Fare di Roma, del Campidoglio, “una città laboratorio” per una sinistra che, dopo le amministrative, dovrà impegnarsi “per riunificare la sua diaspora, per una proposta che tenga insieme la questione sociale e la questione ambientale”. È l’impegno di Paolo Cento, ex sottosegretario all’Economia nel governo Prodi, e oggi in campo con la lista Sinistra Civica Ecologista al fianco di Roberto Gualtieri nella corsa al Campidoglio. Una corsa che, nella Capitale più che altrove, si sta giocando anche e soprattutto sul tema, non più eludibile, dell’ambiente: “In tutta Europa le grandi città sono governate mettendo al centro la conversione ecologica della mobilità, del territorio, la transizione verso un’energia pulita per migliorare la qualità dei cittadini e per creare nuove forme di lavoro pulito – spiega il conduttore di Radio Roma Capitale - In Italia e a Roma si fa fatica ad affermare questa centralità, ed è un fatto positivo che la parola ‘ecologista’ inizi a essere presente nei simboli delle liste. Noi siamo quelli che lo abbiamo fatto con più forza perché siamo convinti che non si possa guardare al 2050 è fondamentale. E’ una questione che non deve essere elitaria ma popolare, sinistra ed ecologia son due parole che devono andare insieme”. Lo stesso afflato, nota Paolo Cento, fatica un po’ di più ad ispirare la politica nazionale, si veda la polemica sui rincari delle bollette scatenata dalle parole del ministro Cingolani, per il quale “è quasi come se la questione ambientale fosse poco conveniente”: invece “noi dobbiamo ribaltare il concetto, far diventare la transizione conveniente per i ceti popolari, e le città possono essere un grande laboratorio in questo senso”.
E una collaborazione tra le diverse liste ecologiste e progressiste in una possibile giunta Gualtieri, secondo quello che sembra quasi un appello di Cento, dovrebbe essere anch’essa laboratorio “di una forza ecologista più grande: dopo le amministrative, diciamocelo, è giunto il momento di riunificare la diaspora del 2008 a favore di una proposta che tenga insieme la questione sociale e la questione ambientale. Se il nostro pianeta affonda, a pagare le spese sono i ceti sociali più deboli. E poi dobbiamo dire a una certa sinistra di rompere i vecchi tabù dello sviluppo e del consumismo sfrenato”. Quelle di Roma 2021, nel centrosinistra, saranno comunque vada le amministrative di un cambio generazionale, dell’immissione di nuove energie nella classe dirigente. “Abbiamo fatto una lista con dentro molti attivisti, ecologisti e sociali, persone che vengono dal territorio, perché è lì che dobbiamo tornare. Poi il digitale, se usato bene, ci consegna una nuova generazione di attivisti che dobbiamo coinvolgere in una proposta per una città green e smart”. Ma soprattutto, “bisognare reinventare il ruolo della politica: mi pare esaurita, fortunatamente, la fase dell’anti-politica, si è capito che ogni scelta è una scelta politica che deve guardare agli interessi collettivi”.
La Roma dei 15 minuti
Scendendo sul piano dei contenuti, Cento parte dal fatto che “bisogna riempire di concretezza l’intuizione felice di Gualtieri, presa da altre esperienze europee come quella di Barcellona, della città in 15 minuti”, ovvero un’idea di città senza punti morti, in cui in ogni luogo ci si trovi sia possibile raggiungere un servizio essenziale in non più di un quarto d’ora. Ma per farlo “serve una elettrificazione massiccia dei trasporti, tutti gli sforzi devono andare lì”.
Il reddito municipale
E da ex sottosegretario all’Economia, Paolo Cento, si sbilancia anche su una forma di reddito municipale, non tanto sotto forma di sussidio diretto quanto come accesso gratuiti a un ventaglio di servizi sempre più ampio: “la vedo come una forma di integrazione del reddito di cittadinanza: sono tra quelli che dicono che vada difeso e ampliato, i municipi posso avere ruolo essenziale nel suo sviluppo”.
Cassonetti zero
Amministrare Roma, negli ultimi anni, vuol dire soprattutto purtroppo dover fare i conti con una emergenza rifiuti quasi perenne: “Ci sono interessi costituiti che impediscono scelte coraggiose, è vero – ammette Cento - ma ci vuole anche la capacità d farle. Dobbiamo porci l’obiettivo di togliere i cassonetti dalle strade, ci vuole un piano straordinario di investimenti sul porta a porta, bisogna spiegarlo ai cittadini. Il piano c’era ma si è fatta marcia indietro, eppure non c’è città in Europa che abbia i cassonetti in strada. E’ facile? No. Si può fare in quattro e quattro’otto? No, ma in 5 anni è una cosa che si può fare”.
Un nuovo stadio con Mou
Inevitabile, rivolta a un tifoso giallorosso dichiarato, la domanda sulla questione stadio della Roma, che si trascina ormai da quasi un decennio con risvolti e polemiche che vanno ben oltre il lato sportivo. “Ha ragione Gualtieri quando dice che il tema va affronato senza proclami, non si devono ripetere gli errori fatti su Tor di Valle. I Friedkin hanno dimostrato di avere idee molto serie, dopo le elezioni ci si metterà al tavolo carte alla mano, per fare una scelta utile alla Roma ma soprattutto ai cittadini”. Magari con Mourinho sulla panchina della Roma nel giorno della prima assoluto. “Credo che entro 5 anni si possa fare, e che Mourinho possa essere il primo allenatore del nuovo stadio perché si può creare un ciclo quinquennale: siamo partiti bene e lui è una grande opportunità perché ha rimesso Roma al centro dell’attenzione, anche fuori dall’Italia” .
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