Parole così dure tra Washington e Mosca, quasi toni da guerra fredda, non si sentivano da tempo. La sortita di ieri del presidente americano Joe Biden (alla Abc l’inquilino della Casa Bianca ha detto di ritenere il capo del Cremlino un “assassino”, commentando il rapporto dell’intelligence Usa secondo cui Putin autorizzò le operazioni per denigrare Biden alle ultime elezioni presidenziali favorendo così Trump) ha portato prima al richiamo dell’ambasciatore russo, e dopo la reazione del presidente della Duma Viaceslav Volodin (“gli attacchi contro il presidente sono attacchi contro il nostro Paese”) arriva la replica dello stesso Putin. Una risposta alquanto sibillina: “Da bambini, quando litigavamo tra noi in cortile, dicevamo: ‘Chi lo dice lo è’. E questa non è una coincidenza. Questo non è solo il detto e lo scherzo di un bambino. Il significato è molto profondo in questo modo di dire perché rende chiaro che in un'altra persona scorgiamo le nostre qualità e pensiamo che sia uguale a noi”, ha aggiunto il presidente russo, osservando che nella storia di ogni nazione “ci sono molti eventi drammatici e sanguinosi”, “ma quando valutiamo altre persone, o quando valutiamo anche altri stati, altre nazioni, ci sembra sempre di guardarci allo specchio. E nello specchio a essere riflessi siamo noi stessi”. (Deg / Roc) ///