Il ministro dell’Interno contro il giovane commissario Montalbano, verrebbe da dire confondendo la fiction con la realtà. Ma, scherzi a parte, i “conflitti” anche con personaggi dello spettacolo cominciano a diventare una costante per Matteo Salvini. L’ultima polemica è con l’attore Michele Riondino, padrino della Mostra del Cinema di Venezia, che ieri appena arrivato al Lido si era detto “contento di non incontrare Salvini”, perché “non mi rappresenta e non rappresenta la maggioranza di quelli che hanno votato 5 Stelle. E lo dico da elettore dei 5 Stelle. Chi ha votato 5 Stelle non si sarebbe mai messo con la Lega. Non avrei mai accettato il contratto di governo con la Lega e non avrei mai votato 5 Stelle se avessi saputo che loro lo avrebbero fatto”. Immediata era arrivata la risposta del leader del Carroccio (“Che tristezza usare il palcoscenico di una Festival (che prende milioni di euro di contributi pubblici) per fare politica... Il cinema e Venezia sono ben altro, per fortuna”), che oggi è ritornato sulla questione pubblicando su Twitter una foto dell’attore in compagnia di Asia Argento: “Il ‘padrino’ della Mostra del Cinema di Venezia, tal Michele Riondino qui in compagnia della tranquilla Asia Argento, non si sente rappresentato da me e si dichiara ‘contento di non incontrare Salvini’. Altro ‘vip’ in cerca di pubblicità? Io invece lo incontrerei volentieri, sono curioso e testardo per natura, nella speranza di riportarlo sulla retta via”.
PRECEDENTI. La stessa Argento – dopo gli echi del caso Weinstein al centro di una bufera mediatica per l’accusa di molestie sessuali rivoltale dall'attore statunitense Jimmy Bennett – era stata protagonista di una polemica con Salvini (“Questa è la ‘signora’ che mi insultava ogni due minuti, e mi ha dato del razzista e della m…a? Mamma mia che tristezza…” aveva scritto qualche giorno fa il ministro dell’Interno su Twitter in seguito alle ultime rivelazioni sull’attrice). Di qualche ora fa, invece, il “battibecco” con Chef Rubio, tra i protagonisti dei cooking show made in Italy. E la polemica social, inevitabilmente, diventa oggetto di discussione nel dibattito politico: “Quando un rappresentante del Governo di fronte all’espressione di un’opinione politica rinfaccia ad un artista l’utilizzo di soldi ‘pubblici’ c’è da tremare” afferma la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Anna Ascani, mentre il governatore del Veneto Luca Zaia usa il dialetto per replicare con un lungo post su Facebook a Riondino: "Do schei de mona in scarsea no fa mai mal". Questo vecchio e saggio detto veneto significa che nella vita bisogna essere umili e saper anche tacere senza voler sempre fare il primo della classe. Mi dispiace per Michele Riondino che con le sue dichiarazioni sul ministro Matteo Salvini (ma sarebbe stato lo stesso rispetto a qualsiasi politico senza eccezione alcuna) ha rovinato la sacralità della Mostra”. (Roc – 29 ago)
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