(27 marzo 2020) Un paio di anni fa, mentre la mia mente era del tutto disorientata dall’incomprensibile stravolgimento delle regole del gioco sociale nel quale ero vissuto per ottant’anni, la lettura di “The Game” mi ha fatto capire quale fosse l’etimo della rivoluzione in atto ed intuire quali le sfide e le incertezze del nuovo mare nel quale ci si trovava a navigare. In questi giorni nei quali l’incalzare degli eventi scombussola l’emotività e la logica confligge spesso con la risposta autolesionista che il sistema tende a dare all’epidemia, ho sperato di avere da lui un supporto analogo; esso è puntualmente arrivato con le riflessioni contenute in un suo articolo apparso su Repubblica. Baricco non offre soluzioni razionali al mio disagio. Nutre i miei stessi sentimenti e si muove con le mie stesse logiche; sta nella mia stessa trincea, solo che mentre io vedo uno spicchio di cielo lui si alza oltre il muro dei sacchetti di sabbia e possiede un binocolo. Vede la complessità di ciò che sta fuori e me la racconta, condita con il pensiero poetico di cui è maestro. Rifletto così sul fatto che l’epidemia, oltre a farci far pace assai più velocemente con le novità tecnologiche del “ game”, bonifica la rete da molte storture e che la rivalutazione della scienza è temperata dalla scoperta dei limiti del genere di sapere che ora torna al comando. Quello di cui si sente il bisogno è di una cultura più eclettica e più veloce nell’agire. Mi si è chiarito come la sproporzione fra l’entità del pericolo e la eccessiva drammaticità delle misure sociali ed economiche intraprese sia dovuto ad un eccesso di paura di morire della collettività che caratterizza la nostra epoca. Mentre ad ogni individuo è consentito di rapportarsi alla morte con maggior o minor timore, quando la collettività eccede nella paura di morire si generano comportamenti stravolgenti la convivenza e l’economia. La riflessione credo più importante che lui fa riguarda il dopo; dice che il dopo non c’è, nel senso che quel che accade è l’inizio di un percorso di lunga durata; il virus ci sta facendo scoprire che nell’emergenza la collettività funziona assai più correttamente che quando è irretita dal sistema e che su questa strada si proseguirà nel tempo. Abbiamo secondo Baricco, con la complicità del virus, imboccato la via per salvare il pianeta da un meccanismo che ci faceva correre verso il burrone. Analisi filosofiche miste a poesia e a good will. Una boccata di ossigeno al tempo del corona virus.
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