Quale sarà il futuro della rappresentanza italiana all’estero? Se lo chiede la politica - dopo il referendum che ha tagliato 6 parlamentari eletti fuori dai confini nazionali - e se lo chiede la rappresentanza, che tutti i giorni sul territorio ascolta le istanze degli emigrati. Una domanda che si pone anche il Consiglio generale degli italiani all’estero, riunito il 28 settembre nella sua prima plenaria online con un unico argomento all’ordine del giorno: le politiche dell’Italia per gli italiani all’estero nella fase precedente, attuale e post pandemia. Politiche che il Cgie reputa marginali lamentando “la scarsa attenzione” rivolta agli italiani all’estero. “Chiediamo di prestare attenzione e valorizzare con atti concreti il ruolo delle comunità italiane all’estero. In questi mesi non è stato così: è stato presentato il patto per l’export e il rilancio del mondo della scuola e del turismo e gli italiani all’estero non sono stati coinvolti”, ha detto Michele Schiavone, segretario generale del Cgie. Schiavone si rivolge al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio (che per legge è anche il presidente del Cgie) e denuncia uno scarso coinvolgimento delle comunità nel mondo: “Gli italiani all’estero sono stati dimenticati – sottolinea Schiavone – ed è stata alimentata una narrazione tendente all’esclusione. Nella resilienza del Paese, gli italiani all’estero è un ‘soggetto’ sconosciuto, considerato al margine delle politiche nazionali. Ci chiediamo quale sarà il futuro delle nostre comunità”. Di Maio risponde ringraziando delle “sollecitazioni” e auspicando che “queste criticità possano essere l’occasione per rafforzare il lavoro che portiamo avanti insieme”. Lavoro che nei prossimi mesi si concentrerà soprattutto sulla riforma della legge elettorale: un’occasione per ripensare anche il voto estero e renderlo una volta per tutte trasparente e sicuro. “Si apre una stagione di riforme delle procedure elettorali, sia in Italia che all’estero, a cui il Cgie saprà contribuire – ha ribadito il capo della diplomazia italiana - È giunto il momento di attuare la riforma del voto all’estero: sono sicuro che fornirete il vostro contributo”. Una riforma di cui si parla da tempo e che è sul tavolo del Cgie almeno dal 2017, quando dalla plenaria uscirono due proposte consegnate poi all’esecutivo. Schiavone ricorda che già tra i punti programmatici del primo governo Conte c’era l’impegno nel riformare il voto all’estero e che “per quest’anno sono state allocate risorse per sperimentare il voto elettronico. È necessario avviare questo percorso e coinvolgere il Cgie nella futura legge elettorale”. Con l’ultima legge di bilancio, infatti, è stato stanziato 1 milione di euro per la sperimentazione del voto elettronico, che dovrebbe essere testato per il rinnovo dei Comites, in calendario il prossimo anno, e per il quale “l’impegno del ministero degli Esteri è di promuovere un’ampia partecipazione”, afferma Di Maio. Gli fa eco il sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo: “Sarà importante inserire nella legge di stabilità i fondi necessari per le elezioni dei Comites. È fondamentale farle l’anno prossimo: lavoreremo con tutti i parlamentari eletti all’estero per avere i fondi”. Il lavoro in sinergia è la carta vincente per raggiungere gli obiettivi, è il messaggio che filtra dagli interventi dei consiglieri e dei parlamentari collegati: tutti convinti dell’importanza degli italiani nel mondo per il Sistema Paese. “Gli organi della rappresentanza rivestono un ruolo di catalizzatore, sono delle antenne sul territorio”, chiosa Di Maio ringraziando i consiglieri per il loro “impegno importante: un ruolo che sarà centrale anche nella fase di ripresa per rafforzare i legami con gli italiani all’estero”.
REFERENDUM, DI MAIO: ENORME SFORZO DELLA RETE CONSOLARE
“Seguo le attività delle comunità italiane all’estero con estrema attenzione, il ministero degli Esteri accompagna queste comunità con tutti i mezzi a sua disposizione. I risultati del referendum in termini di affluenza danno atto dell’enorme sforzo della rete consolare per consentire seppur in condizioni critiche il diritto al voto”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo il 28 settembre in videoconferenza alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. Si tratta della prima plenaria online del Cgie, che normalmente si svolge almeno una volta l’anno alla Farnesina. La riunione ha all’ordine del giorno un unico argomento: Le politiche dell’Italia per gli italiani all’estero nella fase precedente, attuale e post pandemia da Coronavirus.
