Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Claudia Gerini
racconta Califano

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Claudia Gerini <br> racconta Califano

“QUALCHE ESTATE FA”, CLAUDIA GERINI RACCONTA CALIFANO

“Qualche estate fa – Vita, poesia e musica di Franco Califano” è il titolo dello spettacolo che debutterà il 9 luglio ad Astimusica (Piazza Cattedrale – Asti ore 21,30). La vita di Califano è narrata in nove quadri, raccontati  da nove donne diverse che prendono vita dalla  fantasia e che raccontano aspetti e storie riferibili all'uomo e all'artista. Volto e anima di questi personaggi è Claudia Gerini, unica voce recitante e cantante. La musica sarà quella dei Solis String Quartet che ripropongono dal vivo le canzoni del Califfo, con l’intento di renderne il senso e restituirlo al pubblico, con ispirata passione. La regia dello spettacolo, prodotto da Imarts, è affidata a Massimiliano Vado, il soggetto e la sceneggiatura portano la firma di Stefano Valanzuolo. “Franco Califano  -  racconta il regista - è un labirinto di canzoni, vita vissuta, monologhi, scrittura, amicizie e aneddoti infiniti; e non solo. È una fusione sinergica di più elementi: Tripoli, Milano e Amalfi, e soprattutto Roma, i fotoromanzi e il carcere, reality show e poesia”. “Qualche estate fa – spiega invece l’autore, Stefano Valanzuolo - senza buonismi di maniera, prova a restituire, in musica e parole, l'immagine di un artista che ha vissuto sempre rifiutando la noia”. Questo omaggio teatrale e musicale a Califano proseguirà il 14 luglio a Roma nell’ambito della rassegna “Concerti nel Parco (Casa del Jazz, Viale di Porta Ardeatina 55 – ore 21,15), il 21 luglio a Valderice in provincia di Trapani (Teatro S. Barnaba, ore 21,30) e terminerà gli appuntamenti estivi il 22 luglio a Pollina, in provincia di Palermo (Teatro Pietrarosa, Ore 21,30). La tournée riprenderà in autunno. “Sono onorata e molto emozionata di poter raccontare un grande artista e poeta come Franco Califano che ha descritto l’animo umano con quella semplicità che arriva dritto al cuore– prosegue  Claudia Gerini – sono convinta, che la sua sia stata una vita cinematografica. L’ho incontrato molti anni fa – conclude – in un programma televisivo dove eravamo entrambi ospiti, era molto elegante con il suo smoking  e ne conservo un bel ricordo. Non per niente lui era il Califfo”.

 

AL PETRUZZELLI GRANDE ATTESA PER I FRATELLI SERVILLO NE “LA PAROLA CANTA”

La nuova Stagione teatrale e di danza di Bari (Comune di Bari-Teatro Pubblico Pugliese) si snoderà nuovamente al Teatro Petruzzelli, al Nuovo Teatro Abeliano e al Teatro Kismet, in sinergia con Teatri di Bari, TRIC, Teatro di Rilevante Interesse Culturale, Altradanza; 12 spettacoli di teatro (5 al Petruzzelli, 4 al Nuovo Teatro Abeliano, 3 al Teatro Kismet), danza e progetti speciali dedicati per il secondo anno all’universo femminile, approfondimenti e guide alla visione in collaborazione con l’Università degli studi di Bari, l’ Accademia di Belle Arti, la Libreria Laterza, la Casa delle Donne del Mediterraneo.  L’apertura al Petruzzelli l’8 e il 9 novembre con i fratelli Servillo ne La parola Canta: Toni Servillo, attore e regista di teatro, interprete pluripremiato per alcuni indimenticabili ruoli cinematografici, nel 1987 è tra i fondatori di Teatri Uniti. Peppe Servillo, cantante, attore, autore di colonne sonore e canzoni, è tra i fondatori nel 1980 del gruppo Avion Travel, con cui ha vinto il Festival di Sanremo nel 2000. Con loro i Solis String Quartet, quartetto d’archi composto da Vincenzo Di Donna (violino), Luigi De Maio (violino), Gerardo Morrone (viola), Antonio Di Francia (violoncello), mescola, con sapiente originalità, jazz, pop e musica contemporanea, collaborando di frequente con nomi illustri della scena internazionale. Un concerto, un recital, una festa fatta di musica, poesia e canzoni che celebra Napoli, l’eterna magia della sua tradizione vivente, l’importanza dell’incontro fra le epoche e della più ampia condivisione culturale. In questa speciale occasione Peppe e Toni Servillo canteranno poesie e reciteranno canzoni, facendo rivivere e rendendo omaggio ad alcune delle vette più alte della cultura scenica partenopea. La parola canta attraversa l’opera di autori classici, da Eduardo De Filippo a Raffaele Viviani, da EA Mario (Giovanni Gaeta) a Libero Bovio, fino a voci contemporanee come quelle di Enzo Moscato e Mimmo Borrelli. (red)

