Roma, 15 giu – Nell’anno
della grande crisi, gli americani rinunciano al bisturi, ma non a sentirsi più
giovani: diminuiscono infatti gli interventi di chirurgia plastica, ma crescono
quelli di medicina estetica. L’Italia invece va in controtendenza, mantenendo
stabile il numero delle richieste in entrambi i settori e registrando un
consistente aumento delle richieste per ritocchi mini-invasivi. Secondo quanto
emerge dai dati appena diffusi dall’American Society for plastic Surgery
(Asps), autorevole associazione che riunisce oltre 7mila professionisti, negli
Stati Uniti gli interventi di chirurgia plastica hanno registrato nel 2009 un
calo del 9% rispetto all’anno precedente, mentre gli interventi di medicina
estetica sono aumentati dell’1%. A piacere è soprattutto la mini-invasività, in
particolare tra le trentenni: via libera dunque ad acido ialuronico e a
lipofilling, ossia a “riempimenti” effettuati utilizzando il proprio grasso
corporeo. Le statistiche d’Oltreoceano offrono uno spunto per fare un bilancio,
seppur parziale, della situazione in Italia dove le richieste si mantengono
stabili sia per quanto riguarda la medicina estetica sia la chirurgia: “Non ci
sono variazioni significative rispetto al passato - conferma Alessandro Gennai,
chirurgo plastico con studio a Bologna, che visita anche a Cagliari, Modena e
Reggio Emilia -. Anche da noi si registra un forte aumento delle richieste per
interventi mini invasivi: il trend è in atto da almeno cinque anni. La gente
vuole ringiovanire, ma senza risultati troppo artificiosi o con un post
operatorio troppo lungo e oggi le nuove tecnologie lo rendono possibile. Il
classico lifting con lunghe cicatrici è in forte calo, mentre è aumentato
esponenzialmente quello eseguito con tecniche mini-invasive a cicatrice ridotta.
Crescono – spiega Gennai - le richieste per la tecnica endoscopica Mivel (Minimal
incisions vertical endoscopic lift), che considera il volto diviso in sezioni
verticali e non orizzontali e per tecniche mediche come il Medical lift, che
consiste nell’uso congiunto di acido ialuronico e botulino per ottenere il
massimo risultato senza lifting e il lipofilling”. La crisi economica non
sembra aver influito in questo quadro ma non pesantemente come in altri
settori, come conferma Francesco Bernardini, chirurgo di oculoplastica
specialista della zona occhi con studi a Bologna, Genova e Milano: “Per quanto
mi riguarda è aumentata decisamente la richiesta e la ricerca di informazioni.
Sempre più persone prendono in considerazione la possibilità di rivolgersi alla
medicina o alla chirurgia estetica, che non sono più viste come un tabù o un
privilegio per pochi. La medicina estetica, in particolare botulino e iacido
ialuronico, continua a piacere, in quanto resta di facile approccio sia per
quanto riguarda il portafoglio sia dal punto di visto medico (non c'è anestesia
e ricovero). Anche l’interesse per la chirurgia estetica si mantiene costante –
aggiunge -: aumentano le richieste per il lifting endoscopico della fronte e
delle guance che viene eseguito in associazione alla blefaroplastica a prezzi
simili, o solo di poco maggiorati e che dà un effetto di ringiovanimento in
tutto il volto”. Nel 2009, secondo i dati Asps, negli Stati Uniti sono state
eseguite 12,5 milioni di procedure estetiche, l’1% in meno del 2008, il 69% in
più dal 2000. La medicina estetica e gli interventi mini invasivi sono quelli
che hanno contribuito maggiormente all’aumento dei numeri in questo nuovo
millennio (+99% dal 2000). Le cinque procedure “top” sono state tossina
botulinica (4,8 milioni); soft tissue fillers (1,7 milioni); chimica peel (1,1
milioni). In aumento soprattutto i soft tissue fillers come l’acido ialuronico
(+9%). In calo invece le operazioni chirurgiche (-9%), con oltre 1,5 milioni di
procedure nel