I Grandi della terra riuniti a Glasgow stanno cercando una via d’uscita per evitare la catastrofe ambientale prevista tra qualche decennio e che già sta inviando i primi drammatici segnali in diverse parti del mondo. In molti attendono decisioni e scelte condivise se non per frenare almeno per rallentare la deriva ambientale ma moltiscettici sui risultati che questo incontro potrà portare.
I rappresentanti dei Paesi industrializzati, ma non solo, stanno cercando strade che facciano cambiare la rotta delle produzioni e dello stile di vita di miliardi di persone e non tutti hanno gli stessi interessi o la stessa disponibilità a cambiare regole e costumi. L'opposizione a intese più stringenti è giunta, non tanto inaspettata, da Xi Jinping, presidente della Cina che assomma quasi un miliardo e mezzo di abitanti, da Narendra Modi, primo ministro dell'India che ha un miliardo e quattrocento milioni di abitanti, da Vladimir Putin, presidente della Federazione russa che parla a nome di 145 milioni di persone. I tre Paesi che – più di altri - non vogliono accordi lo fanno anche perché oggi sono in vertiginosa rimonta sull'Occidente industrializzato e, proprio mentre stanno provando a raggiungerci, i Paesi che fino ad oggi hanno consumato come se non ci fosse un domani, chiedono a tutti di inquinare un po' di meno.
Ovviamente ognuno ha le proprie ragioni ma noi, che rappresentiamo solo noi stessi e magari, i più sensibili, gli interessi dei propri nipoti, qualcosa la possiamo fare: evitiamo di acquistare prodotti che arrivano dai paesi che non rispettano le nuove necessarie e tardive regole di contrasto all’inquinamento.
Certo, non sarà molto, ma, quel poco moltiplicato per miliardi di persone potrebbe diventare molto e fare la differenza. Tanto per non dire al prossimo ‘colpo’ io c’ero ma non ho fatto nulla.
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