 

 

ROMA, AL GHIONE “SEI LEZIONI DI DANZA A DOMICILIO”

Al teatro Ghione di Roma  (via delle Fornaci, 37), dal 20 al 22 settembre andrà in scena “Sei lezioni di danza” a domicilio con la regia di Pino Quartullo (dal martedì al sabato, ore 21.00 domenica ore 17.00 lunedì riposo).  In un attico ai Parioli, Lilli, un’anziana signora altolocata, decide di prendere lezioni di danza private, a domicilio, per sei settimane, durante le quali le verranno insegnati sei diversi tipi di ballo. Peccato che Michele, il suo insegnante, non sia esattamente il genere di persona che fa al caso suo: arrogante, scontroso, isterico e, soprattutto, rozzo. Eppure, settimana per settimana, i due riusciranno ad aprirsi l’un l’altra, diventando sempre più intimi, riuscendo a confrontarsi, comprendersi e ad accettarsi, a suon di musica e al ritmo dei passi di danza. Una commedia brillante, attuale, che non fa mai mancare il colpo di scena, che commuove e crea continuamente spunti di riflessione, anche comici ed ironici, magistralmente adattata da Pino Quartullo che dirige non due attori, ma dodici: ogni scena, ogni settimana in cui Michele impartisce a Lilli una nuova lezione, sarà interpretata da una nuova coppia. Gli interpreti sono stati formati da Quartullo nel corso di un workshop tenutosi nel Forte Michelangelo di Civitavecchia, da novembre 2017 a giugno 2018. L’innovativa scelta registica del cambio di coppie sorprende lo spettatore scena per scena, lasciandolo attento e concentrato, costantemente coinvolto e mai indifferente.

 

