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direttore Paolo Pagliaro

'Da vicino nessuno e' normale', opera video di Matteo Fraterno

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

'Da vicino nessuno e' normale', opera video di Matteo Fraterno

“Da vicino nessuno è normale” è il titolo dell’opera video di Matteo Fraterno che verrà presentata giovedì 4 novembre alle 18 a Roma, presso il Museo Laboratorio della Mente ASL Roma 1 (piazza Santa Maria della Pietà, 5 – Roma - Padiglione 6). Oltre all’artista interverranno Pompeo Martelli, direttore del Museo Laboratorio della Mente, Antonio Pezzuto, festival programmer, e Dario Evola, docente dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Protagonisti del video Panagiotis Samsarelos e Michelangelo Di Luzio: al primo è affidato il ruolo del prete, il secondo invece veste i panni dello psichiatra. “Un luogo di memoria che risvegli i miei ricordi; una discesa verticale nel passato che apre riflessioni su rimossi di rara bellezza. La parola manicomio appartiene alla mia infanzia celata e dimenticata che mi ha fatto esperire la prima volta al Santa Maria della Pietà come un ritorno a casa – spiega Fraterno - Il nonno paterno Matteo, da me mai conosciuto, lavorava al manicomio di Aversa. Alla sua morte, per sostegno familiare, o più semplicemente per nepotismo, vengono assunti i due figli: Pasquale e Vincenzo, fratelli maggiori di mio padre Mario, il primo infermiere, il secondo cuoco. Quando ragazzini in famiglia, Pasquale, lo zio infermiere, aveva l’abitudine di spaventarci con delle scenette, a volte simpatiche, spesso pensate per reprimerci, copiate pari pari da avvenimenti ispirati dalla sua esperienza in manicomio. Di conseguenza, tra cugini, eravamo sicuri che lo zio Pasquale fosse sotto-sotto pazzo pure lui”.
IL COMMENTO “Corri, lo spazio ti si apre davanti e le carezze dei colori da lungo attese sfiorano i tuoi occhi ancora di bambino. Corri, senza più temere le sbarre che si chiudono dietro ogni tuo passo nei labirinti costruiti dai saggi. Esci dalle cristallizzazioni dei teoremi trasformatisi in dottrina. La tua parola spezzata ed appena sussurrata si distingue tra le grida di chi ha paura. Non colpirmi perché non comprendo l’ordine impartito e non guardarmi con disprezzo se non ti so rispondere. Tutto in questi corridoi sa di disciplina. Fuori mi attende il canto e la danza degli innocenti, gli alberi che come giganti proteggono la vita. Le croci ti inchiodano al Vero, non in terra ma in Cielo. Da vicino nessuno è normale e tu corri, corri come mano veloce di chi ha visto ed ora, sul pianoforte, suona il suo spartito” scrive Don Fernando Barra.
L’ARTISTA Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte, Matteo Fraterno (Torre Annunziata, 1954) si trasferisce a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera, per poi fare rientro a Napoli. Dalla fine degli anni Settanta è a Parigi per quattro anni (1979-1983); torna a Napoli alla metà del decennio e qui partecipa alla mostra collettiva Evacuare Napoli (Istituto Francese, 1985). Sono gli anni in cui la ricerca di Fraterno, eleggendo quale suo atelier una casa-studio alle falde del Vesuvio, si orienta verso una pittura materica, definita dell’artista stesso “eruttata” per la mescolanza del colore a olio e pigmenti vari con materiali piroclastici, sabbia vulcanica, lapilli e disfacimenti tufacei. “Guardandomi intorno traducevo in forme plastiche un’opera che metteva finalmente in vita materiali naturali: sabbia, tufo, pietra lavica; materiali che il contesto ambientale, con la sua carica autodistruttiva innescata dall’uomo, aveva reso morti”, racconta l’artista. Dagli anni Novanta si registra nell’attività di Fraterno una svolta “relazionale”, che lo porta a collaborare con gruppi quali Oreste, organismo collettivo auto-organizzato e autogestito dai suoi partecipanti, con cui concepisce il progetto Bacinonapoli (1998), e con Osservatorio Nomade Stalker, realizzando progetti tra Roma, il Salento e Napoli. Più recentemente Fraterno ha avviato una ricerca sui transiti nel Mediterraneo tra Italia, Grecia, Albania e Turchia, abbracciando l’idea di nomadismo, spostandosi di continuo tra questi Paesi e attivando una serie di scambi tra queste diverse realtà culturali e sociali. (www.matteofraterno.com).
L’opera video resterà visibile al pubblico dal 4 novembre al 3 dicembre 2021.
Da vicino nessuno è normale di Matteo Fraterno
Italia, 2021, 6”23’, b/n
Interpreti: Panagiotis Samsarelos, Michelangelo Di Luzio
Fotografia e Suono: Jacopo Brucculeri, Gavril Salvato
Montaggio: Matteo Fraterno, Jacopo Brucculeri, Panagiotis Samsarelos
Foto di Scena: Giulia Fiocca, Morteza Khaleghi, Matteo Locci
Ingresso gratuito su prenotazione museodellamente@aslroma1.it (red)


