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Sicurezza: promemoria
per il Ministro dell’Interno

Sicurezza: promemoria <br> per il Ministro dell’Interno

di Piero Innocenti

(21 gennaio 2019) Che splendido Paese il nostro! Sulla sicurezza pubblica, maltrattata e violentata ogni giorno dalla criminalità mafiosa e comune, il Ministro dell’Interno alcuni giorni fa (il 18 gennaio) mentre si trovava ad Afragola (Napoli), terra notoriamente controllata dalla camorra, alla domanda di un giornalista se “..intendeva rispondere alla camorra e all’arroganza dei clan solo con più agenti delle forze dell’ordine..” rispondeva “no di certo. Ho firmato da poco il finanziamento di molti fondi per la videosorveglianza. Soldi finalizzati che dovranno utilizzare gli enti locali..” (Agenzia 9Colonne del 18 gennaio). Ammutoliti per questa “novità” ( le telecamere contro la camorra) poliziotti, carabinieri e finanzieri, sconcertati quelli della DIA ( l’organismo interforze deputato in primis alla lotta alle mafie), se la ridacchiavano i vari capi clan e affiliati di Afragola e dintorni.
Da tenere bene a mente questa dichiarazione di chi, sul piano politico, è Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza e per questo deputato anche a tracciare strategie contro la criminalità in generale. Linee di indirizzo che contro le mafie continuano a mancare, ad essere carenti, mentre abbondano slogan, battute talvolta ridicole e insignificanti, poco rispettose, alla fine, per tutti quelli che, poliziotti e magistrati, credono e lavorano per garantire sicurezza e giustizia tra mille difficoltà. Una lotta impari, come è noto, per molti cittadini che subiscono violenze in casa e nelle strade  ad opera della criminalità comune e per quelli che vengono taglieggiati o minacciati o peggio, dagli ignobili mafiosi. I malviventi continuano, così, ad imperversare in molte città,  come si può rilevare scorrendo la rassegna stampa locale, giornaliera, sul sito della Polizia di Stato. Una sequenza davvero preoccupante quella degli ultimi giorni di gennaio, a partire dalla donna ultraottantenne derubata in casa, ad Arezzo, da finti carabinieri (20 gennaio), alla raffica di furti nelle abitazioni a Sondrio (20 gennaio), alle zone periferiche di Rimini assediate dai ladri (14 gennaio), ad una intera palazzina, a Milano, saccheggiata (14 gennaio), ad una donna anziana aggredita da due banditi nella sua casa a Fucecchio (14 gennaio). Ed ancora, a Perugia, una decina di garage svuotati in una notte (13 gennaio), due orafi rapinati ad Arezzo (13 gennaio), una ultraottantenne, ad Empoli, picchiata e derubata in casa. E sono soltanto alcuni episodi di quelli riportati nei quotidiani locali.
Si torna, allora, al tema che abbiamo più volte ricordato e cioè che per un’adeguata azione di prevenzione e di repressione dei reati, occorrono arruolamenti straordinari di poliziotti e carabinieri. Sottolineo “straordinari”,  affollando, cioè, le scuole di Polizia e Carabinieri e, se necessario, utilizzando spazi e strutture di alcune grandi Questure e Comandi Regionali dei Carabinieri, perché quelli annunciati (6.150, nel totale) per i prossimi anni (cinque?) dal ministro per la pubblica amministrazione Bongiorno, non rimpiazzeranno neanche quelli che andranno in pensione per scelta o raggiunti limiti di età.
E, a proposito di anzianità,  vorremmo ricordare al Ministro dell’Interno di dare un’occhiata alle tabelle sull’età media nelle Questure. Si accorgerebbe, così, che in ben 42 Questure l’età media è vicina ai 50 anni,  in alcuni casi superata, come a Pordenone, Lecce, Udine, Vicenza, Viterbo, Salerno, Teramo, Terni. Insomma, non proprio una età ideale per chi deve fare servizi particolarmente impegnativi, di pronto intervento (Volanti) o investigativi. Aspetti, questi, sui quali, in diverse circostanze, da almeno un paio di anni, lo stesso Capo della Polizia aveva richiamato l’attenzione.

 

 

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