LA GUERRA DI MARIO, MIRRI RACCONTA LA SUA GIOVENTU’
Fare il partigiano voleva dire salire in montagna, dormire all’addiaccio, mangiare poco e male, girare fra i monti con uno sten appeso alla spalla in attesa che arrivassero i tedeschi a spararti addosso. “La guerra di Mario” di Mario Mirri (Laterza) racconta la storia di un ragazzo nato nel 1925, cresciuto nell’Italia fascista, che sceglie di ribellarsi e combattere per la libertà. “Com’era la vita quando eri giovane?”: questa è la domanda che un ragazzo pone a Mario Mirri, uno dei più influenti storici italiani. È questa frase che fa tornare in vita, quasi magicamente, un mondo che abbiamo perduto, dove la civiltà contadina era ancora centrale, i figli tanti e i beni scarsi. I ricordi si mescolano all’analisi dello storico riuscendo a dare un senso più ampio alle esperienze di un singolo. Il piccolo Balilla si trova così a fare i conti con la scoperta di un padre che ascolta di nascosto Radio Londra o con l’improvvisa sparizione del compagno di classe ebreo. Ma è la guerra a dare una svolta. La ‘pugnalata alle spalle’ del regime fascista alla Francia spinge il giovane Mario, con altri compagni, ad aderire clandestinamente a Giustizia e Libertà e poi alla Resistenza. Questi anni, con le sofferenze, le torture subite, la perdita degli amici ma anche il contatto con ‘il mondo degli uomini’, saranno centrali nella formazione etica e politica sua e di una intera generazione.
“KILLER (LA GITA IN BRIANZA)” DI ALESSANDRO ROBECCHI
“Oscar Falcone guida piano attraverso Milano, perché è ancora quasi buio e i semafori lampeggianti alle sei del mattino possono essere trappole vietnamite. Oscar l’ha cacciato giù dal letto con una telefonata delle sue, frasi secche e monosillabi”. Carlo Monterossi, autore televisivo di successo e detective per caso nella Milano Nera di Alessandro Robecchi, non ne può più di fare da chaperon al suo amico investigatore discreto, eppure alla sua chiamata non resiste e si fa trovare, persino in anticipo, davanti al portone. Sembra semplice l’incarico: ritrovare un cane rubato, o forse rapito a scopo di riscatto, un chihuahua di nome Killer. Ma l’apparenza può ingannare, soprattutto se ad ingaggiarli è «Fabiano Marsini-Bisi, amministratore delegato della Banca Che Fa Tremare I Listini, sesto patrimonio immobiliare italiano, guerra in corso per il controllo, aumento di capitale in vista e, orrore, in bilico 8.400 dipendenti da licenziare entro Natale”. In “Killer (La gita in Brianza)” (Sellerio) i due segugi clandestini si mettono all’opera inseguendo il chihuahua fino in Brianza, dove, lontano dai luoghi noti, fuori da strade e case conosciute, devono affinare le loro capacità razionali e investigative per sbrogliare la matassa ed evitare così un grosso scandalo internazionale.
Alessandro Robecchi con il suo umorismo di costume conferma ancora una volta la sua capacità di tessere una trama gialla ben congegnata e farne pretesto per raccontare nel profondo la nostra società.
“LA PIENEZZA DELLA VITA” DI WILHELM SCHMID
Viviamo in un’epoca in cui la promessa di una felicità permanente ha ormai rivelato i suoi limiti: tutte le presunte “formule per la felicità” hanno disatteso le aspettative dell’uomo contemporaneo, che troppo spesso si ritrova insoddisfatto proprio a causa della sua pretesa di essere felice a tutti i costi. In “La pienezza della vita” (Fazi editore), raccolta di brevi riflessioni su un’idea differente di felicità, Wilhelm Schmid si rifà alla tradizione filosofica del frammento tanto cara a Montaigne. L’autore presenta cento frammenti, appunto, di una felicità ampia e concreta, derivante dalla complessità della vita, invitando il lettore ad apprezzarne la contraddittorietà fatta di gioia e angoscia, di speranza e delusione. Perché accettare le diverse sfumature di ogni momento, cogliendone i frammenti di felicità presente o passata, possibile o impossibile, sognata o perduta, è infatti l’unico mezzo che abbiamo per poter godere della pienezza della vita. Nella nuova opera di Schmid, la visione filosofica già affrontata in Serenità e L’arte dell’equilibrio viene approfondita e ampliata con la vivacità e la leggerezza che caratterizzano il peculiare stile argomentativo del più apprezzato filosofo tedesco vivente. Lo sguardo rivolto alle cose ordinarie – alzarsi dal letto la mattina, stare seduti su una sedia, infilarsi i calzini, mettere via una vecchia giacca – può offrire un’opportunità straordinaria. Le fatiche quotidiane, infatti, non si sottraggono alla verità, alla nostalgia, alla rabbia e all’irritazione. E per quanto la sua vuotezza, gli eccessi che la caratterizzano, l’imprevedibilità e la contraddittorietà che la qualificano possano dare l’impressione che la vita sia assurda, i suoi frammenti potranno far emergere alcune connessioni in grado di dare senso a molte delle nostre esperienze.
“LE SORELLE DONGURI” DI BANANA YOSHIMOTO
Rimaste orfane, Guriko e Donko gestiscono un sito di posta del cuore che si chiama “Le sorelle Donguri” (donguri significa ghianda in giapponese). Donko è tanto energica e indipendente quanto la sorella è solitaria e taciturna. Questo fino a quando Guriko riceve il messaggio di una donna che le scrive del dolore per la perdita del marito, parole che inducono Guriko a ripensare al suo primo amore, Mugi, incontrato ai tempi della scuola e poi sparito nel nulla. Segretamente cova da sempre il desiderio e la speranza di ritrovarlo, decide allora di interrompere la sua clausura e di andare a cercarlo. Attraverso la delicata voce narrante di Guriko, Banana Yoshimoto in “Le sorelle Donguri” (Feltrinelli Editore, traduzione di Gala Maria Follaco) affronta temi quali la perdita e il superamento del dolore, ponendo l’accento sul potere salvifico della condivisione e sulla capacità dei sogni di sciogliere tensioni e problemi. Guriko e Donko, due sorelle rimaste orfane da bambine, aprono un sito di posta del cuore. Se all’inizio è soprattutto un gioco, ben presto diventa un’occupazione a tempo pieno colma di inattese rivelazioni.
“SENTI LA SUA PAURA” DI PETER SWANSON
Kate ha solo venticinque anni, ma da quando è rimasta vittima della follia di un ex fidanzato la sua vita si è congelata. Ha mollato l'università, si è barricata in casa per sfuggire alle crisi di panico. Per questo accoglie la proposta di un cugino che non ha mai incontrato come l'occasione per ricominciare. Corbin vive a Boston ma deve trasferirsi a Londra e le chiede di scambiare gli appartamenti. A destinazione, Kate trova una tremenda sorpresa: la sua vicina di pianerottolo è stata barbaramente uccisa. E suo cugino Corbin intratteneva con lei un rapporto complesso. Giorno dopo giorno, chiusa in una sontuosa scatola piena di porte e finestre, Kate deve affrontare una paura ancora piú devastante degli spettri che popolano la sua testa. Questa volta potrebbe non uscirne viva. Con il tocco dei maestri del noir, in “Senti la sua paura” (Einaudi, traduzione di Letizia Sacchini) Peter Swanson firma una storia capace di indagare le ossessioni del nostro presente, esplorando la natura della ferocia nelle sue incarnazioni più subdole.
(© 9Colonne - citare la fonte)