PADOVA: IL CONFRONTO TRA DANTE E GIOTTO IN "A RIVEDER LE STELLE"

Dal 30 ottobre al 30 gennaio 2022 il Museo Eremitani di Padova ospiterà la mostra "A riveder le stelle", a cura di Barbara Codogno, organizzata dall'Assessorato alla Cultura del comune di Padova in collaborazione con The Bank Contemporary Art Collection di Antonio Menon. L'inaugurazione è prevista per il 29 ottobre alle ore 17.30 in Sala Romanino. L'esposizione si svolgerà nell'ambito del 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri e dialogherà idealmente con gli affreschi di Giotto, celebrando l'inserimento di Padova Urbs Picta ("I cicli affrescati del XIV secolo di Padova") nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Attraverso la figurazione italiana contemporanea proveniente dalla collezione bassanese "The Bank Contemporary Art Collection", dunque, si omaggeranno due pilastri della cultura trecentesca, Giotto e Dante. Il percorso espositivo comprende circa 40 opere, alcune delle quali realizzate per l'occasione da affermati artisti italiani, che si pongono in dialogo con le tematiche esistenziali che Giotto affresca nella Cappella degli Scrovegni e con quelle tradotte da Dante nella Commedia. Espongono per l'occasione: Agostino Arrivabene, Saturno Buttò, Desiderio, Marco Fantini, Sergio Fiorentino, Giovanni Gasparro, Alfio Giurato, Federico Guida, Maurizio L'Altrella, Paolo Maggis, Vittorio Marella, Nicola Nannini, Sergio Padovani, Alessandro Papetti, Luca Pignatelli, Chiara Sorgato, Nicola Verlato e Santiago Ydanez. "Certamente è controverso il rapporto tra Giotto e Dante ed è poco probabile che si siano mai incontrati - dichiara l'assessore alla Cultura del comune di Padova, Andrea Colasio - Non meno controverso il rapporto tra Padova e Dante che invece il poeta visitò, e che identificò nella Divina Commedia come luogo del male, mettendo tra i dannati nel Canto XVII dell'Inferno ben due padovani: il primo è proprio Reginaldo Scrovegni in quanto giudicato strozzino, il secondo Vitaliano del Dente, al quale Dante fa predire la dannazione dell'Infermo proprio allo Scrovegni. Gli strali di Dante colpiscono Padova anche per un altro importante protagonista dell'epoca, Pietro D'Abano, non favorevole al libero arbitrio e che con Giotto aveva certamente collaborato negli affreschi del Palazzo della Ragione". (gci)

ROMA: APPUNTAMENTO ALLA CASINA DELLE CIVETTE CON "ALFABETI RIFLESSI"

Dallo scorso 20 ottobre fino al 16 gennaio 2022 nella Dipendenza della Casina delle Civette (Musei di Villa Torlonia di Roma) si svolgerà la mostra "Alfabeti riflessi. Arte e scrittura oltre i confini", realizzata dall’Associazione Culturale Stamperia Ripa 69, a cura di Ursula Bonetti e Usama Saad, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, sotto il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Institutum Romanum Finlandiae, Istituto culturale dell’Iran - Arte e cultura della Persia e Istituto Polacco di Roma, con servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Le 26 opere esposte, nate dalla collaborazione di artisti di differenti paesi, testimoniano la ricerca di un linguaggio comune nell’arte incisoria. Si tratta di un lavoro corale sul tema della scrittura, dove la cultura e le visioni di artisti differenti hanno potuto confrontarsi e trovare un linguaggio comune nella sperimentazione dell'incisione. Espongono per l'occasione: Usama Saad, Arianna Angelini, Luisa Baciarlini, Takoua Ben Mohamed, Monica Jahan Bose, Gianna Bentivenga, Maria Pina Bentivenga, Virginia Carbonelli, Malgorzata Chomicz, Alessia Consiglio, Susanna Doccioli, Stefania Fabrizi, Valeria Gasparrini, Bahar Hamzehpour, Lingyi Hong, Sanna Maija Laaksonen, Antonella Leoni, Laura Peres, Giorgia Pilozzi, Maria Gabriella Quercia, Anna Romanello, Caterina Tedeschini, Maria Irene Vairo, Sarah Naomi Zakaib. L’esposizione verrà corredata da una serie di attività didattiche dedicate alle diverse tecniche di arte incisoria, tra cui laboratori per bambini e per adulti. (gci)

