“IL MONDO DOPO LA FINE DEL MONDO”, RIFLESSIONI SULLA PANDEMIA
Un virus ha cambiato il mondo: è importante capire come. In “Il mondo dopo la fine del mondo” (Laterza) intellettuali e interpreti del nostro tempo riflettono sulle trasformazioni in corso. E propongono idee e azioni per affrontare le difficoltà del futuro. La pandemia ha tracciato un grande solco tra un prima e un dopo, uno spartiacque tra un mondo che credevamo di controllare e uno dal profilo molto incerto, che sta facendo saltare molte sicurezze. Nel ‘prima’ le nostre società facevano mostra di un’organizzazione globale efficiente; oggi manifestano l’altra faccia, quella fragile e insostenibile. Nel ‘prima’ la democrazia appariva il destino dell’umanità; nel ‘dopo’ non sembra essere più così scontata. Nel ‘prima’ lo Stato era considerato un’istituzione quasi residuale, da limitare e contenere; nel ‘dopo’ dovremo considerare la sua forza necessaria. Nel ‘prima’ in tanti pensavano che la distruzione dell’ambiente avrebbe avuto effetti sulle nostre vite tra molto tempo; nel ‘dopo’ è divenuto chiaro che non possiamo essere sani su una terra malata. Il mondo che verrà ci chiama tutti a riflettere su ciò che è stato, sulle cause profonde di quanto stiamo vivendo e sulle sue conseguenze immediate – economiche, politiche, sociali – e a porci quesiti nuovi sul futuro che ci aspetta e che dovremo ricostruire.
RUGGERO II, IL FONDATORE DEL REGNO DI SICILIA
Ruggero II è l’artefice di un cambiamento epocale. Senza la sua azione non soltanto la storia d’Italia ma quella dell’intera Europa sarebbe stata totalmente diversa. A lui si deve la creazione del nuovo Regno di Sicilia che durò circa un ventennio e fu tutt’altro che incontrastata e irresistibile, ma alla fine produsse una delle maraviglie della storia: un’entità che non cessa di incantare e stupire, intrisa, come le grandi opere d’arte, dei corredi della dignità regia; dell’imponente e moderno corpo di leggi sistematizzato nel XIII secolo; dei personaggi di diversa provenienza ed estrazione che sono stati le braccia e gli occhi del re ma anche il suo cervello, indirizzando spesso le sue decisioni. Lo storico Glauco Maria Cantarella lo racconta in “Ruggero II. Il conquistatore normanno che fondò il Regno di Sicilia”, pubblicato da Salerno Editrice. Ma chi era davvero Ruggero il Normanno? Guerriero, legislatore, statista, promotore delle arti. Il suo mito supera, come sempre avviene, la realtà storica, ben più complessa e significativa. Il fondatore del Regnum Sicialiae non ha scritto lettere e quanto ai pochi documenti che ha lasciato non si può essere certi che siano stati dettati da lui (anzi, c’è perfino chi sospetta non fosse alfabetizzato). Le testimonianze sono tutte esterne, sono cronache amiche e nemiche, documenti e lettere ora ostili, ora apologetiche, e passi delle storie generali scritte a partire dal secolo XIII nei Paesi islamici. Da queste basi l’autore ha tentato di ricostruire la traiettoria di Ruggero II anno per anno, nel tentativo di stabilire le circostanze, le progressioni e le intermittenze del suo operato. Che ha dato vita, pur con difficoltà e contraddizioni, all’entità statuale più longeva nella storia d’Italia dopo la fine dell’Impero di Roma. L’autore ha insegnato Storia medievale presso l’Università di Bologna ed è membro del consiglio scientifico dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo di Roma. Ha studiato la dominazione normanna nell’Italia meridionale, le relazioni tra papato e impero. Per la Salerno Editrice ha pubblicato Gregorio VII (Roma 2018), premio .Livio Giuseppe Borghese 2019.
ALESSANDRO VANOLI RACCONTA L’AUTUNNO, IL TEMPO DEL RITORNO
Questa volta la storia comincia in un bosco, dove la luce dorata e bassa gioca tra i cespugli colorati, e l’aria ormai fresca porta con sé quell’odore inconfondibile di funghi e di terra. Nelle pagine del saggio di Alessandro Vanoli dal titolo “Autunno. Il tempo del ritorno” (Il Mulino) incontreremo gli autunni antichi dei pastori e degli dei; quelli medievali di mercanti e contadini, di cavalieri, monaci e pastori; quelli moderni di uomini e donne, ognuno con il suo carico di ricordi, desideri, avventure, conoscenza. Perché l’autunno è un po’ come il tornare a casa quando il viaggio si è compiuto, l’entusiasmo euforico della primavera è ormai lontano, e la serena pienezza dell’estate già alle spalle. Davanti a noi adesso solo lunghi giorni di pioggia e nebbia, animati dai riti della vendemmia, dal vino, e dai frutti tardivi che colorano le mense. Sere di feste e di paure, perché in autunno i morti e i ‘mostri’ sono sempre lì per ritornare. Ma l’autunno più bello è quello intimo e segreto dei ricordi della nostra infanzia, trascorso in qualche bosco ormai lontano, incendiato di foglie rosse e gialle. Vanoli è esperto di storia mediterranea. Tra i suoi libri per il Mulino: “Andare per l’Italia araba” (2014), “Quando guidavano le stelle” (2015), “La Sicilia musulmana” (2016), “L’ignoto davanti a noi (2017)”, “La via della seta” (con F. Cardini, 2017) e in questa stessa serie “Inverno” (2018) e “Primavera” (2020).
