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Il pericolo non viene
dai negozietti etnici

Il pericolo non viene <br> dai negozietti etnici

di Piero Innocenti

(12 ottobre 2018) Continuano anche negli ultimi giorni, senza sosta, gli annunci del ministro dell'interno Salvini su arruolamenti straordinari di poliziotti e carabinieri. L'ultimo è di un paio di giorni fa, da una terrazza del Viminale con la consueta camicia chiara, maniche rigorosamente rimboccate, ombrello aperto, a raccontare le ulteriori iniziative che il "nostro" intende adottare in tema di sicurezza. Tra queste, oltre alla storiella delle diecimila assunzioni di poliziotti e carabinieri (ci vorrebbero una decina di anni, iniziando subito le procedure, per ripianare gli organici), anche l'altra di chiusura serale obbligata, alle 21, per "i negozietti etnici che diventano ritrovo di spacciatori o di gente che fa casino". Il Ministro non perde occasione per mettere in relazione diretta la presenza di stranieri con lo spaccio di stupefacenti - e sul punto non ha tutti i torti attesa la percentuale alta di spacciatori stranieri che si rileva dai dati della DCSA - ma prendersela sic et simpliciter  con i negozietti etnici sparsi nel paese, mi pare fuori luogo.
Anche perché, e non ci vuole molto a rendersene conto, lo spaccio avviene talvolta anche in modo sfacciato nelle strade e nelle piazze cittadine, senza bisogno di andare in quei "negozietti" che, quando sono mal frequentati o si "fa casino" vengono tempestivamente chiusi, provvisoriamente, con provvedimenti dei Questori ai sensi dell'art.100 del Testo Unico sulle leggi di pubblica sicurezza.
Ma, tornando alla carenza degli organici nelle questure (che riguarda anche settori specialistici come la Stradale e la Ferroviaria), non si può non rilevare i recenti interventi sempre del Ministro dell'Interno che parla di potenziamenti virtuali in occasione di sue visite istituzionali qua e là nel Paese (in Veneto, il 7 ottobre, annuncia l'arrivo di 300 agenti, a Lodi, l'11 ottobre, parla di potenziamento della Questura portando l'organico a 210 unità). La verità è che a febbraio del 2019 termineranno alcuni corsi in atto - iniziati  a gennaio 2018 - e si vedrà ben poco in termini di sostanziale incremento di organico nelle varie Questure e Commissariati, ( mentre continuano le proteste dei diversi sindacati di polizia che denunciano la drammatica scopertura degli organici, per esempio,a Sassari, a Gorizia, a Perugia, a Venezia, solo per citare alcune province. Rivedere l'assetto organizzativo e ordinamentale era prioritario e per questo obiettivo, circa due anni fa, nel dicembre del 2016, era stato istituito un Gruppo di lavoro presieduto dal Vice Capo della Polizia Vicario, per "innalzare i livelli di efficacia ed efficienza" revisionando le dotazioni organiche degli uffici di ps periferici ferme al 1989 e che hanno visto, in questi anni, decisamente poca attenzione da parte della classe politica dirigente. Dalla "bozza riservata" che è circolata nei giorni passati, alcune Questure "dovrebbero" perdere personale, altre prenderne, in relazione alla "fasce" in cui sono state catalogate (4 fasce più una fascia super che riguarda le Questure di Roma, Milano e Napoli).
La cosa a mio avviso sorprendente, è che l'organico complessivo del 1989 era di 108.856 unità (di cui 59.593 in forza alle questure), mentre con la legge 124/2015, la cosiddetta Legge Madia,  si riduce a 102.481. Un dato, poi, meriterebbe, forse, un'analisi accurata ed è quello relativo ai poliziotti (dei vari livelli), oltre 4mila, in servizio presso gli uffici Dipartimentali  nella Capitale, che obiettivamente sembrano eccessivi non solo perché a questi si deve aggiungere tutto il personale dell'Amministrazione Civile dell'Interno, ma anche perché, in diversi casi, il personale risulterebbe sottoimpiegato. Tutto questo mentre in periferia si lotta, ogni giorno, scontrandosi spesso con i sindacati di polizia locali, per trovare qualche risorsa residua per le varie "emergenze". Farebbe bene , allora, il ministro Salvini, dalla sua terrazza del Viminale, a riservare attenzione anche a queste situazioni per ripristinare equilibrio di risorse sul territorio. Aumenterebbe anche la lotta agli spacciatori, a tutti, anche a quelli che frequentano i negozietti etnici.

 

 

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