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direttore Paolo Pagliaro

Due anni di Covid
pagati dai minori

di Paolo Pagliaro

Le conseguenze della pandemia fra i bambini e gli adolescenti sono sempre più evidenti e mettono in luce anche i limiti della scuola. Nella percezione di 2 italiani su 3, nell’ultimo biennio sono aumentate le disuguaglianze tra i minori e si sono incrementate le fragilità dei più deboli. È uno dei punti che emerge dall’indagine sulla povertà educativa condotta da Demopolis per l’impresa sociale “Con i Bambini” alla vigilia della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia.
Nel biennio del Covid è aumentata la dipendenza dei ragazzi da smartphone e tablet, sono andati peggiorando apprendimenti e metodi di studio, si è persa la socialità e hanno pagato un prezzo molto alto i più fragili e i più poveri, italiani e stranieri. C’è molto scetticismo sul fatto che la scuola garantisca oggi opportunità eque per tutti. Ci crede solo l’8%, il 25% lo nega mentre per il 64% l’istruzione ha livelli di qualità differenti, con forti divari tra scuola e scuola anche nella stessa città.
La scuola, con i suoi problemi, regge, ma non può farcela da sola. Matura la convinzione, in quasi 8 italiani su 10, che la responsabilità della crescita dei minori debba essere di tutta la comunità. Il 57% ritiene che l’azione di contrasto alla povertà educativa minorile sia oggi ancora più importante rispetto a due anni fa. Un tema che – secondo il presidente dell’impresa sociale Con i Bambini Marco Rossi-Doria – rappresenta oggi una delle grandi questioni nazionali.
Dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si attendono investimenti sulla sicurezza e sulla funzionalità degli edifici scolastici, su asili nido e scuole per l’infanzia, ma anche sull’incremento del tempo pieno e delle attività extrascolastiche.

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