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SCOTTI: RIORGANIZZAZIONE RETE CONSOLARE PENSATA E NECESSARIA

SCOTTI: RIORGANIZZAZIONE RETE CONSOLARE PENSATA E NECESSARIA

Roma, 13 mag –  “Il Governo concorda con le osservazioni formulate in merito all'importanza della rete diplomatico-consolare, una rete che è investita di compiti crescenti non solo a causa della complessità del quadro politico internazionale, ma anche in ragione dell'impatto dell'attuale crisi economica. La crisi ci chiama a fornire un sostegno efficace ed al passo coi tempi sia all'internazionalizzazione delle imprese italiane, sia alla promozione del sistema Paese nel suo complesso”. Così ha risposto questa mattina in Aula alla Camera il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri Vincenzo Scotti ad un interpellanza firmata alcuni esponenti dell’opposizione e presentata dall’onorevole Laura Garavini (Pd) per “sollecitare il Governo a ritornare su quel piano di chiusura della rete consolare di cui si è fatto portavoce l'Esecutivo, che si era impegnato l'anno scorso a rivedere salvo poi ribadirlo con le dichiarazioni del sottosegretario Mantica che ha riconfermato la chiusura di circa diciotto consolati”. “La sfida che ci troviamo di fronte - ha spiegato il sottosegretario Scotti - è quella di valorizzare al massimo questo prezioso strumento adeguandolo alle mutate esigenze del contesto internazionale in evoluzione e tenendo conto della entità delle risorse finanziarie disponibili”. “Per contenere la spesa – ha proseguito Scotti - il Ministero ha intrapreso un'opera di razionalizzazione delle proprie strutture ed una politica di semplificazione amministrativa e di razionalizzazione dei metodi di lavoro”. “Dopo una riflessione sul processo di razionalizzazione, reso doveroso, oltre che dalle esigenze di bilancio, dalla necessità di adeguare la rete estera alle nuove sfide con cui si deve confrontare: basti pensare - ha spiegato Scotti - alla nuova fisionomia del contesto geopolitico nel quale è inserito il nostro Paese e alle mutate istanze provenienti dalle nostre collettività all'estero. Tali collettività sono ormai lontane dai bisogni più fortemente avvertiti negli anni dell'emigrazione dall'Italia e sempre più inserite nelle società di residenza, con particolare riguardo per i Paesi membri dell'Unione Europea, di cui sono noti i progressi in tema di cittadinanza europea”. “Questo processo di razionalizzazione mira ad assicurare la sostenibilità della rete attraverso recuperi di risorse umane e finanziarie, da poter successivamente riutilizzare a beneficio delle esigenze della rete stessa e dell'utenza, avendo speciale cura per l'implementazione di dotazioni informatiche all'avanguardia”. “Il piano di razionalizzazione è stato presentato agli interlocutori interessati in molteplici occasioni, da ultimo ad opera del senatore Mantica, nel corso della riunione congiunta delle Commissioni esteri di Senato e Camera dello scorso 23 febbraio. In ogni circostanza, le istanze formulate dagli interlocutori sono state registrate, valutate e tenute in debita considerazione, tanto da non esitare a ricalendarizzare gli adempimenti del piano in presenza di particolari esigenze politiche, logistiche o funzionali”. “Si sta valutando inoltre - ha aggiunto il sottosegretario Scotti oggi alla Camera - l'istituzione di sportelli consolari o di consolati onorari, per mantenere il contatto con le collettività e con le autorità locali nelle sedi in chiusura”. Poi il sottosegretario ha rassicurato i firmatari dell’interpellanza garantendo l'impegno della Farnesina nella realizzazione di piattaforme informatiche da utilizzare per “garantire la promozione degli interessi nazionali, sia quello di assicurare l'assistenza alle collettività italiane residenti all'estero”. Il progetto a cui si riferisce Scotti, illustrato lo scorso ottobre dal sottosegretario Mantica a Bruxelles, è “volto a consentire all'intera rete consolare di: aumentare il livello di produttività degli uffici, rendendoli sempre più efficienti e rispondenti alle esigenze dei connazionali; fornire all'utenza adeguati servizi telematici a distanza; corrispondere agli indirizzi governativi in tema di innovazione, digitalizzazione e smaterializzazione dell'attività amministrativa”. Il rappresentante della Farnesina ha poi accennato all'accorpamento di uffici siti nella stessa città, come in passato avvenuto ad Atene, a Berna, a Madrid e a Vienna e a Bruxelles. “Nella fase attuale – ha aggiunto Scotti - è oggetto di attenzione la riorganizzazione della rete consolare in Germania - con riguardo alle sedi di Saarbrücken e Norimberga, delle quali è stata già deliberata la chiusura e dove verranno avviati gli accorpamenti degli uffici con i consolati generali di Francoforte e Monaco di Baviera, di pari passo ad un rafforzamento delle due sedi destinatarie delle competenze degli uffici in chiusura”. “I contatti con le autorità tedesche, in merito all'istituzione di eventuali strutture consolari più 'leggere' in loco, hanno fatto emergere una loro preclusione rispetto a soluzioni diverse dal mantenimento di un vice consolato, quale livello minimo di presenza consolare”. Per quanto riguarda altre voci di spesa, quali le retribuzioni del personale all'estero, Scotti fa presente che “non vi sono stati negli ultimi anni sostanziali adeguamenti, anche a fronte delle sensibili diminuzioni del potere d'acquisto che si sono registrate in più casi”.  Citando poi l'istituzione del fondo speciale, previsto dalla legge finanziaria 2007, che ha consentito alle sedi estere di reperire nuove entrate per la manutenzione e il funzionamento degli uffici all'estero e il decreto del Presidente della Repubblica che permetterà, dal prossimo esercizio, l'utilizzo degli eventuali avanzi di gestione e consentirà ad ogni singolo ufficio un più ampio margine di operatività, nonché la possibilità per le sedi estere di erogare servizi a pagamento alle imprese e servizi all'utenza sotto forma di organizzazione di corsi di lingua e cultura italiana, il sottosegretario Scotti ha concluso sottolineando: “È evidente come questa amministrazione abbia portato avanti una politica di semplificazione amministrativa che ha riguardato non solo interventi in campo giuridico-normativo, ma è stata accompagnata anche da una efficace politica di sviluppo della digitalizzazione dell'attività amministrativa, permettendo la dematerializzazione di gran parte dei flussi procedimentali e della documentazione contabile gestita al ministero e all'estero, al fine di incrementare l'efficienza degli uffici e di ridurre i costi”.

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