Roma, 21 dic - Migliaia di tartarughe ogni anno nel
Mediterraneo rimangono impigliate accidentalmente negli strumenti da pesca.
Questo fenomeno viene chiamato by-catch, si tratta della cattura di animali che
non sono il vero bersaglio dell'attività in questione. Per una tartaruga
rimanere impigliata in una rete significa nella maggior parte dei casi la morte
per annegamento o per gravi infezioni nelle vie respiratorie per l'ingresso di
acqua nei polmoni. Alcune di loro, grazie alla collaborazione dei pescatori,
vengono curate nei Centri Recupero di CTS, veri e propri ospedali per la cura
di questi animali in difficoltà, inseriti nella Lista Rossa della Iucn
(l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) e considerati
minacciati. Un lavoro che i biologi dei Centri del Centro Turistico Studentesco
e Giovanile (Cts), associazione ambientalista impegnata nella salvaguardia
della biodiversità marina, mettono al servizio anche dei delfini. Durante le
passate stagioni estive nei Centri Recupero CTS sono state salvate 121
tartarughe, e una di loro era un'esemplare di tartaruga verde, specie molto
rara nei nostri mari. Numerosi invece gli avvistamenti di delfini effettuati
dai biologi dei Centri Ricerca - più di 200 gli esemplari fotoidentificati,
alcuni di vecchie conoscenze, altri eccezionali come il gruppo di 10 tursiopi e
20 delfini comuni avvistati in luglio a Lampedusa. E l’associazione, per
sostenere la sua attività, lancia per Natale la campagna “Adotta un delfino o
una tartaruga”. Due i “testimonial” della campagna che si possono “adottare”
simbolicamente: la tartaruga Martina ritrovata dai pescatori di Lampedusa
aggrovigliata ad un pezzo di rete e che i ricercatori del Centro Recupero
Tartarughe Marine Cts di Linosa hanno curato e rimesso in libertà con una
targhetta metallica applicata alla pinna anteriore che permette di conoscere i
suoi spostamenti, nel caso in cui venisse recuperata nuovamente o se dovesse tornare
per deporre le sue uova sulle nostre spiagge. E il delfino Zorro che frequenta
le acque nord orientali delle Bocche di Bonifacio ed è riconoscibile
dall'inconfondibile graffio a forma di Z visibile sul lato sinistro della sua
pinna dorsale. Ama giocare sull'onda della prua del gommone dei biologi del
Centro Ricerche Delfini Cts di Caprera che da anni effettuano attività di
monitoraggio della popolazione di delfini che vive nell'arcipelago, insieme ad
altri cinque suoi “amici”: Pinnabianca, Mistral, Pioggia, Alaimo e Alfa.
Idrofoni per ascoltare le "voci" dei delfini, macchine fotografiche
di ultima generazione che facilitano la fotoidentificazione degli animali,
apparecchiature a raggi X per le tartarughe, vasche per la riabilitazione, imbarcazioni
per gli avvistamenti, binocoli e tanto altro. Tutto questo è stato possibile
grazie all'aiuto di tanti che hanno a cuore la tutela di delfini e tartarughe e
che con un semplice click hanno adottato simbolicamente un delfino o una
tartaruga. L'adozione è semplicissima: basta andare sul sito www.ctsambiente.it
e cliccare sui banner "Adotta" per ricevere tutte le informazioni
sulle modalità di adozione e su Pinnabianca, Mistral, Pioggia, Alaimo, Zorro ed
Alfa, e sulla tartaruga Martina. I “neo-genitori” riceveranno un kit contenente
il certificato di adozione dell'animale prescelto, la sua foto e dei gadget.