"Sono passati 26 anni dalla morte di mio padre, Paolo Borsellino, ucciso a Palermo insieme ai poliziotti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. E, ancora, aspettiamo delle risposte da uomini delle istituzioni e non solo. Ci sono domande - le domande che io e miei fratelli Manfredi e Lucia non smetteremo di ripetere - che non possono essere rimosse dall'indifferenza o da colpevoli disattenzioni". Si apre così un intervento di Fiammetta Borsellino, oggi su La Repubblica, nel quale chiede verità e giustizia alla vigilia dell'anniversario della strage di via D'Amelio in cui persero la vita suo padre e cinque dei suoi agenti di scorta. Fiammetta Borsellino, nella sua lettera aperta, rivolge tredici domande sui depistaggi, sul falso pentito Scarantino, sui provvedimenti che non furono presi per la sicurezza del padre, sulle ombre dell'inchiesta sulla strage di via D'Amelio, sull'agenda scomparsa. Fiammetta Borsellino sarà ascoltata oggi dalla Commissione regionale antimafia siciliana il cui presidente Claudio Fava, che ha voluto l'audizione, ha affermato: “Ci sono le motivazioni della sentenza del processo Borsellino quater che ci dicono come intorno a questa vicenda c'è stato un furto di verità perpetrato per 25 anni e che tutto questo è avvenuto in Sicilia, teatro di collusioni finalizzate a far sì che la verità si allontanasse". Nei prossimi giorni potrebbero essere sentiti anche gli altri due figli di Borsellino, Manfredi e Lucia. Inoltre, verranno sentiti anche i magistrati che negli anni si sono occupati del processo. (18 lug - red)
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