MARIA ELISABETTA GIUDICI CI PORTA NELLA “FORESTA INVISIBILE”
È disponibile in libreria e negli store digitali “La foresta invisibile”, il nuovo libro di Maria Elisabetta Giudici pubblicato da Castelvecchi nella collana Tasti. Il romanzo narra di una preziosa collana nata da un ramo strappato via da una foresta sottomarina, il cui ruolo invisibile si capirà solo alla fine del racconto. “Il corallo è stato spettatore di gran parte della mia vita. Da bambina, dopo infinite insistenze, riuscii a farmi regalare un piccolo braccialetto di corallo che avevo visto a Sorrento durante una gita con i miei genitori, poi per la mia laurea qualcuno mi fece trovare in un cofanetto di velluto color melograno degli orecchini di corallo, infine tre anni fa qualcun altro mi mise al collo una collana di coralli. - spiega l'autrice - Ho pensato dunque di rendere onore a questo “materiale marino” che quasi non esiste più, appaiandolo alle vite dei personaggi che si dipanano e vengono intrecciate come perle di una collana, infilate con ordine e precisione fino a formare un oggetto prezioso”. “La foresta invisibile” è vincitore del Premio Acqui Terme 2019 sezione romanzi storici e Premio Etna Book 2020 “Miglior Inedito”. Una preziosa collana di corallo, dono d’amore di un pescatore siciliano alla sua donna, arriva, dopo un viaggio di cent’anni attraverso l’Europa, in una Parigi distratta dalle incredibili novità dell’Esposizione Universale del 1900, lasciandosi dietro una scia di amori travolgenti, tragiche rivoluzioni, avventure imprevedibili, vite spezzate. È in quel momento che fa la sua comparsa Giovanni che, con il coraggio dell’incoscienza, riuscirà a scrivere le pagine bianche di un oscuro complotto. Prigioniero delle sue indecisioni, incalzato dalle ombre dei suoi inseguitori, rischiando la vita e nel tentativo di prevedere le loro mosse, affronterà con astuzia e fermezza l’ansia dell’inevitabile. Maria Elisabetta Giudici è nata a L’Aquila ma è vissuta a Roma, dove ha svolto la professione di architetto. Da qualche anno si è trasferita con la famiglia in un piccolo borgo antico ai piedi del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise. Il suo primo romanzo “Il re di carta” (Emersioni - 2019), è risultato vincitore del premio speciale della Giuria “Histonium 2019”. “La foresta invisibile” (Castelvecchi editore - 2020) è il suo secondo libro, vincitore del Premio Acqui Terme 2019 sezione romanzi storici e Premio Etna Book 2020 “Miglior Inedito”.
“AMORE, MORTE E ROCK 'N' ROLL” SECONDO ENZO GUAITAMACCHI
Dal 6 novembre sarà in libreria e negli store digitali “Amore, morte e rock 'n' roll” - Le ultime ore di 50 rockstar: retroscena e misteri (Hoepli), il nuovo libro dello scrittore e giornalista musicale Ezio Guaitamacchi, dedicato agli ultimi istanti di vita di diverse icone del rock, disponibile in pre-order al seguente link: https://www.hoepli.it/libro/amore-morte-e-rock-n-roll/9788820399504.html. Arricchiscono il volume le prefazioni di Enrico Ruggeri e di Pamela Des Barres (una delle groupie più iconiche negli anni Sessanta e Settanta). Nella sua ultima fatica editoriale Ezio Guaitamacchi indaga le storie di quelle rockstar le cui morti, causate da eventi drammatici, coincidenze incredibili o eventi imprevedibili, sono rimaste circondate da un alone di mistero che ha dato vita a mille speculazioni. Illustrato da Francesco Barcella, il libro raggruppa per tipologia di “crimine” gli ultimi momenti di diverse leggende della musica, corredando ogni storia con immagini d’archivio, box di approfondimento, citazioni e canzoni che fanno da “colonne sonore” ai racconti. Scritto in modo originale e appassionato, documentato con puntualità e rigore giornalistici, “Amore, morte e rock 'n' roll” presenta retroscena, curiosità, aneddoti e tesi alternative, con una speciale attenzione al rapporto a volte inscindibile fra le infauste fini delle rockstar e i loro amori, analogamente alla tradizione anglo-americana delle “murder ballad”. Da Leonard Cohen a XXX Tentacion, da Kurt Cobain a Lou Reed, l’opera si rivolge ad un’ampia fetta di pubblico, dal cultore del genere al curioso, dal lettore di gialli al rockettaro incallito, riuscendo a soddisfare anche i palati più esigenti.
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