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direttore Paolo Pagliaro

MINE , SERENI: IMPEGNO
ITALIA CONTINUA

“Il Governo, e in particolare il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, continua ad attribuire grande rilievo all’azione umanitaria contro le mine anti-persona”. Lo ha dichiarato la vice ministra degli Esteri Marina Sereni aprendo la XXIV Riunione del Comitato Nazionale per l’Azione Umanitaria contro le Mine Anti-persona. “L’Italia - ha spiegato Sereni - ha una legislazione rigorosa che vieta le mine anti-persona con una legge dell’ottobre del 1997, anteriore alla firma della Convenzione di Ottawa sul bando totale delle mine anti-persona del dicembre di quell’anno. C’è poi il Fondo Nazionale per lo Sminamento Umanitario, istituito nel 2001, che consente il varo di iniziative efficaci contro le mine. L’Italia ha completato la distruzione dei propri arsenali di mine anti-persona già dal 2002, prima della scadenza fissata dalla Convenzione di Ottawa, così come ha completato la distruzione dei propri arsenali di munizioni a grappolo nel 2015, cinque anni in anticipo rispetto alla scadenza fissata dalla Convenzione di Oslo”. “Le difficoltà determinate dal COVID-19 - ha detto ancora la Vice Ministra - non hanno fatto venir meno l’impegno della Cooperazione Italiana a sostegno delle iniziative umanitarie contro le mine in tutti i continenti. Nel 2021, la dotazione del Fondo è di quasi 8,6 milioni, oltre il doppio dello stanziamento previsto nel 2020. Grazie a questo aumento significativo sarà possibile confermare e aumentare il contributo per lo sminamento nei principali contesti di crisi in Libia, Iraq, Afghanistan, Somalia e Palestina, aggiungendone altri, come il Sahel ed in particolare Mali e Niger”. “Sono convinta che la società civile possa dare un contributo essenziale alla nostra azione umanitaria nell’ambito dello sminamento, in quegli ambiti sempre più prioritari come l’attenzione alle vittime e l’educazione al rischio. Per questo, - ha concluso Sereni - intendiamo quest’anno finanziare anche gli interventi di alcune Ong in Libia e in Iraq”.

(PO – red – 21 lug)

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