Roma, 9 nov - Oggi si celebra il 20esimo anniversario della caduta del muro di Berlino. Tutte le capitali del mondo festeggiano quello che è considerato uno degli eventi più importanti del ventesimo secolo, la caduta di un muro di divisioni e la fine di un mondo diviso in due blocchi. Ma il mondo è ancora pieno di muri da abbattere, costruiti per dividere comunità religiose, politiche, in regioni in guerra, ma anche nei Paesi dell’occidente. Il più famoso è senz’altro il muro che divide Israele dalla Palestina. Iniziata nel 2002, la “barriera di separazione israeliana” è un sistema di barriere fisiche costruito da Israele in Cisgiordania allo scopo ufficiale d'impedire fisicamente ogni intrusione di terroristi palestinesi nel territorio nazionale. Attualmente il tracciato, che è stato ridisegnato più volte a causa delle pressioni internazionali, ha raggiunto circa 700 km e penetra ben al di là della “Linea Verde” istituita dalle Nazioni Unite nel 1967. La barriera di sicurezza costruita dagli Stati Uniti lungo la frontiera con il Messico, invece, è lunga circa tremila chilometri. La sua costruzione ha avuto inizio nel 1994, nell’ambito dei progetti contro il narcotraffico e l’immigrazione clandestina. Dal 1998 al 2004, secondo i dati ufficiali, lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, sono morte in totale 1.954 persone. Nel 2006 il Parlamento statunitense ha approvato una legge per il rafforzamento della barriera. La zona demilitarizzata coreana è una striscia di terra lunga 238 chilometri che attraversa la penisola coreana e serve come zona cuscinetto tra la Corea del Nord e la Corea del Sud: la zona cuscinetto venne realizzata ad iniziare dal 1953 con lo scopo dichiarato di proteggere la Corea del Sud dagli attacchi da parte della Corea del Nord. Belfast, la capitale dell'Irlanda del Nord, è attraversata invece da decine di muri, alcuni ufficiali, altri spontanei, che dai primi anni Settanta separano i quartieri protestanti da quelli cattolici. Vengono chiamati “interfacce” o “linee di pace”. Spesso non sono solo fisici, piuttosto psicologici e sociali. Intere generazioni sono nate e convivono con queste barriere. Lo scorso 21 ottobre, inoltre, è stata riaperta la via del commercio tra India e Pakistan, nella zona di confine del Kashmir. L’area, al centro di un conflitto decennale fra i due Paesi, è rimasta chiusa per 58 anni e solo nel 2005 si è cominciato a parlare di una parziale apertura in cinque diversi punti, in seguito ai primi accordi di pace sottoscritti l’anno precedente. Nel 2007 è stato abbattuto un tratto di muro posto a Nicosia, che divide la Repubblica di Cipro (Sud), ovverosia la parte di Cipro entrata dal 2004 nell'Unione Europea, da Cipro Nord. Ma anche l’Italia ha i suoi muri. Il muro di Gorizia costruito nel 1947 e collocato lungo la frontiera italo-jugoslava all’interno della città di Gorizia separa l'abitato goriziano rimasto italiano dai quartieri periferici e dalla stazione ferroviaria della linea Transalpina, che furono annessi al termine della seconda guerra mondiale alla Jugoslavia. Nel 2004, a seguito dell'ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, ne è stata smantellata la porzione che divideva in due il piazzale della Transalpina. Mentre alcuni muri crollano nuovi muri vengono eretti, come quello che a Rio de Janeiro dall'inizio del 2009 intende circondare 11 quartieri della metropoli brasiliana. L’obiettivo dichiarato è quello di contenere l'estensione delle bidonville e il disboscamento delle colline, ma tre metri di altezza di cemento armato in realtà cercano di contrastare le bombe dei narcotrafficanti che hanno sede nelle favelas. La barriera di separazione di Ceuta e Melilla è una barriera fisica di separazione tra il Marocco e le città autonome spagnole di Ceuta e Melilla. Il suo proposito è quello di ostacolare e impedire l’immigrazione illegale e il contrabbando. Progettata e costruita dalla Spagna è costituita da filo spinato. Il prezzo, di 30 milioni di euro, è stato pagato dalla Comunità europea. (San)
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