Il ritorno di quasi tutta Italia in zona bianca, dove salta il coprifuoco e si allungano le tavolate con un significativo incremento dell’ospitalità e degli incassi, vale per la sola estate 3,5 miliardi di euro, con un incremento del fatturato nel sistema della ristorazione pari a circa il 20%. E’ quanto stima la Coldiretti in occasione del passaggio in zona bianca che rappresenta una vera boccata d’ossigeno per i circa 360mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi lungo tutta la Penisola che sono stati i più colpiti dalle misure adottate per combattere la pandemia con una perdita tra limitazioni e chiusure a singhiozzo stimata in 41 miliardi nell’anno del Covid. Un cambiamento che - sottolinea la Coldiretti - arriva in concomitanza con l’entrata in vigore dell'ordinanza, firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, che prevede l'ingresso in Italia dai Paesi dell'Unione Europea e da Stati Uniti, Canada e Giappone con i requisiti del Certificato Verde, anche se pesa la quarantena di 5 giorni con obbligo di tampone per i 2,1 milioni di viaggiatori dalla Gran Bretagna che prima della pandemia venivano in Italia a luglio, agosto e settembre secondo elaborazioni Coldiretti su dati Bankitalia.
La piena funzionalità delle strutture recettive è importante per l’ospitalità turistica in un Paese come l’Italia dove 1/3 del budget delle vacanze viene destinato all’alimentazione, secondo l’analisi della Coldiretti.
Gli effetti si fanno sentire anche a cascata sull’intero sistema agroalimentare – ricorda la Coldiretti - con ben oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti dall’inizio della pandemia a causa delle chiusure del canale della ristorazione. Si stima, infatti, che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino – sottolinea la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma ad essere stati più colpiti sono stati soprattutto i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi fino ai formaggi.
Complessivamente nell’attività di ristorazione – rileva la Coldiretti – sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che – conclude Coldiretti – vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e biodiversità a livello internazionale. (21 giu - red)
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