Parigi, 23 set - E’morto sabato notte, nella sua casa di
Parigi, Marcel Mangel, 84 anni, in arte Marcel Marceau. Lo ha rivelato la
figlia Camille, citata dall’emittente radio Franceinfo. Se ne va con lui Bip,
il fragile Pierrot dalla faccia lunare che ha fatto sorridere, con la sua
candida comicità, gli spettatori di tutto il mondo. Se ne va con lui il
silenzio. Se ne va un artista il cui mestiere - in un’epoca di talk show e di
opinionisti - era quello di “non parlare”. Di unire un pubblico senza uniforme,
di tutte le età, di tutte le lingue, sotto la magia del gesto. Se ne va,
insieme al mimo, l’uomo. Nato a Strasburgo il 22 marzo del 1923 in una famiglia ebrea,
la prima volta che cambiò identità non fu per gioco, ma per necessità: per
sfuggire alla furia nazista, Marcel lasciò la sua città natale, cambiò cognome
e identità. Poco dopo lo troviamo a combattere, insieme al fratello,
nell’esercito di Chares De Gaulle per liberare della Francia dall’occupazione
delle truppe hitleriane. Dopoguerra, passano gli anni, e il giovane ebreo,
uscito dal conflitto, si libra nell’aria in silenzio, interpretando la vita, il
volo, la morte di una farfalla. Nel 1946, a 23 anni, Marcel inizia infatti a
studiare recitazione con Charles Dullin ed Etienne Decroux, e si innamora di
Buster Keaton, dei fratelli Marx, di Charlie Chaplin. Soltanto un anno dopo
nasce Bip, l’alter ego di Marceau dai forti toni chapliniani: un malinconico
pagliaccio che, con la sua maglietta a strisce bianche e nere e il suo cilindro
sormontato da un grande fiore rosso, diventa l’immagine del clown per
eccellenza. Nel 1949 viene fondata la compagnia di mimo di Marcel Marceau, la
prima nel suo genere, che calca le scene di tutto il mondo portando la
pantomima ai suoi massimi livelli. Quella di Marcel è una passione inestinguibile,
che lo porta a percorrere il mondo in lungo e in largo, fino a poco prima di
morire. Ma il suo genio non rimane a teatro: poliedrico, eclettico, aperto a
suggestioni sempre nuove, negli anni cinquanta il signore del gesto si fa
conoscere anche dal pubblico statunitense, ed approda al grande schermo,
ammaliando il pubblico con il film First Class, dove interpreta ben diciassette
ruoli. Ne “l’ultima follia di Mel Brooks” lo vediamo tacere per tutta la
pellicola, salvo un’unica parola: “no”, l’unica sillaba che esce dalla sua
bocca. L’attenzione al movimento, l’estro corporeo del “Charlie Chaplin del
muto” influenzeranno le successive epoche, fino a contaminare il re del pop
Michael Jackson, che trae spunto da Marceau per alcuni video. Il mimo ha
scritto anche dei libri, tra cui “la storia di Bip”, “il terzo occhio”, “la
ballata di Parigi e del mondo” ed alcuni libri per i più piccoli. Adesso il
genio - bambino, i suoi colori, la sua malinconia, se ne sono andati. Il corpo
più espressivo del mimo si è fermato per sempre. Marcel Marceau sarà inumato
domani a Pere Lachaise, il cimitero parigino dei grandi artisti.
(© 9Colonne - citare la fonte)