(25 gennaio 2021) Nell’attesa che l’attuale dirigenza della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ( DCSA-Dipartimento della Pubblica Sicurezza) decida di far pubblicare nuovamente, come è stato fatto per molti anni, i dati statistici mensili , provinciali e nazionale (“congelati” quelli di dicembre 2020) sul sito della Polizia di Stato relativi all’attività antidroga delle forze di polizia, proveremo a fare qualche considerazione basandoci sulle informazioni provenienti da fonti aperte, in particolare da quelle della rassegna stampa locale pubblicate sul sito della Polizia di Stato. Sul bilancio, consolidato del 2020, del contrasto al narcotraffico ne sapremo di più tra alcuni mesi quando avverrà il “parto”della relazione annuale della DCSA. Questa decisione di non divulgare i dati, se confermata, non consentirà ai cittadini ( e agli osservatori e studiosi che seguono il fenomeno del narcotraffico), di valutare l’andamento dell’azione di contrasto che si svolge mensilmente nelle varie province e questo rappresenta, a mio parere, una lesione di quel principio di trasparenza e dovere di informazione basilari nell’attività in generale della P.A. Comunque, al di là di queste sintetiche riflessioni, non si può non rilevare come domanda e offerta sul mercato delle droghe si mantengano su livelli alti nonostante la situazione di pandemia che permane particolarmente seria nel nostro paese. In questo ambito, poi, secondo quanto rilevato dall’autorevole EMCDDA (l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze) nella recente relazione “Special Report:covid 19 and drugs-Drug supply via darknet markets”, la pandemia da Covid avrebbe delineato un aumento dei livelli di traffico nei primi mesi del 2020, in particolare di cannabinoidi (ma anche di oppioidi e benzodiazepine) attraverso i canali elettronici di dark-web e deep-web. Una cosa è certa che già in questo mese di gennaio, la repressione al traffico/spaccio di stupefacenti pare aver subito una spinta, almeno in alcune zone, con interessanti operazioni di polizia. Ne segnaliamo,di seguito, alcune che testimoniano anche la “spregiudicatezza” di alcuni trafficanti. E’ il caso capitato a Roma, scoperto dagli agenti del Commissariato di Primavalle, di quantitativi anche consistenti di hashish, marijuana e cocaina che venivano trasportati per la consegna in alcuni quartieri utilizzando l’autovettura targata “corpo diplomatico” di un’ambasciata e che poteva, così, superare agevolmente eventuali controlli di polizia. La cocaina “tira” sempre molto stando ai molteplici sequestri del mese ( complessivamente ne ho annotati una ventina con oltre 150kg complessivamente), tra cui i 25kg, in due distinte attività, a Modena, i 3kg rinvenuti all’interno di souvenir etnici all’aeroporto di Fiumicino, i 22kg trovati dai poliziotti di Cuneo a bordo di un’autovettura abilmente occultati sotto i sedili, i 3kg ben custoditi in cassaforte, insieme ad hashish, a San Basilio (Roma), i 14 kg intercettai dai carabinieri tra Rimini e Pesaro, il chilogrammo rinvenuto dagli agenti del Commissariato di Avezzano durante la perquisizione in casa di un pregiudicato, il chilogrammo sequestrato a Bolzano dagli agenti della squadra mobile, il mezzo chilogrammo sequestrato all’aeroporto di Bergamo ad un passeggero in transito. Quantitativi non elevati nei sequestri complessivi di eroina (abbastanza polverizzato lo spaccio con prezzi al minuto sensibilmente calati) dove si rileva il sequestro di poco più di 5kg operato a Verona dalla Polizia di Stato, nascosti sotto il pianale di un’auto e agganciati con placche magnetiche e a Cagliari con l’arresto di un nigeriano con oltre 150 grammi di eroina contenuta in ovuli nello stomaco. Alcune centinaia i chilogrammi di hashish e marijuana sequestrati in giro tra cui una ottantina, in una sola operazione della Mobile di Roma, trovati in un garage di Ciampino. Temo che già nei prossimi mesi, con la grave crisi sociale che stiamo vivendo e che è destinata ad accentuarsi, aumenteranno anche le persone disposte ad essere “arruolate” ( già si sono avuti diversi casi del genere) nella schiera degli spacciatori per potersi garantire un reddito di “sopravvivenza”, reddito che, in alcuni casi, è davvero “stupefacente” se si pensa a quanto hanno accertato nel corso di indagini recentissime gli agenti del Commissariato Casilino nei confronti di una famiglia di spacciatori ( tutti finiti in manette) di Tor Bella Monaca (Roma) che intascavano circa 30mila euro al mese dalla vendita di droghe.
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