Approvato da 195 governi, il report speciale sul riscaldamento globale a 1,5 gradi del Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), commissionato dopo l’Accordo sul Clima di Parigi del 2015 e approvato ad Incheon, in Corea del Sud, dimostra che l’aumento della temperatura globale a 2 gradi al di sopra dei livelli preindustriali porterebbe a conseguenze devastanti per il pianeta, fra cui l'innalzamento del livello del mare, la desertificazione di molti territori, la perdita di habitat e specie naturali e la diminuzione delle calotte glaciali. Il rapporto costituirà un riferimento scientifico di grande importanza nella Conferenza sui Cambiamenti Climatici che si terrà a Katowice, in Polonia, il prossimo dicembre, quando i governi riesamineranno il Trattato di Parigi per affrontare i cambiamenti climatici. "Con le citazioni di oltre 6.000 riferimenti scientifici e il contributo di migliaia di esperti e di revisioni da parte dei governi di tutto il mondo, questo importante rapporto è una testimonianza della portata e della rilevanza politica dell'IPCC", ha affermato Hoesung Lee, presidente dell'IPCC. Novantuno autori e revisori provenienti da 40 paesi hanno redatto il rapporto IPCC in risposta ad un invito avanzato dalla Convenzione Quadro per i Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC) nel 2015 quando fu adottato il Trattato di Parigi. "Uno dei messaggi chiave che emerge con molta forza da questo rapporto è che stiamo già vedendo le conseguenze di un riscaldamento globale di 1°C quali, tra l'altro, l'aumento di eventi meteo estremi, innalzamento del livello del mare, diminuzione del ghiaccio marino in Artico", ha detto Panmao Zhai, co-presidente del Working Group I dell'IPCC. Il rapporto mette in evidenza un numero di impatti dei cambiamenti climatici che potrebbero essere evitati limitando il riscaldamento globale a 1,5 gradi anziché 2 o più. Per esempio, entro il 2100 l'innalzamento del livello del mare su scala globale sarebbe più basso di 10 cm. con un riscaldamento globale di 1,5 gradi rispetto a 2. La probabilità che il Mar Glaciale Artico rimanga in estate senza ghiaccio marino sarebbe una in un secolo con un riscaldamento globale di 1,5 gradi, mentre sarebbe di almeno una ogni decennio con un riscaldamento globale di 2 gradi. Le barriere coralline diminuirebbero del 70-90% con un riscaldamento globale di 1,5 gradi, mentre con 2 se ne perderebbe praticamente la totalità (>99%). Il rapporto riscontra che limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi richiederebbe "rapide e lungimiranti" transizioni in molti settori quali suolo, energia, industria, edilizia, trasporti, e pianificazione urbana. Le emissioni di CO2 nette globali prodotte dall'attività umana dovrebbero diminuire di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030, raggiungendo lo zero intorno al 2050. Questo vuol dire che ogni emissione rimanente dovrebbe essere bilanciata dalla rimozione di CO2 dall'atmosfera. “Le decisioni che prendiamo oggi sono decisive per assicura un mondo sicuro e sostenibile per tutti, sia oggi che in futuro - ha detto Debra Roberts, co-presidente del Working Group II -. Questo rapporto fornisce ai decisori politici e agli attori del settore le informazioni di cui hanno bisogno per prendere decisioni finalizzate ad affrontare i cambiamenti climatici tenendo in considerazioni i contesti locali e i bisogni delle persone. I prossimi anni sono probabilmente i più importanti della storia”. (8 ott – red)
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