Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

'C'era una volta
la showgirl'

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

'C'era una volta <br> la showgirl'

 

"C'ERA UNA VOLTA LA SHOWGIRL" DI RENATO TOMASINO

La showgirl è in Italia la soubrette del Varietà televisivo. La sua storia inizia alla metà degli anni Cinquanta con le prime trasmissioni rai e termina con la scomparsa del Varietà dopo il primo decennio degli anni Duemila. Questo percorso, che ha visto le protagoniste raggiungere enorme popolarità fino a divenire icone dello star system, è andato incontro al suo esaurimento per diversi motivi: “correttezza” politica, ideologica, etica ed economica. Il libro racconta anche delle varie forme d’arte che hanno concorso all’affermazione della showgirl quali il canto, la danza, la recitazione drammatica e comica, l’imitazione e l’intrattenimento; quasi sempre, però, finalizzate all’esibizione di una personalità carismatica per la sua seduttività femminile verso lo spettatore. La bellezza infatti, per la showgirl, non è un semplice dono di natura ma si compone anche di una laboriosa pratica artistica che si caratterizza anche per look, cosmesi, voce, eloquio e intelligenza. Ma, in questo volume di Renato Tomasino, "C'era una volta la showgirl. L'arte della seduzione nelle immagini di un archivio scomparso" (Odoya), quel che più conta è il metodo innovativo della narrazione e del resoconto delle varie performance; un racconto che si sviluppa attraverso immagini inedite tratte dagli show in esecuzione live o dal loro backstage, individuate su un’ingente quantità di videoregistrazioni effettuate dagli anni Cinquanta ai nostri giorni. L’arte della showgirl viene dunque analizzata nel suo prodursi sul set e sulla scena attraverso inediti “fermiimmagine” durante show come Un, due, tre, Canzonissima, Studio Uno, Milleluci, Fantastico, Buona Domenica, Domenica In e altri; né mancano immagini “dimenticate” tratte da rotocalchi d’epoca quali Cinema, Festival, Otto, Hollywood, Novella 2000 eccetera…

L'AUTORE. Renato Tomasino, ordinario di Teatro presso l’Università di Palermo, direttore e fondatore del nuovo DAMS, presidente e fondatore del Laboratorio Universitario Multimediale e dell’annesso Archivio dello Spettacolo grazie a finanziamenti europei, è stato programmista rai, regista filmico, critico teatrale del Giornale di Sicilia, critico cinematografico e condirettore delle riviste Filmcritica, Fiction e The Rope; redattore de L’Astrolabio, Prova Radicale e L’Acquario; collaboratore di Sipario, Rinascita, Nuove Effemeridi e dei quotidiani L’Ora, Il Mediterraneo e l’Avanti. Già membro del Consiglio del Teatro Biondo Stabile di Palermo, consulente culturale del Teatro Nazionale Argentina di Roma, membro del Consiglio ministeriale per il Fondo “Spettacolo dal vivo”, è stato tra i coordinatori del Gruppo Arte 16. Ha pubblicato decine di monografie e la grande Storia del teatro e dello spettacolo (Palumbo, 2001). Per Odoya ha già pubblicato Le Divine. Le primedonne della lirica dal barocco al xxi secolo (2017).

 

 

 

 

 

 

 

CRISI DI COPPIA, COME USCIRNE IN 10 MOSSE

 

Secondo l’Associazione nazionale avvocati divorzisti nel 2020 le richieste di separazione delle coppie italiane sono aumentate del 60% rispetto all’anno precedente per effetto del Covid. La causa principale, secondo il presidente dell’associazione Matteo Santini, è la «convivenza forzata che è poi la fonte di tutti i problemi principali che ci sono all'interno di una coppia», in quanto «comporta un'esplosione emotiva che porta al desiderio di allontanamento e alla richiesta di separazione».
Non è d’accordo Marco Scarmagnani, consulente familiare e giornalista specializzato sul tema: «Molte coppie, al contrario, con il lockdown hanno intensificato e riscoperto la loro relazione. Dipende da come sanno gestire le crisi». Al tema ha dedicato il libro "Crisi di coppia. Come uscirne in 10 mosse", Sempre Editore, in libreria. Consulente di coppia da oltre venti anni, alla fine del 2019 ha fatto un esperimento pubblicando on line un articolo dal titolo “Dieci modi per rovinare la tua relazione”.  «Mi è servito a focalizzare i principali motivi di rottura, frutto degli incontri che faccio quotidianamente con le coppie in difficoltà: spesso nascono da cose apparentemente banali, ma hanno un forte potenziale distruttivo» spiega. In poche settimane l’articolo ha avuto moltissime visualizzazioni e condivisioni sui social, tanto da spingerlo a capovolgere la prospettiva: «Una volta individuati i dieci fattori che portano a una crisi sempre più ingarbugliata – prosegue – ho focalizzato altrettante soluzioni». Non riflessioni generiche sulla coppia, ma azioni concrete, misurabili, su temi precisi come la cura di sé, la sessualità, il litigio, le gestione del tempo. «La tesi che espongo in questo libro – conclude – è che la crisi di coppia nasca quando uno o entrambi i partner smettono di lavorare sulla loro relazione. Spesso per descrivere una relazione che non va si usano termini mutuati dalla meccanica: è logora, si è consumata, si è rotto qualcosa. Ma come un motore, anche la relazione si può aggiustare e se curata può aumentare le proprie prestazioni. Non bastano però consigli generici, occorre individuare cosa non funziona e sapere dove mettere le mani. È quello che mi sono proposto di fare in questo libro». Marco Scarmagnani, consulente di coppia, giornalista e scrittore, è laureato in Scienze dell’Educazione e in Psicologia dell’educazione. È sposato da 25 anni, ha tre figli e diverse esperienze di affidamento familiare.