DI MAIO: SI APRE UNA STAGIONE DI RIFORME, ANCHE PER IL VOTO ESTERO
Dopo il referendum “si apre una stagione di riforme delle procedure elettorali, sia in Italia che all’estero, a cui il Cgie saprà contribuire. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo il 28 settembre in videoconferenza alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. “È giunto il momento di attuare” la riforma del “voto all’estero: sono sicuro che fornirete il vostro contributo – prosegue il titolare della Farnesina – La rete diplomatica, i Comites e il Cgie condividono il compito di rafforzare i legami con gli italiani all’estero. Il diffondersi della pandemia ha intensificato il ruolo e cresciuto la domanda di assistenza”.
DI MAIO: SFIDE ENORMI PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO
“Mai come nel prossimo anno, il 2021, avremo delle sfide enormi per gli italiani all’estero, dalla Brexit al G20, un’occasione per coinvolgere le nostre comunità”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo il 28 settembre in videoconferenza alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. Riferendosi alle parole del segretario del Cgie, Michele Schiavone, che ha lamentato uno scarso coinvolgimento degli italiani all’estero nelle politiche nazionali, Di Maio ringrazia “per le sollecitazioni” e auspica che “queste criticità possano essere l’occasione per rafforzare il lavoro che portiamo avanti insieme, per rafforzare il nostro rapporto e coordinarci meglio”.
MERLO: VOTO ESTERO DA RIVEDERE, COSI’ NON REGGE PIU’
“L’aspirazione è quella di mantenere i fondi di tutti i capitoli di bilancio relativi agli italiani all’estero, compreso il fondo Cultura per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero. Senza tagliare nulla”. Sono parole pronunciate dal Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE, il 28 settembre durante l’assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, tenutasi in videoconferenza. Collegato dal ministero degli Esteri, il Sottosegretario Merlo ha poi messo l’accento sul voto all’estero: “Così com’è, l’attuale legge elettorale non regge un’altra elezione”, ha dichiarato. “Quando parliamo di legge elettorale parliamo anche di modalità di voto all’estero. Voto elettronico? Faremo una sperimentazione in questo senso alle prossime elezioni Comites, ma ancora non possiamo dire che il voto elettronico sia un sistema sicuro, né che lo utilizzeremo alle prossime Politiche. Troveremo il sistema più adatto – ha proseguito il senatore – ma con questa legge e con questo meccanismo di voto sarà un disastro”. Merlo ha dunque invitato tutti – eletti all’estero, esponenti di Comites e CGIE – a dare il proprio contributo per cercare di cambiare la modalità con cui votano gli italiani nel mondo, per rendere “trasparente al 100%” il voto all’estero, perché “continuare ad avere 5 milioni di plichi elettorali che girano per le strade del mondo è un’idea che a me non piace”. Per quanto riguarda le elezioni di Comites e CGIE "sarà importante inserire nella legge di stabilità i fondi necessari. E' fondamentale farle l'anno prossimo: lavoreremo con tutti i parlamentari, eletti all'estero e nazionali, per avere i fondi".
SCHIAVONE (CGIE) A DI MAIO: ITALIANI ALL’ESTERO ESCLUSI
“Chiediamo di prestare attenzione e valorizzare con atti concreti il ruolo delle comunità italiane all’estero. In questi mesi non è stato così: è stato presentato il patto per l’export e il rilancio del mondo della scuola e del turismo e gli italiani all’estero non sono stati coinvolti”. Lo ha detto Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, il 28 settembre alla plenaria del Cgie. Schiavone si rivolge al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che è anche il presidente del Cgie, e denuncia uno scarso coinvolgimento delle comunità all’estero: “Gli italiani all’estero sono stati dimenticati – sottolinea Schiavone – ed è stata alimentata una narrazione tendente all’esclusione. Nella resilienza del Paese, gli italiani all’estero è un ‘soggetto’ sconosciuto, considerato al margine delle politiche nazionali. Ci chiediamo quale sarà il futuro delle nostre comunità”.
