Qualche anno fa il cantautore Samuele Bersani intonava: "Che vita! Pietro Mennea e Sara Simeoni son rivali alle elezioni", per dire che la vita è strana, che uno parte atleta e finisce in politica, una stravaganza per antonomasia, vista dall'angolazione della musica leggera dell'artista riminese. Ma Sara Simeoni, se vai a vedere, non parte da atleta. Aveva in serbo per sé stessa un altro destino: quello di ballare. Il salto, se si concede l'allusione, è ancora più alto, più lungo; il suo percorso ha una tappa in più: dal tutù alla candidatura. Ovviamente molta retorica sul cambio di scarpette, da quelle con la punta di gesso che si usano per la danza, a quelle tacchettate per la pista, è stata consumata. Ma un curioso passaggio sulla Simeoni "dancer" la si trova sul sito www.olimpiadi.it: "Aveva talento e orecchio per la musica. Era davvero bravina, voleva diventare ballerina importante, ma uno dei responsabili dell'Arena involontariamente pugnalò il suo orgoglio quando la sua classe fu scelta per dare vita al "ballo dei moretti" dell'Aida e la escluse perché era troppo alta". Perché era troppo alta, abbiamo letto bene, proprio così. Deve essere stato un momento cruciale della sua vita. E adesso, che faccio? Una domanda si era sollevata sopra di lei, come un ostacolo. Nel 1978 mette il record mondiale femminile di salto in alto, superando il tetto di dei due metri (2.01). E' romantico considerare questa come la risposta a quella bocciatura, un salto anche simbolico. La categoria del "romantico" ritorna, parlando di lei, anche in un'altra circostanza. Scrive infatti Gianni Merlo, storica firma della Gazzetta dello Sport: "La Simeoni è stata forse l'ultima interprete di uno sport romantico. Le sue lacrime di gioia hanno inondato il cuore di milioni di spettatori: ne sentiamo la mancanza". Ne sentiamo la mancanza come di ognuno che compia un'azione straordinaria. Una donna che nel 1993 disse no ad un uomo, Silvio Berlusconi, che di no deve averne sentiti pochi. Il Cavaliere stava mettendo su la sua squadra per tentare la via di Palazzo Chigi, e reclutava personaggi storicamente non politici di professione. Molti accettarono di buon grado, lei invece declinò con grazia, spiegando che non ci si improvvisa politici da mattina a sera. Nel 2004 poi in area Prodi, ma come indipendente, la campionessa fu candidata. Ma forse è più interessante vedere come intendeva l'antagonismo qualche anno prima. Rosemarie Ackermann l'atleta per lei da inseguire, da sfidare, da superare. Sara dice: "Rosseggerei era un mito per me". E Rosseggerei ricambia: "Con la Simeoni mi sono trovata bene fin dal primo momento, perché sa apprezzare e riconoscere i sentimenti delle altre...Sara ha anticipato il tempo dell'evoluzione...". altri tempi, viene da dire, altre altezze.
(© 9Colonne - citare la fonte)