 

 

MUZZARELLI RACCONTA SEI STORIE ESEMPLARI DI DONNE DEL MEDIOEVO

"Madri, madri mancate, quasi madri. Sei storie medievali" di Maria Giuseppina Muzzarelli (Laterza) è un affresco della multiforme condizione femminile nel Medioevo che testimonia la capacità di tante donne di reinventare il loro destino. Sei storie esemplari di donne del Medioevo e del loro rapporto con la maternità. C’è l’esperienza di Dhuoda (vissuta nel IX secolo), il cui figlio Guglielmo fu consegnato come ostaggio a Carlo il Calvo; c’è – due secoli dopo – la vicenda di Matilde di Canossa, donna potentissima ma delusa nelle sue aspettative di maternità. C’è l’esempio di Caterina da Siena, che pur non avendo figli agisce e scrive da ‘grande madre’ italiana. C’è Christine de Pizan, impegnata nell’ultimo scorcio di Medioevo a destreggiarsi tra i figli e la carriera. Ancora, c’è Margherita Datini, che cresce come fosse sua figlia una bambina che il marito ha avuto da una schiava; c’è infine Alessandra Macinghi Strozzi, vedova di un esule, che fa da madre e padre ai suoi 5 figli. Pagina dopo pagina, si rovescia ciò che crediamo di sapere sulle donne del passato: scopriamo figure di madri oltre la retorica che le relega a un ruolo angusto, incontriamo autentiche madri anche oltre l’effettiva esperienza biologica, osserviamo donne in azione oltre la sfera domestica, protagoniste oltre i limiti imposti dal tempo in cui vissero al loro genere. Insomma, madri e donne che vanno ben al di là delle nostre (spesso ristrette) concezioni del Medioevo. L'autrice  insegna Storia medievale, Storia delle città e Storia e patrimonio culturale della moda all’Università di Bologna. Si occupa di storia della mentalità e della società. Tra le sue pubblicazioni: Pescatori di uomini. Predicatori e piazze alla fine del Medioevo (2005); Un’italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan intellettuale e donna (nuova edizione 2017); A capo coperto. Storie di donne e di veli (nuova edizione 2018); Le regole del lusso. Apparenza e vita quotidiana dal Medioevo all’età moderna (2020). Per Laterza è autrice di Nelle mani delle donne. Nutrire, guarire, avvelenare dal Medioevo a oggi (2013).

 

 

"I CANI DE NULLA", UNA STORIA VERA NARRATA DA EMANUELE TREVI

 

E' l’ottusa, spudorata tenacia con cui cerca l’attenzione dei padroni a definire il carattere di Gina, "avanzo di canile municipale" tenero e sproporzionato, in cui emotività e furbizia paiono incarnare l’essenza stessa della femminilità. Una sera, davanti a una sua specie di possessione, il narratore e la moglie credono di assistere a un evento cruciale. Potrebbe essere un’epifania, invece non offre alcun insegnamento, o loro sono refrattari a coglierlo. Vivere, d’altronde, significa alimentare la confusione, accorgersi che l’inconsapevolezza cresce giorno dopo giorno. Di fronte all’esistenza, non si può provare altro che stupore panico. In fondo, come i cani di d’Annunzio nella poesia che apre il romanzo e ne è il filo rosso, gli esseri umani sono "stupidi e impudichi", e al pari del vecchio poeta capiscono infine di non essere nulla. Tra conversazioni domestiche, uccellini in gabbia, passeggiate sui marciapiedi reggendo un guinzaglio e scatole di farmaci la cui "profonda giustizia" ripara dal disordine senza rimedio del mondo, Emanuele Trevi in "I cani del nulla.

Una storia vera" (Einaudi) costruisce un meraviglioso romanzo digressione. Se è vero che la vita "fa grumo, non si lascia trasformare in una storia", è pur vero che l'autore sa restituirla, nella sua miseria e nella sua rivelazione, con una grazia senza paragoni. Trevi è nato a Roma nel 1964. Tra le sue opere: Senza verso. Un'estate a Roma (Laterza 2004), Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010), Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie 2012), Sogni e favole (Ponte alle Grazie 2019), Due vite (Neri Pozza 2020). Per Einaudi ha pubblicato I cani del nulla (2003 e, in una nuova edizione, 2021) e Il popolo di legno (Einaudi 2015). Sempre per Einaudi, è fra gli autori di Figuracce. Collabora con «Il Corriere della Sera».

 

(© 9Colonne - citare la fonte)