Saranno 115 i ragazzi italiani provenienti da tutto il mondo che si troveranno a Palermo, dal 16 al 19 aprile, per iniziativa del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), con la finalità di creare una rete di giovani italiani nel mondo. I partecipanti sono stati selezionati dai Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) e dalle Consulte regionali per l’emigrazione, aderenti all’iniziativa, con l’intento di mobilitare tutte le comunità d’italiani all’estero e rafforzare le reti istituzionali di rappresentanza di base. I 115 delegati parteciperanno al Seminario dei giovani italiani nel mondo, un evento di tre giorni e mezzo interamente pensato per renderli protagonisti del futuro del Paese e per farli diventare attivatori, nei loro territori di provenienza, di coinvolgimento giovanile e informazione a tutta la comunità.
IL PROGRAMMA
Il programma prevede due giorni di tecniche innovative partecipative, per fare emergere speranze e progetti; un giorno di formazione per approfondire con esperti vari temi (reti di ricercatori italiani nel mondo, lavoro e mobilità, patrimonio artistico, nuove esperienze e opportunità legate alle famiglie expat, soft power, rappresentanza degli italiani all’estero) ed infine una mattina per dialogare con le istituzioni e darsi degli obiettivi di lavoro e di impegno per l’anno a venire. La sede del seminario non poteva essere che Palermo, capitale italiana dei giovani nel 2017 e della cultura nel 2018 e che ha ceduto il testimone a Matera, capitale europea della cultura nel 2019. Le istituzioni locali, Comune di Palermo e Regione Siciliana hanno sposato e sostenuto sin da subito questa iniziativa. Benché riservato ai delegati, sarà possibile per tutti seguire i lavori tramite il sito www.seminariodipalermo.it.
CREARE UNA RETE DI GIOVANI ITALIANI NEL MONDO
“L’evento arriva nel decennale della Conferenza Mondiale dei Giovani, che nel dicembre del 2008, sempre per iniziativa del CGIE, portò a Roma 400 delegati da tutto il mondo”, ricorda Michele Schiavone, Segretario Generale del CGIE. “Da inizio febbraio abbiamo coinvolto tutti i ragazzi tramite videoconferenze preparatorie e tramite questionari per incoraggiarli ad un massimo impegno e spiegare loro il potenziale di questa iniziativa” spiega Maria Chiara Prodi, presidente della Commissione “Nuove migrazioni e generazioni nuove” del CGIE, che da tre anni lavora al progetto. Alta l’aspettativa per il contributo di questi ragazzi e ragazze, per il 60% di seconda e terza generazione di italiani all’estero e per il 40% da quella nuova emigrazione. Il CGIE è un’istituzione composta di 43 volontari eletti in tutti i paesi dove è insediata una comunità di italiani, a cui si aggiungono 20 membri di nomina governativa. (Red – 2 apr)