É arrivato ieri in libreria il nuovo romanzo di Cinzia Tani “L’ultimo Boia – Storia di un Pubblico Giustiziere pentito” (Vallecchi Firenze, 310 p.) Chi è veramente un boia? Quali sono la sua infanzia, le amicizie, gli amori, le ambizioni, i conflitti, le convinzioni? Albert Pierrepoint ha undici anni quando scopre per caso quale sia il lavoro segreto del padre e dello zio. Crescendo decide di seguire la tradizione di famiglia e diventa il Pubblico Giustiziere più famoso della Gran Bretagna, chiamato per le esecuzioni anche in altri paesi del mondo. In venticinque anni ha impiccato circa cinquecento persone ma nel 1956 ha lasciato il suo lavoro perché non credeva più nella pena capitale e ha cominciato a combatterla. Accade quando deve giustiziare Ruth Ellis che, dopo un rapporto d’amore travagliatissimo con il corridore automobilistico David Blakely, lo uccide per gelosia. Per la prima volta Pierrepoint non trova una folla esultante che lo attende fuori dalla prigione ma gente inferocita che vorrebbe linciarlo. Il libro racconta la sua vita intervallata dai casi di cronaca nera più importanti dell’epoca in cui fu lui l’ultima persona a guardare negli occhi i condannati. “Nel libro racconto la vita di Albert Pierrepoint che è stato il più famoso boia d'Europa. Era considerato il migliore per la sua tecnica e veniva chiamato anche in Paesi stranieri, come in Germania dove giustiziò le belve di Bergen Belsen: aguzzini dei campi di concentramento nazisti. Ne L’ultimo Boia racconto la sua infanzia, la giovinezza, la famiglia, le amicizie ma soprattutto il motivo che lo spinse a proporsi per il lavoro di Pubblico Giustiziere – spiega Tani a 9colonne - racconto anche i più famosi casi criminali del 900: donne, uomini, spie nemiche, serial killer. Fra questi un caso eclatante di ingiustizia, quello nei confronti di una donna colpevole di adulterio che fu condannata a morte”. “Quando Pierrepoint si dimise - aggiunge Tani - diventò un convinto abolizionista: ha combattuto contro la pena di morte sostenendo che la pena capitale non era un deterrente per i crimini ma soddisfaceva solo un desiderio primitivo, quello di vendetta” conclude.
L’AUTRICE Cinzia Tani è giornalista e scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisiva. Nel 2004 è stata nominata dal presidente Ciampi cavaliere della Repubblica per meriti culturali. Tra i suoi libri: Assassine (Mondadori, 1998), Coppie assassine (Mondadori, 1999), Amori crudeli (Mondadori, 2003), L’insonne (Mondadori, 2005), Sole e ombra (Mondadori, 2007, premio Selezione Campiello), Lo stupore del mondo (Mondadori, 2009), La storia di Tonia (Mondadori, 2014), Donne pericolose (Rizzoli, 2016), Il capolavoro (Mondadori, 2017), Darei la vita (Rizzoli, 2017), la trilogia Il Volo delle Aquile (Mondadori, 2018-2020), Angeli e carnefici (Rizzoli, 2021). (PO / Gil -5 nov )
BATTISTI E ZUFFANTI RACCONTANO LA FUGA DA KABUL
Il ritiro dall’Afghanistan è un evento epocale che si presta e si presterà nei prossimi mesi e anni ad ampie analisi e discussioni, come avvenuto per il Vietnam dopo la caduta di Saigon (1975). Ma motivare o capire questo fallimento, con uno strascico di recriminazioni e accuse su chi sia il responsabile dell’abbandono dell’Afghanistan al proprio destino, non è cosa semplice. Così come non lo è sminuire il nuovo Emirato islamico e ridurlo al macchiettistico “covo di terroristi barbuti e medievali”. Uno sguardo approfondito e critico sulla questione afghana - attraverso un manuale orientato specificamente a spiegare ai futuri soldati cosa aspettarsi e come agire in un contesto di guerra e/o in aree di crisi – è il libro ‘Fuga da Kabul. Il ritorno dei Talebani in Afghanistan’, che raccoglie il racconto crudo del generale di corpo d’Armata italiano Giorgio Battisti, il quale ha servito «boots on the ground» nel teatro di guerra afghano contro il terrorismo islamico. Scritto a quattro mani con la giornalista Germana Zuffanti, che da tempo si occupa di questioni sociali e delle problematiche legate all’Afghanistan, il saggio offre al lettore uno sguardo approfondito e critico senza alcun giudizio ideologico o politicizzato sulla realtà dell’Afghanistan e della sua nuova leadership. Partendo dai fatti, gli autori raccontano con uno stile fresco e una narrazione incalzante le ragioni del disastro militare, i fatti del 2021 e perché aspettarsi importanti novità in questo Paese indomabile e refrattario alle ingerenze internazionali. Durante l’esperienza sul campo – ben quattro missioni in Afghanistan subito dopo l’11 settembre e fino al 2016 – il generale Battisti ha avuto modo di comprendere a fondo la realtà di questa regione chiave per la geopolitica mondiale e conoscere i suoi abitanti. Insieme con