MONTESABO TORNA “RUGANTINO” DOPO  40 ANNI  AL SISTINA

Massimo Romeo Piparo firma la sesta stagione del Teatro Sistina: dopo i successi al botteghino, sia in termini di pubblico (oltre un milione) che di alzate di sipario (mille), il direttore artistico del celebre palcoscenico, progettato da Marcello Piacentini, ha presentato questa mattina il cartellone 2018-19 insieme a molti dei suoi protagonisti. Otto gli spettacoli previsti da ottobre a maggio, illustrati sul palco dal giornalista Rai Alberto Matano e da Piparo nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta il 26 giugno. La stagione si apre l'11 ottobre con "Mamma mia!", diretto dallo stesso Piparo con Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz: 200 mila spettatori e 110 repliche che fanno del musical uno dei più visti degli ultimi 10 anni. Canzoni degli Abba, come nella versione originale, scritta da Catherine Johnson e diretta da Phyllida Lloyd, tradotte appositamente dal regista in italiano, e oltre 30 artisti sul palco. "Dopo aver tradotto 'Billy Eliot' - ha scherzato Massimo Romeo Piparo - tradurre gli Abba è stata una passeggiata". Commedia al femminile quella proposta dal 21 novembre: Rossella Brescia, Tosca D'Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo saranno impegnate in "Belle ripiene", scritta da Giulia Ricciardi. Uno chef a supportare le 4 attrici, Chef Cercello, che cucineranno davvero per il pubblico, in una cucina vera a tutti gli effetti allestita sul palco del Sistina. "Con questa commedia - ha spiegato ancora Piparo - vogliamo confermare l'impegno del Sistina a investire non solo sui classici, ma anche sul futuro e su nuovi spettacoli".  Ed è un vero e proprio evergreen quello che sarà in scena dal 6 dicembre: dopo il successo del tour europeo, gli appuntamenti all'Arena di Verona e allo Sferisterio di Macerata, e le molte tappe italiane, torna "Jesus Christ Superstar", interpretato da 23 anni in lingua originale da Ted Neeley, con l'orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello. "Rugantino" è invece lo spettacolo delle feste di Natale (in scena dal 20 dicembre). Torna sul palco, infatti, dopo 40 anni, Enrico Montesano nell'allestimento storico di Pietro Garinei, con scene e costumi di Giulio Coltellacci e le musiche di Armando Trovajoli.  "Quando Piparo mi ha chiamato non ce l'ho fatta a rifiutare la proposta, per il grande amore che mi lega a questo spettacolo. Si tratta di un grande classico che oggi, dopo 40 anni, affronto con una sensibilità tutta nuova. Anton Giulio Bragaglia, nella sua celebre 'Storia del teatro popolare romano', dice che Rugantino è una maschera e come tale non è né giovane né bella, solo una maschera senza maschera. Quando entri in Rugantino, ti metti al suo servizio", ha raccontato Montesano.  Nuova, invece, la commedia portata al Sistina quest'anno da Vincenzo Salemme. Dopo "Una festa esagerata" della passata stagione, il regista e attore napoletano propone alla platea capitolina "Con tutto il cuore". Scene di Gilda Valenza e Renato Lori e costumi di Francesca Romana Scudiero. Dal 30 gennaio. Ancora un debutto dal 5 marzo: Massimo Romeo Piparo firma la versione italiana di "School of Rock", il musical che Andrew Loyd Webber ha tratto dall'omonimo film di Richard Linkater. A vestire i panni di Dewey Finn, interpretato dal celeberrimo Jack Black, Lillo, affiancato da un cast di 25 performer e due band dal vivo, di cui una composta da 5 bambini che saranno selezionati, insieme ad altri 8, tra i 90 allievi dell'Accademia Sistina. Grande attesa anche per "Peter Pan il musical", con le musiche di Edoardo Bennato e la regia di Maurizio Colombi.  Tratto dal romanzo Peter e Wendy di James Matthew Barrie, il musical ha festeggiato nel 2016 dieci anni dal suo primo debutto. Lo spettacolo, insignito di prestigiosi premi come il Premio Gassman e il Biglietto d’Oro Agis 2006/2007 e 2007/2008, 2014/2015, si basa sulla colonna sonora di Bennato, tratta dall'album del1978 "Sono solo canzonette" e altri brani come “Il rock di Capitan Uncino“, “La fata“, “Viva la mamma” e molte altre, fino a “L’isola che non c’è“. I brani sono stati riarrangiati dallo stesso cantautore per lo spettacolo teatrale.  A chiudere la stagione 2018-2019 del Teatro Sistina ritorna Michele La Ginestra con il fortunato "È cosa buona e giusta", commedia scritta dall'attore con Adriano Bennicelli e diretta da Andrea Palotto.  "È stato uno spettacolo che lo scorso anno ci ha dato immensa gioia - ha detto La Ginestra - sono felice questa volta che Piparo mi abbia convinto a coinvolgere i ragazzi dell'Accademia Sistina al fianco degli allievi del Laboratorio Teatro Sette". Tradizione e innovazione, quindi, nel prossimo cartellone del Sistina, all'insegna come ogni anno della commedia musicale e della prosa brillante: "Obiettivo? una grande stagione che sia all’altezza delle precedenti, se non meglio", ha concluso il direttore artistico.

