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Eutanasia, Bologna (Ci): dubbi su perimetro legge

Roma, 24 nov - "I miei dubbi sono soprattutto per una legge che deve avere una terminologia che possa essere facilmente compresa da chi poi la deve attuare, in particolare dai medici, dal personale sanitario e anche dai giudici". Lo dice la deputata di Coraggio Italia Fabiola Bologna, parlando della proposta di legge in discussione in commissione alla Camera sull’eutanasia. "Ad oggi la terminologia che viene utilizzata di ‘patologia irreversibile’ è molto vaga e non evidenzia specifici aspetti sui quali si va ad incidere. Quindi la mia paura è che non si circoscriva bene il perimetro entro il quale si vuole applicare questa legge". Riguardo agli emendamenti presentati "intanto abbiamo avuto un primo successo grazie all'obiezione di coscienza che è stata introdotta all'interno del testo, e questa è una cosa molto importante. Gli altri aspetti su cui puntavamo erano quelli proprio di definire il perimetro dentro il quale si muove questa legge, quindi avere una terminologia precisa, e questo ancora non è stato raggiunto; e poi avere la possibilità di applicare le cure palliative: abbiamo la legge 38 che è fatta molto bene, ma che attualmente in Italia ancora non viene applicata in maniera completa". "Io spero che non si venga superati dal referendum – premette Bologna - anche perché è completamente diverso da quello su cui stiamo lavorando ora alla Camera: il referendum parla di omicidio, invece quello di cui stiamo parlando alla Camera è la morte medicalmente assistita, che è tutt'altra cosa. Tant'è che anche i giudici costituzionali hanno fatto semplicemente una deroga all'articolo 580 che è quella, appunto, del suicidio mentre non prendono minimamente in considerazione il discorso dell'omicidio che è una cosa molto grave, e che non potrebbe mai essere accettato in un paese come il nostro", continua Bologna. "Posso dire che in 20 anni di carriera di medico ho seguito pazienti gravi e gravissimi, che mi hanno sempre chiesto di vivere, e abbiamo cercato con le nuove tecnologie e con i famaci innovativi di dare dignità a questa vita, fino alla fine, cercando di curarli e di trattarli nel miglior modo possibile, grazie alla legge 38 ma anche grazie alla grande professionalità di medici, infermieri e assistenti che fanno bene il loro lavoro. Questo è ciò che noi dobbiamo perseguire".
(PO / Sca)

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