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direttore Paolo Pagliaro

Una telefonata
allunga la vita

di Paolo Pagliaro

Uno studio in corso di pubblicazione sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione indaga sulle ragioni che hanno spinto il 15% degli adulti milanesi a non vaccinarsi. Stando alle anticipazioni, tra i fattori che più hanno inciso ci sono gli ostacoli di comunicazione (per esempio nel caso dei cittadini stranieri), oppure le difficoltà di accesso tecnologico alle prenotazioni. Ed è significativo il fatto che fra i tre milioni di abitanti della grande Milano, i meno vaccinati siano quelli residenti in aree svantaggiate. Quando tutto lo studio sarà disponibile, avremo dunque la conferma che non esiste un’ideologia no vax in grado di fare da collante alla somma di inefficienze, incomprensioni e difficoltà che tengono lontane molte persone dai centri vaccinali.
Secondo l’epidemiologa Stefania Salmaso è come se in una classe di 25 ragazzi, 21 seguissero con profitto le lezioni e quattro invece si rifiutassero. L’insegnante dovrebbe chiamare quei quattro, cercare di capire il motivo del loro disagio e provare a intervenire a livello individuale senza sottoporre gli altri ventuno a estenuanti ripetizioni e inviti all’impegno.
Sulla rivista Scienza in Rete, Salmaso propone dunque di promuovere con chiamate individuali l’adesione alla vaccinazione. Succede già con le vaccinazioni per l’infanzia, dove da tempo il modo migliore per raggiungere tutti è l’offerta attiva con chiamata diretta dei vaccinandi. Lo stesso accade con la chiamata per gli screening oncologici,. Oggi si potrebbe fare per i non vaccinati, dando risposte e proponendo soluzioni. Sembra che non si faccia per rispettare la riservatezza dei dati su chi è vaccinato e chi no. Ma fa notare Salmaso che è davvero curioso questo culto della privacy in un paese in cui l’Agenzia delle Entrate, per motivi fiscali e nel nostro interesse, registra senza che nessuno protesti se nel corso dell’anno abbiamo comprato un’aspirina o abbiamo fatto una visita specialistica.

(© 9Colonne - citare la fonte)