 

 

DEBUTTA AL FESTIVAL DEI DUE MONDI DI SPOLETO “TIRANNO EDIPO”

Il 30 giugno debutta al Festival dei Due Mondi di Spoleto: Tiranno Edipo! - Saggio di diploma degli allievi attori del III anno, guidati da Giorgio Barberio Corsetti. Con Francesca Astrei, Matteo Berardinelli, Maria Chiara Bisceglia, Caterina Bonanni, Alessandro Businaro, Dario Caccuri, Chiacchiararelli Simone, Romina Colbasso, Carolina Ellero, Lorenzo Guadalupi, Domenico Luca, Ignazio Sergio Maniscalco, Francesca Melluso, Marco Valerio Montesano, Ada Nisticò, Tommaso Paolucci, Francesco Vittorio Pellegrino, Francesco Pietrella, Rebecca Sisti, Aron Tewelde. Allievi registi Tommaso Capodanno, Paolo Costantini, Marco Fasciana. Scene Massimo Troncanetti Costumi Francesco Esposito Luci Marco Giusti Musiche originali, preparazione e direzione cori cantati Massimo Sigillò Massara Suono a cura di Hubert Westkemper  Creazione Video Igor Renzetti,  Lorenzo Bruno Coreografie e Movimenti Scenici Francesco Manetti e  Monica Vannucchi Assistenti alla  Regia Fabio Condemi, Giacomo Bisordi  Assistente Scenografa Alessandra Solimene Collaborazione alla drammaturgia Maria Luisa Maricchiolo e Michele Mazzone.

 

ROMA, “NKODI. MIO FIGLIO È UN FETICCIO” AL FESTIVAL ARTESCIENZA

Concerti, performance e spettacoli, installazioni sonore d’arte, esposizione di opere scultoreo-musicali che interagiscono con il pubblico, masterclass, stage, e incontri con gli artisti. Anche quest’anno la nuova edizione del Festival ArteScienza, dal titolo “Segni d’arte e identità” (in programma dal 26 giugno al 9 luglio e dal 10 al 23 settembre), animerà la capitale di proposte innovative e coraggiose volte a sondare i rapporti più inaspettati e interessanti fra Arte e Scienza. A fare da cornice alla manifestazione – che l’Associazione Nazionale dei Critici Musicali Italiani per il prestigioso Premio Abbiati 2018 ha appena insignito del Premio speciale “Filippo Siebaneck” – saranno la Real Academia de España, il Goethe-Institut Rom, l’Accademia di Francia Villa Medici e il Parco della Musica, fra le realtà culturali più vivaci della capitale, cui si aggiunge il polo tecnologico FGTecnopolo Building, dove ha sede il Centro Ricerche Musicali - CRM organizzatore del festival.  L’iniziativa è parte del programma dell’Estate Romana promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e realizzata in collaborazione con SIAE. Il Festival si chiude il 23 settembre al Teatro Studio del Parco della Musica con la prima assoluta di NKODI. Mio figlio è un feticcio “cantata per i bambini accusati di stregoneria” nata dal racconto dello scrittore e giornalista Sandro Cappelletto per la musica di Michelangelo Lupone affidato ai Solisti, Coro di voci bianche e Coro giovanile misto dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia, con Cappelletto nella veste anche di voce narrante. “I ‘Nkodii’ sono i bambini e le bambine più deboli, resi orfani da una guerra, malati, colpiti da qualche handicap, i più poveri – racconta Sandro Cappelletto -, vittime innocenti di errori e di interessi altrui. Diventano un problema, considerarli feticci, diversi, altri, è un modo spiccio e sicuro per raggiungere un duplice risultato: liberarsi di un peso e incanalare la rabbia. Il testo, affidato alla voce narrante, ricostruirà le diverse fasi del "processo" che viene istituito contro il bambino accusato di essere un feticcio, di stregoneria, e che sempre si conclude con la sua eliminazione. Alla voce degli strumenti e dell'elettronica, della cantante e del coro di voci banche, è affidato un contrappunto di sgomento, di compianto, di speranza. Sono loro le voci che queste piccole vittime non hanno mai potuto avere, per rivendicare il loro diritto alla vita. Che questo nostro lavoro vuole, con dolce prepotenza, difendere, come una carezza donata alla loro memoria, come uno schiaffo duro sul volto di chi li tormenta”.

(© 9Colonne - citare la fonte)