della fortunata serie di Rai2 “II Cacciatore”, dove interpretava il ruolo di Enzo Brusca, mentre sul grande schermo, qualche anno fa, lo abbiamo visto in “Lea”. Nel film di Marco Tullio Giordana vestiva i panni di Carlo Cosco, marito di Lea Garofalo. “L’importante – racconta il giovane attore calabrese a 9colonne – è interpretare i personaggi, non giudicarli . Anche i ‘cattivi’ hanno un loro lato umano e ho cercato di metterlo in luce. E’ importante poi, quando si raccontano questi personaggi, allontanare gli stereotipi”. Oggi, invece, Alessio Praticò è tra i protagonisti de “Il Miracolo” (dall’8 maggio in onda su Sky Atlantic) la serie Sky di Niccolò Ammaniti diretta da Francesco Munzi e Lucio Pellegrini. “E’ una serie singolare, in pieno stile Ammaniti – spiega l’attore - è scritta divinamente. Va sottolineato che negli ultimi anni, finalmente, nel nostro Paese il livello delle serie televisive si è alzato parecchio, soprattutto in fase di scrittura. La narrazione si è fatta più moderna. Si punta sulla qualità, soprattutto degli attori. Ci stiamo allineando, in sostanza, a uno standard internazionale. Curiamo di più i minimi dettagli. Lo dimostra, ad esempio, ne ‘II Cacciatore’, la presenza sul set di un vocal coach che aiuta a migliorare la pronuncia del palermitano. Ogni battuta, ogni singola parola, deve essere pronunciata nel modo giusto. Questo fa la differenza. E il pubblico lo nota”.
“IL MIRACOLO” Ne “Il Miracolo” durante un’operazione di polizia in un covo di un boss della ‘ndrangheta viene ritrovata una statuetta della Madonna, che inizia a piangere sangue. Questo evento inspiegabile avrà ripercussioni sulle vite di tutte le persone che ne entreranno in contatto: “Io vesto i panni di Salvo, giovane padre di tre figli. Uno di loro, Nicolino, ha una disabilità. E’ stato interessante lavorare a questo personaggio perché era un po’ di tempo che non affrontavo un ruolo diverso dal mafioso. È stato interessante fare il padre: si è creata una bella empatia e un bel legame con Carmelo Macrì che nella serie, alla sua prima esperienza davanti a una telecamera, interpreta appunto Nicolino”. Nella vita reale, invece, Praticò non ha figli: “Io sono figlio unico e torno spesso a casa. Amo la mia terra: Reggio Calabria è la città dove sono nato e sono molto legato alle mie origini”.
I PROSSIMI IMPEGNI Una laurea in architettura in tasca (“meglio avere più competenza possibili”), il diploma presso la Scuola di Recitazione del teatro Stabile di Genova, la passione per la musica e per i cortometraggi, Alessio Praticò ha alle spalle anni di esperienza e ha recitato in moltissimi spettacoli teatrali (“Fratelli di Sangue” di Axel Hellstenius, diretto da Mauro Parrinello, “Un Cappello di Paglia di Firenze” di Eugene Labiche e Marc Michel per la regia di Anna Laura Messeri , “Sogno di Una Notte di Mezza Estate” di William Shakespeare diretto da Massimo Mesciulam). E anche in futuro il teatro non mancherà: “Sono felice del percorso fatto finora. Ho appena finito di girare la terza stagione di una ‘Pallottola nel cuore’ con Gigi Proietti e a parte le riprese della seconda stagione de ‘Il Cacciatore’ nei prossimi mesi sarò impegnato su un nuovo progetto teatrale. Si tratta di un testo di drammaturgia contemporanea inglese, questa volta però curerò la regia”. Quattro anni fa Praticò era invece tra i protagonisti del film “Antonia”, opera prima di Ferdinando Cito Filomarino: “Mi piacerebbe un giorno essere diretto da Paolo Virzì, Matteo Garrone, Marco Bellocchio. Ho avuto la fortuna di lavorare, anche se per poco, nella serie televisiva ‘The Young Pope’ di Paolo Sorrentino. E se Sorrentino mi chiamasse per un film è ovvio che direi di sì”. (15 mag - Gil)
Foto: Alessandro Rabboni
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