 

FOTOGRAFIA, "UNA COLLEZIONE IDEALE" A LEICA GALERIE A MILANO

Dall'8 novembre al 15 gennaio 2022 lo spazio milanese di Leica Galerie ospiterà la mostra "Una collezione ideale", ideata dal curatore Denis Curti. L’esposizione raccoglie 25 fotografie di autori quali Manuel Alvarez (Bravo), Richard Avedon, Aldo Ballo, Gabriele Basilico, Paolo Gioli, Franco Grignani, Pierre Molinier, Rudolf Schwarzkogler e Paolo Ventura. Lo scopo del percorso espositivo è quello di proporre un viaggio nella storia della fotografia attraverso gli scatti dei più celebrati fotografi italiani e internazionali, costruendo una ipotetica collezione ideale. Nella mostra si potranno apprezzare stampe "vintage" edizioni numerate e prove d'autore, insieme a una selezione di tecniche di stampa. Tutte le opere proposte in mostra sono firmate, timbrate o autenticate da eredi. “Collezionare fotografie è una continua scoperta, ma da dove iniziare? Questa la domanda che mi ero posto quando ho immaginato la mostra - sottolinea Denis Curti - e allora ho pensato di riunire alcuni grandi nomi della fotografia contemporanea che consentissero al visitatore di orientarsi tra l’ampia varietà di proposte ma, nello stesso tempo, garantire un’offerta di indiscutibile qualità artistica”. (gci)

 

FOTOGRAFIA, A MILANO 360 IMMAGINI CHE HANNO INTERPRETATO LA PANDEMIA

Dallo scorso 20 ottobre fino al 21 novembre, si svolgerà la mostra "Refocus. Archivio visivo della pandemia", presentata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, in collaborazione con Museo di Fotografia Contemporanea e Triennale Milano (che la ospita nei suoi spazi), a cura di Matteo Balduzzi e Matteo Piccioni con progetto grafico, multimediale e allestimento di Dotdotdot. L'esposizione raccoglie 360 immagini di quaranta giovani fotografi, individuati tramite selezione pubblica, che hanno saputo interpretare esperienze, situazioni e stati d'animo dei mesi della pandemia da Covid-19. Le immagini sono presentate in forma di videoproiezione, in un allestimento multimediale ideato e progettato dallo studio Dotdotdot, che si snoda attraverso una serie di grandi pannelli dislocati nello spazio della sala, accompagnati da un progetto sonoro curato da Triennale Milano Teatro e Radio Raheem e da alcuni brevi testi scritti dagli autori stessi. La mostra è la terza fase di un più ampio progetto fotografico di documentazione visiva dell’Italia nell’anno della pandemia, 2020FermoImmagine, nato per volontà del ministro della Cultura Dario Franceschini. Il 2021, infatti, ha visto l’apertura a Roma delle mostre "Italia in attesa" (Palazzo Barberini, 25 febbraio - 19 settembre 2021), dedicata a dodici tra i più importanti autori della fotografia italiana, e "Città sospese" (Palazzo Poli, 21 maggio - 16 luglio 2021), dedicata agli esiti di una campagna fotografica realizzata da fotografi del Ministero. (gci)

 

INTESA SANPAOLO: A VICENZA “VENEZIA, CHE IMPRESA!”

Fino al 18 aprile 2022 le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo a Vicenza ospiteranno la mostra "Venezia, che impresa! La grande veduta prospettica di Jacopo De' Barbari", mostra a cura di Angela Munari e Massimo Rossi, patrocinata dal comune di Vicenza e realizzata in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia di Venezia. L'esposizione, ospitata a Palazzo Leoni Montanari nell'ambito delle celebrazioni dei 1600 anni di Venezia, intende porre l'accento sull'unicità dell’impresa culturale del De' Barbari come sintesi del Rinascimento veneziano, ovvero la sua xilografia "Venetie MD". Il progetto espositivo mette a confronto, per la prima volta, due "stati" di Venezia, ovvero due versioni della grande xilografia della veduta veneziana, ritenuta uno dei più grandi capolavori della cartografia urbana di tutti i tempi per le notevoli dimensioni, la ricchezza dei particolari e la qualità di disegno ed esecuzione. La mostra vuole offrire un quadro complessivo della storia della veduta prospettica "Venetie MD" di Jacopo de’ Barbari, con particolare riguardo al primo e al terzo stato dell’opera. Nello specifico, si tratta di una xilografia stampata su sei fogli da sei matrici in legno di pero (conservate attualmente al Museo Correr di Venezia). L’opera, commissionata da Anton Kolb, richiese un lavoro di tre anni da parte di una vera e propria "equipe" di cartografi e incisori, che la completarono nel 1500. (gci)

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