La “guerra alle droghe” in tutto il mondo è persa da tempo ma nessuno ha la voglia, la forza, il coraggio di dichiararlo apertamente perché le conseguenze sul piano politico, sociale, economico in molti paesi sarebbero drammatiche. Così le forze di polizia continuano a combattere le battaglie quotidiane vincendone molte e dando anche l’illusione di poter riuscire a controllare un fenomeno criminale che, in realtà, vede le grandi mafie arricchire sempre di più lasciando spazi di manovra anche a gruppi minori, a singole persone, anche insospettabili.
A riepilogare le attività svolte e i risultati conseguiti dalle nostre forze di polizia e dalle dogane nel 2020 nella lotta contro il traffico illecito di stupefacenti è sempre la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA-Dipartimento della Pubblica Sicurezza) nel suo rapporto annuale presentato nei giorni scorsi. Il rapporto, nella prefazione, mette subito in evidenza come “l’impatto delle misure di contenimento del Covid-19 “ abbia condizionato sia la produzione che la coltivazione delle droghe nei vari paesi incidendo, così, anche sulle modalità di distribuzione nei luoghi di consumo con la conseguenza di “un calo della domanda di stupefacenti, almeno di quelli più ampiamente diffusi”.
Tutto questo tuttavia, nella prima fase della emergenza sanitaria perché la grande criminalità del narcotraffico ha rapidamente adattato “i propri assetti logistici e organizzativi alle nuove dinamiche economiche e sociali determinate dalla crisi, con lo sviluppo di schemi operativi innovativi, sia nella gestione dei grandi traffici, sia nelle attività minute di spaccio”. Il risultato è che nella seconda parte del 2020 si è assistito ad una ripresa delle importazioni di stupefacenti verso i paesi di destinazione e anche da noi si sono registrati diversi sequestri che hanno compensato il calo di inizio anno con il risultato di poco più di 58 ton. di stupefacenti sequestrati nell’intero anno. Certo siamo lontani dalle oltre 120 ton. di stupefacenti intercettati nel 2017 e 2018 (in prevalenza hashish e marijuana) e anche se le operazioni antidroga ( 22.695) nel 2020 hanno subito un decremento rispetto al 2019, queste restano in linea con le circa 23mila per anno degli ultimi dieci anni. Le 13,4 ton di cocaina sequestrate del 2020, record assoluto, non debbono sorprendere più di tanto ed anche i sequestri di questi primi mesi del 2021 (oltre una tonnellata e mezzo, in due distinte operazioni a maggio e giugno, nel porto di Gioia Tauro e 66,5 kg, a maggio, nell’area portuale di Livorno) confermano da un lato la forte domanda di tale sostanza sul mercato italiano ma anche il punto di passaggio rappresentato dal nostro paese verso altri mercati di consumo. In tema di droghe sintetiche, sottraendo la rilevante partita di oltre 14 ton di amfetamina sequestrate nel giugno 2020 nel porto di Salerno e verosimilmente destinate ai mercati esteri, sono state circa 18mila le pillole sequestrate e poco più di 100kg le sostanze in polvere, un commercio che non è ancora ai livelli delle altre sostanze ma che richiede la massima attenzione come si legge nella relazione della DCSA anche ”.. per lo sviluppo di nuove modalità di cessione di modesti quantitativi di questo tipo di stupefacenti, la cui contrattazione avviene on line, avvalendosi delle potenzialità del dark web e del surface web e la commercializzazione attraverso piattaforme social e consegne controllate”.
Poco più di mezza tonnellata l’eroina sequestrata, in linea con il quantitativo degli ultimi cinque anni ( con l’eccezione del 2018) e con il particolare, emblematico, della percentuale bassissima, lo 0,39%, sequestrata alla frontiera terrestre - quella di solito più utilizzata per introdurre in Italia tale sostanza dai luoghi di produzione - sul totale nazionale. I 10.192 stranieri (in gran parte di provenienza marocchina,albanese, nigeriana, tunisina, gambiana e senegalese) denunciati per traffico/spaccio di stupefacenti ( circa un terzo di tutti i denunciati per questo tipo di reati), rappresentano il valore più basso dell’ultimo decennio. L’azienda del narcotraffico, dunque, non conosce crisi e assicura assunzione di personale, di tutte le età, anche con contratti a tempo indeterminato.
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