Il 29 marzo l’Italia tornerà al voto per il referendum confermativo della riforma sul taglio dei parlamentari. A votare – in base alla legge Tremaglia – anche i cittadini italiani residenti all’estero (iscritti nelle liste elettorali) che possono votare per posta. È possibile in alternativa, per gli elettori residenti all’estero e iscritti all’Aire, scegliere di votare in Italia presso il proprio comune di iscrizione elettorale, comunicando per iscritto la propria scelta (opzione) al Consolato. Gli elettori che scelgono di votare in Italia, riceveranno dai rispettivi Comuni italiani la cartolina-avviso per votare presso i seggi elettorali in Italia. La scelta (opzione) di votare in Italia vale solo per una consultazione referendaria. In ogni caso l’opzione deve pervenire all’Ufficio consolare non oltre i dieci giorni successivi a quello dell’indizione delle votazioni, ovvero entro l’8 febbraio. Tale comunicazione può essere scritta su carta semplice e - per essere valida - deve contenere nome, cognome, data, luogo di nascita, luogo di residenza e firma dell’elettore, accompagnata da copia di un documento di identità del dichiarante. La riforma costituzionale riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. La sforbiciata riguarda anche i parlamentari eletti all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4. A dare l’ok al referendum la decisione della Cassazione.
Per la comunicazione su come votare (in Italia o per corrispondenza) si può anche utilizzare l’apposito modulo scaricabile dal sito web del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (www.esteri.it) o da quello del proprio Ufficio consolare. Come prescritto dalla normativa vigente, sarà cura degli elettori verificare che la comunicazione di opzione spedita per posta sia stata ricevuta in tempo utile dal proprio Ufficio consolare. La scelta di votare in Italia può essere successivamente revocata con una comunicazione scritta da inviare o consegnare all’Ufficio consolare con le stesse modalità ed entro gli stessi termini previsti per l’esercizio dell’opzione. Se si sceglie di rientrare in Italia per votare, la legge non prevede alcun tipo di rimborso per le spese di viaggio sostenute, ma solo agevolazioni tariffarie all’interno del territorio italiano. Solo gli elettori residenti in Paesi dove non ci sono le condizioni per votare per corrispondenza hanno diritto al rimborso del 75 per cento del costo del biglietto di viaggio. (sip – 30 gen)