la giornalista Germana Zuffanti, ecco che si ricostruiscono anni di missioni in prima linea. Alla cornice storica, gli autori affiancano un diario dettagliato delle missioni NATO, dell’importante ruolo svolto dall’Italia, del valore strategico del Paese e di come e perché non sia stato possibile sconfiggere gli studenti/guerriglieri del Corano, pur con una potenza di fuoco molto maggiore. Un libro scritto da un generale che, grazie al suo punto di osservazione privilegiato, oggi è in grado di trasferire la propria esperienza alle nuove generazioni di operatori delle forze armate. Edito da Paesi Edizioni, “Fuga da Kabul. Il ritorno dei Talebani in Afghanistan” di Giorgio Battisti e Germana Zuffanti, è disponibile nelle librerie e negli store online a partire dal 19 novembre anche in versione eBook. Il saggio sarà presentato in anteprima a Torino il prossimo 12 novembre, alle ore 18 presso il Golden Palace Hotel (via dell’Arcivescovado, 18). Insieme agli autori, saranno presenti per parlare del libro e discutere della questione afghana, il giornalista Stefano Piazza e il Sindaco di Grugliasco e Presidente COCOPA Roberto Montà. Modera lo storico Gianni Oliva. Per partecipare, inviare una mail a paesiedizioni@gmail.com
GLI AUTORI. Giorgio Battisti, Generale di Corpo d'Armata (Aus.), ha ricoperto diversi incarichi allo Stato Maggiore dell'Esercito. Ha comandato il Corpo d'Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO, ha partecipato alle operazioni in Somalia (1993), in Bosnia (1997) e in Afghanistan per quattro turni, tra il 2001 e il 2016. Germana Zuffanti, Giornalista pubblicista, funzionario pubblico presso l'Università di Torino, si occupa da tempo di questioni sociali e delle problematiche legate all’Afghanistan. Gestisce un canale youtube e cura una rubrica su Panorama.it.
STORIA DI NEARCO, IL PIU’ GRANDE CAVALLO DI TUTTI I TEMPI
“Il più grande cavallo di tutti i tempi” di Luigi Ferri (416 pagine illustrate, 24 euro, uscito il 4 novembre 2021. Collana Odoya Library) racconta la storia di Nearco, il suo mondo e la sua eredità. Nel mondo dell’ippica solo ai grandissimi campioni è concesso di uscire dalle pagine sportive e tecniche per diventare personaggi della società e del costume del loro tempo. In Italia è accaduto nel secondo Dopoguerra per l’imbattuto Ribot e in anni recenti per l’eccezionale trottatore Varenne. Tra le due guerre mondiali, è stato Nearco a entrare nella storia per le sue imprese sportive. Imbattuto in quattordici corse, vincitore del Grand Prix de Paris del 1938, oggi la maggior parte dei campioni in tutti gli ippodromi del mondo ha nelle vene il suo sangue. La sua storia, le sue imprese e la sua discendenza sono raccontate alla luce di oltre tre secoli di epopea del Purosangue Inglese e collocate nell’ambito delle grandi competizioni internazionali e del periodo d’oro dell’ippica italiana, con i suoi protagonisti, i suoi avversari e le vicende del suo creatore: Federico Tesio. Partendo dalle discendenze di sangue, il testo offre un interessante sguardo sulla cura e ricerca che si celano dietro ogni incrocio, mettendo in risalto anche quelle che sono state le personalità dominanti nel panorama ippico mondiale: trainer, fantini, allevatori e allenatori. Grande attenzione è data inoltre alle maggiori competizioni a livello globale, di cui sono tracciate le origini, l’evoluzione nel corso del tempo e i principali vincitori e protagonisti. Il libro è corredato da un’analisi statistica delle principali linee di sangue predominanti e da un’appendice con numerosi dati storici.
L’AUTORE Luigi Ferri è consulente di management e conosciuto in Italia e all’estero come uno dei maggiori esperti e opinionisti del sigaro. È presidente onorario e past president nazionale di Cigar Club Association (CCA), di cui è stato anche responsabile del panel di degustazione. È autore dei libri L’Emporio del Sigaro (Italprint ’90, 2002) e Conversazioni sul Sigaro (Edizioni Estemporanee, 2007), nonché curatore e coautore del libro Sigari Cubani (Mondadori, 2006), pubblicato anche in Germania (Kubanische Zigarren, Delius Klasing Verlag, 2009). Ha partecipato al libro collettaneo El Habano, lingua, storia, società di un prodotto transculturale (Edizioni Efesto, 2017), a cura di Laura Mariottini e Alessandro Oricchio dell’Università “La Sapienza” di Roma. Ha scritto oltre cento articoli e collaborato con riviste nazionali e internazionali: Passione Habanos, Stil, Sigari!, L’Amateur de Cigare e Cigar Journal. Ha contribuito, come direttore artistico, alla realizzazione del Cigar & Tobacco Festival. Nel 2006 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento “Uomo Habanos Italia”. Per Odoya ha già pubblicato Storia del sigaro (2019).
