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MORENA SOTTO CHOC PER L’OMICIDIO DI DODO

MORENA SOTTO CHOC PER L’OMICIDIO DI DODO

"Uno squarcio nel deserto": questa l'immagine che il presidente del X Municipio di Roma Sandro Medici usa per definire l'omicidio di Edoardo Sforna, il ragazzo di 18 anni ucciso la scorsa notte a colpi d'arma da fuoco a Morena, quartiere periferico a sudest della capitale, appena fuori dal Grande raccordo anulare, davanti alla pizzeria dove lavorava come fattorino. "Un quartiere di piccola proprietà - spiega Medici - dove ognuno ha la sua casetta, col suo giardinetto, bisognoso di spazi pubblici e di servizi ma non certo particolarmente vitale dal punto di vista criminale. Non ci sono stati episodi che in passato abbiano fatto emergere sospetti di pesanti situazioni". Fa eco al minisindaco il presidente del comitato di quartiere, Duilio Palluzzi: "Non sono cose che capitano ordinariamente nel nostro quartiere, Morena è una zona carente di tutto, ma non c'è nulla che lasciava presagire un simile episodio". Eppure, queste cose accadono anche in un quartiere tranquillo, strappato all'anonimato di recente dall'attore Ascanio Celestini - che abitando a Morena, lo cita con ironia e affetto nei suoi monologhi - e prima dall'ex calciatore di Roma e Lazio Roberto Muzzi, che nella zona è nato e ha aperto anche una scuola calcio. Il nome di Morena sale oggi alla ribalta delle cronache per un delitto efferato: Edoardo Sforna, per gli amici "Dodo", è stato freddato in quella che sembra una vera e propria esecuzione da due killer in scooter, mentre si trovava all'esterno della pizzeria Jolly - nel piccolo complesso commerciale Campo Romano - dove lavorava da poco tempo e saltuariamente. A ricostruire oggi l'accaduto, davanti al locale posto sotto sequestro, è il proprietario della pizzeria, un egiziano di 49 anni, il cui avvocato, Francesco Tafuro, dichiara: "Il mio cliente è stato suo malgrado coinvolto in un fatto di sangue avvenuto all'esterno del suo locale. È stato testimone insieme a molte altre persone non della sparatoria, ma del fatto che il ragazzo, dopo essere stato ferito, si è recato verso un altro ingresso della pizzeria chiedendo aiuto: poi sono stati chiamati i carabinieri e l'autoambulanza". Per Dodo, però, non c'è stato nulla da fare. Fino a ieri sera, la sua era una vita apparentemente simile a quella di un normale ragazzo della sua età: figlio di un pensionato e di un'impiegata, da poco aveva conseguito la patente di guida e trascorreva il suo tempo impegnandosi nella sezione di Campino della Croce rossa italiana. Nulla che lasciasse immaginare una fine del genere. Davanti alla pizzeria Jolly oggi c'è anche un testimone oculare, tornato sulla scena dell'omicidio, che racconta di essere stato lì ieri sera per prendere delle birre e di aver incrociato il presunto killer: "Stavo parlando con mia moglie - spiega - mentre vedo uno che mi passa accanto col casco in testa. Sembrava tranquillo. Poi ho sentito degli spari, ma non ho sentito nessuno strillare. Mentre salivo le scale (della pizzeria, ndr) l'ho visto che scendeva con una piccola pistola in mano. Ci siamo guardati, poi mi sono girato e ho visto l'altro pronto a partire sullo scooter". Il testimone, che riferisce di essere stato ascoltato dai carabinieri, afferma che i due non indossavano un casco integrale, quindi racconta che chi ha sparato sarebbe magro, basso di statura, con i capelli chiari, al massimo 20 anni di età, mentre il complice avrebbe gli occhi azzurri e circa 25 anni. (Roberto Calabria - 24 ago)

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