GARAVINI (IV): LAVORATO IN SINERGIA PER ITALIANI ALL’ESTERO
“E’ apprezzabile lo sforzo del governo, che anche in questi mesi di difficoltà ha messo in campo misure per gli italiani all’estero, e lo sforzo dell’Unità di crisi: ci sono state difficoltà e ritardi, ma è stato uno sforzo gigantesco che si è compiuto”. Lo afferma Laura Garavini, senatrice di Italia Viva eletta all’estero, intervenendo il 28 settembre in videoconferenza alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. “E’ stata molto opportuna la collaborazione tra tutte le rappresentanze: il lavoro di sinergia – la pressione del Cgie e il lavoro parlamentare - ci ha consentito, forse per la prima volta, di far sì che le misure messe in campo dal governo a livello nazionale venissero estese anche per italiani all’estero”, sottolinea Garavini facendo l’esempio del reddito di emergenza e l’ecobonus. “Strumenti che dimostrano la sensibilità e l’attenzione per gli italiani all’estero laddove ci sia un lavoro insistente delle diverse rappresentanze”, conclude la senatrice di IV.
NISSOLI (FI): CONTINUA IL LAVORO PER LA BICAMERALE
“Sull’istituzione di una bicamerale per gli italiani all’estero abbiamo superato lo scoglio dell’esame in commissione, ora arriverà in Aula: ci potrebbero essere difficoltà in Senato e spero non siano ostacoli insormontabili. L’impegno di tutti noi può aiutare a superarli”. Così Fucsia Nissoli, deputata di Forza Italia eletta all’estero, intervenendo il 28 settembre in videoconferenza alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. “Il referendum ci ha dato una lezione: bisogna agire uniti e con tempestività. Da troppo tempo si parla di riforme, spero che questa volta sia la volta buona”, conclude Nissoli.
SIRAGUSA (M5S): TEMPI MATURI PER LA SPERIMENTAZIONE DEL VOTO ELETTRONICO
“Quando partirà, finalmente, la sperimentazione del voto elettronico, prevista dall’ultima Legge di bilancio? Per ricevere risposta a tale quesito – su un argomento che ha ricevuto, grazie alle recenti esternazioni di Grillo, un’improvvisa attenzione mediatica – ho depositato questa settimana un’interrogazione al Governo. Credo che, a nove mesi dalla promulgazione della citata legge, i tempi siano ormai più che maturi per intraprendere tale processo di rinnovamento delle modalità elettive”. È quanto dichiara la deputata del Movimento 5 Stelle Elisa Siragusa, eletta nella circoscrizione Estero e membro della Commissione III alla Camera, che prosegue: “L’introduzione di questo innovativo sistema di voto era un punto del programma del MoVimento per gli italiani all’estero; programma col quale mi sono candidata, e che ho intenzione di rispettare e realizzare. Purtroppo, ho avuto fin da subito contezza del fatto questo progetto non sarebbe stato così facile da adempiere. Già all’inizio del mio mandato, infatti, suggerii di avviare una sperimentazione del voto digitale in occasione del rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero (Comites), che dovrà tenersi entro il dicembre 2021. La mia proposta non nasceva dal nulla: già il decreto-legge 67 del 2012 introduceva il voto digitale per queste elezioni; due anni dopo, addirittura, le Commissioni Affari esteri di Camera e Senato votarono persino uno schema di regolamento per la sua implementazione”. “Le consultazioni del 2015 si svolsero, tuttavia, ancora per corrispondenza. Inoltre, a distanza di otto anni dal menzionato Dl, non risulta siano state intraprese iniziative volte a introdurre la modalità digitale per le elezioni del prossimo anno. In ogni caso - continua la deputata - la Legge di bilancio 2020 ha istituito un fondo di un milione di euro per avviare una sperimentazione di questa modalità di votazione. Sarebbe una bella notizia, se non fosse che manca ancora il decreto attuativo e che, quindi, questo fondo non si può utilizzare. Lo scorso maggio il Sottosegretario di Stato all’Interno, rispondendo a un’interrogazione sull’argomento, riferiva che «[...] il Governo si è impegnato all’adozione di linee guida per la sperimentazione del voto elettronico. Tale attività è da ritenersi pregiudiziale all’adozione del decreto interministeriale in considerazione della ponderata valutazione dei diversi profili di rilevante complessità [...] e dell’individuazione delle possibili soluzioni, con particolare riferimento agli aspetti tecnici e di sicurezza informatica. Lo svolgimento di tali approfondimenti sarà demandato ad un’apposita Commissione costituita da tutti gli attori interessati [...]». Siamo quasi ad ottobre - aggiunge Siragusa - e ancora nulla si sa né del decreto attuativo né della sperimentazione. Come detto, l’anno prossimo si terranno le elezioni di rinnovo dei Comites: il rischio è quello di perdere una grande occasione”, conclude.