“IN ATTESA DI RIPRENDERE IL VOLO”,LA STORIA DI PIETRO CALISTRI
Era nato il 30 ottobre del 1914 a Verona Pietro Calistri, seppure la famiglia paterna fosse originaria di San Martino al Cimino, Comune a pochi chilometri da Viterbo. Calistri è stato uno dei pionieri dell’Aeronautica durante gli anni del fascismo e la sua vicenda umana e professionale è stata portata alla luce grazie al lavoro del nostro autore Sandro Milioni che l’ha raccontata nel volume dal titolo “In attesa di riprendere il volo” (Infinito Edizioni). Seguendo il filo della Storia, questo libro ripercorre le vicende di Pietro Calistri e del collega Mario Viola, dei loro velivoli, delle battaglie che hanno combattuto. E, attraverso le lettere, le fotografie e i racconti delle figlie, narra della tragedia umana che la loro morte ha portato nelle case e nei cuori delle mogli di piloti che hanno combattuto con onore, ma dalla “parte sbagliata”. Con rarissime foto d’epoca, alcune inedite, frutto di un’accurata ricerca d’archivio.
MADRESELVA, IL NUOVO ROMANZO DI GIUSEPPE M. GNAGNARELLA
Arriva nelle librerie il nuovo romanzo di Giuseppe M. Gnagnarella. Si tratta di “Madreselva” (Edizioni Kirke), una nuova avvincente storia scritta dal noto giornalista, già corrispondente Rai e volto noto della tv. Il libro sarà presentato lunedì 8 novembre, alle ore 19, al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo (Lungotevere in Augusta, 28). Interverranno la giornalista Silvia Guidi, l’avvocato Piero Sandulli e il componente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Louis Godart. A moderare l’incontro sarà il responsabile di Rai Quirinale, Andrea Covotta. Dopo i primi due romanzi - “Rendez-vous. Saint Germain, dove batte il cuore di Parigi” (2016) e “La ragazza con l'accendino” (2017) - dai sapori francesi, l’autore torna in Italia. “Madreselva” - questo il titolo scelto per la nuova opera - è un lungo viaggio attraverso le vicende del "bel paese", dal 1943 sino ai giorni nostri. Per l’autore si tratta del terzo romanzo che si inserisce nel filone “storico” iniziato con “1978 - L’anno che ha cambiato la Repubblica” e che si è sviluppato fino al più recente “La sposa contesa – Viaggio nell’ultima Intifada”. Anche questo libro di Gnagnarella esce per Kirke, una casa editrice indipendente, con cui Gnagnarella ha avviato una proficua collaborazione. “Madreselva” è ambientata in Italia a partire dagli anni ’50 per arrivare ai giorni nostri. La protagonista del romanzo è Irene, una donna normale, straordinaria nella sua normalità. Sa vivere i suoi anni, dal 1946 ai giorni nostri, facendoli diventare passo dopo passo la chiave di lettura del futuro. Una donna moderna che sceglie di impegnarsi nel lavoro vincendo un concorso in banca pur potendo vivere di rendita, che sceglie l’amore affrontando occhiate di rimprovero, che sceglie la famiglia investendo così nella crescita sociale e culturale. Una donna come le tante altre, emigrate negli anni ’50 dal sud al nord Italia, che obbligano i figli ad andare a scuola e i mariti a risparmiare intuendo che dalla cultura e al risparmio sarebbero venuti progresso e modernità. Una donna che non ha paura di andare controcorrente restando “Angelo del focolare”, una donna capace di soffrire in silenzio ma di essere leader, in parrocchia come in famiglia come nella guida dei figli. Una donna, come tutti gli uomini e le donne che hanno ricostruito e lanciato nel futuro la migliore Italia. Giuseppe Maria Gnagnarella, giornalista, lancianese di nascita, romano di adozione, è stato responsabile della comunicazione della Presidenza della Rai, portavoce del Vice Direttore Generale della Rai, capo ufficio stampa di Rai2, responsabile dei rapporti Rai con la Commissione parlamentare di Vigilanza e con gli Enti locali, capo redattore politico del Tg3 e del Giornale Radio, Vaticanista e inviato speciale di guerra in Israele, Libano, Nicaragua ed ex Jugoslavia. Già Consigliere di Amministrazione della LUISS Guido Carli, è autore dei volumi: “1978, l’anno che ha cambiato la Repubblica”, pubblicato da Le Monnier nei “Quaderni di Storia di Spadolini”; “La bella preda”, pubblicato da Carabba e “Storia politica della Rai”, pubblicato da TEXTUS Edizioni. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo “Rendez-Vous a Saing Germain” (Gangemi), mentre è del 2017 “La ragazza con l’accendino” (Kirke). Nel 2018 ha pubblicato “La sposa contesa. Viaggio nella prima Intifada” (Kirke). Ha insegnato nelle Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, all’Università Salesiana e all’Università di Cassino. Premio “Abruzzese dell’anno” nel 2006, Premio “Penne pulite” nel 1999.
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