Biagio Izzo torna a teatro. Dopo “C’è un uomo nudo in casa”, “Due comici in paradiso”, “Il re di New York” e “Una pillola per piacere” l’attore partenopeo è pronto per nuovo spettacolo, una storia di amicizia e sentimenti, ma anche di tradimenti e ripensamenti: “Un tè per tre”. In scena prima al Ciak di Milano (dal 5 al 10) e poi all’ Olimpico di Roma (dal 12 al 24), Izzo presenta uno spettacolo pieno di personaggi: una piece divertentissima, una macchina infernale di comicità, un ingranaggio studiato in ogni particolare. “Siamo negli anni ’70 – spiega l’attore - due amici giocano una schedina al totocalcio. Mai avrebbero messo in conto l’ipotesi d’indovinare tredici risultati tutti di fila sulla stessa colonna. Quella volta però accade l’inverosimile. Una schedina regala ai suoi possessori 5.549.756.245 lire. Uno dei due amici non regge però alla forte emozione: colto da infarto muore. Il superstite allora, incassa l’intero bottino diventando miliardario. Tuttavia, se il totocalcio gli aveva regalato fortuna e successo – continua Izzo - il rimorso, i sensi di colpa, continuavano a turbarlo. In preda alla disperazione decide, dopo trent’anni, di restituire la somma sottratta all’unico erede dell’amico tragicamente scomparso: in cambio dell’ammontare di un milione di euro, non chiede altro che il perdono. Il perdono per 1 milione di euro ‘si potrebbe anche fare’, se non ci fossero una serie di colpi di scena che complicano la storia...insomma, tante situazioni paradossali e come sempre un lieto fine”. “Lo spettacolo è attualissimo – aggiunge il comico napoletano - tutti oggi tentano la fortuna perché viviamo in un momento di crisi economica, di precarietà. Ma i soldi fanno la comodità e non la felicità”. “In ‘Un tè per tre’ – racconta Izzo - scopriamo quanto sia importante il perdono, cosa significa pentirsi, cos’è il rimorso. Se non si è in pace con se stessi non si può essere felici”. Secondo l’attore, amato tanto da Boncompagni quanto da Costanzo, il teatro è “un momento di evasione”: “Staccare la spina, non può che far bene – spiega – e ridere, lo sanno tutti, fa bene. Questo spettacolo assicura risate e riflessione. La vera funzione del teatro è quello di portare lontano. Ben venga allora se chi viene a vederci lascia i problemi a casa. È bello poi, quando la gente si riconosce in alcune vicende. La risata quando è schietta e sincera fa bene e gratifica anche chi l’ha suggerita”. Lui, che dice che far ridere è “un po’ come una missione” si dice “orgoglioso di essere figlio di una tradizione teatrale che non ha rivali”: “Credo che gli attori napoletani hanno una marcia in più”. “Ho scritto lo spettacolo con Bruno Tabacchini. Lavoriamo insieme da 30 anni – conclude Izzo a proposito di ‘Un tè per tre’ – tra noi c’è una perfetta alchimia. Con lui ho firmato anche gli altri spettacoli e credo che squadra che vince non cambia. Amo circondarmi di professionisti veri come Claudio Insegno a cui è affidata la regia. Le musiche questa volta sono, invece, di Paolo Belli. Ne viene fuori uno spettacolo bello, ricco e divertente”. (Gil)
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